Il 60% dei diabetici muore per cause cardiovascolari. Il rischio di ictus e infarto, per loro, è altissimo.
Proprio per questo motivo, le nuove Linee Guida congiunte dell’European Society for the Study of Diabetes e dell’American Diabetes Association stabiliscono che per i pazienti con problemi cardiovascolari debba essere data la preferenza a terapie a base di antagonisti di GLP-1 e inibitori di SGLT2, due nuove classi di farmaci che stanno dimostrando benefici per il cuore e i vasi sanguigni.
La conferma arriva da uno studio presentato in questi giorni al congresso annuale dell’American Health Association. Il dapaglifozin, inibitore di SGLT2, riduce del 17% il rischio di scompenso cardiaco e morte cardiovascolare.
Cerchiamo di capirne di più.
Obiettivo: tutelare la salute del cuore dei pazienti con diabete
Di certo non è una novità. L’attenzione agli effetti (negativi) sul cuore dei farmaci contro il diabete è iniziata circa dieci anni fa, dopo la scoperta che un anti-diabetico avrebbe potuto essere pericoloso per il nostro sistema cardiocircolatorio.
Da quel momento, le autorità regolatorie esigono per ogni nuovo prodotto immesso sul mercato degli studi specifici sulla sicurezza cardiovascolare.
Grazie a queste ricerche sono emersi dati molto interessati. A titolo di esempio, si è scoperto che gli antagonisti del recettore dell’ormone intestinale che stimola la secrezione di insulina ai pasti (GLP-1) possono aiutare a ridurre la mortalità dettata da cause cardiovascolari. Lo stesso vale per i farmaci di una nuova classe di anti-diabetici, gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2), ovvero di quella molecola che regola il riassorbimento del glucosio.
I motivi non sono ancora ben chiari ma gli esperti, grazie a numerosi studi, hanno deciso di inserire nelle nuove Linee Guida la raccomandazione all’uso di questi medicinali, con particolare attenzione ai pazienti reduci da ictus o infarto miocardico, che al contempo presentano il diabete. L’obiettivo è ben chiaro: oltre ad abbassare la glicemia, si punta a ridurre anche il rischio cardiovascolare.
Dapaglifozin: a beneficio di cuori e reni, per tutti i pazienti diabetici
Non solo i diabetici con pregressa malattia cardiovascolare potranno trarre vantaggio dalla prescrizione di queste terapie. In particolare, i dati pubblicati sul New England Journal of Medicine in merito al dapaglifozin (un inibitore di SGLT2) risultano particolarmente confortanti per tutti i pazienti, al di là della loro storia clinica.
I risultati arrivano da uno studio effettuato su oltre 17mila soggetti seguiti per oltre cinque anni, di cui il 60% senza problemi a cuore e vasi. Il rischio di un ricovero per scompenso cardiaco – così come di morte cardiovascolare – per loro si riduce del 17%. L’effetto protettivo, inoltre, si estende ai reni.
Sensibilizzazione e prevenzione: la Giornata Mondiale del Diabete
Istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Giornata Mondiale del Diabete in Italia si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete sotto ogni suo aspetto: dalla prevenzione alla gestione della patologia stessa.
Quest’anno, la Giornata – che illuminerà di blu ospedali e monumenti di diverse città, oltre a proporre momenti formativi e informativi – sarà dedicata interamente alla famiglia (animali domestici compresi!).
In tutto il mondo i malati sono in continuo e drammatico aumento: 425 milioni nel mondo, con previsioni di 552 milioni nel 2030. Nei paesi occidentali così come in quelli in via di sviluppo, sempre più vicini – in termini in primis di alimentazione – ai modelli all’europea.
La strategia? La prevenzione, fatta da uno stile di vita attivo e da una alimentazione corretta ed equilibrata.
FONTE
Lo studio sugli effetti del dapaglifozin sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.