Pare essere la domanda del momento (o, almeno, una delle tante): il Coronavirus è mutato? Le risposte degli esperti non mancano, intenti a valutare i cambiamenti del virus su due piani: quello clinico (a seconda delle manifestazioni sintomatologiche oggettive sui pazienti) e quello biologico, analizzando il Covid19 per prevedere la sua contagiosità e gravità in autunno.
C'è chi dice che il virus stia "perdendo pezzi", in uno studio firmato (tra i tanti) dal responsabile dell'Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-Medico di Roma, Massimo Ciccozzi, e da Davide Zella, dell'Institute of Human Virology, nel Maryland.
"Abbiamo esaminato numerosissime sequenze di Sars-Cov-2 da un database mondiale, raccolte da dicembre 2019 a luglio. E abbiamo scoperto che sta emergendo un ceppo che ha perso un 'pezzo': abbiamo rilevato la delezione nella proteina nsp1, implicata nella patogenesi del virus. Una modifica che può averne ridotto la letalità e potrebbe spiegare il limitato numero di decessi rispetto ai contagi che sembrano evidenziarsi in certe aree geografiche", riferisce Ciccozzi ai media italiani.
Ciò che emerge è che il Coronavirus non è lo stesso in tutto il mondo. Ci sono delle delezioni nella sequenza del genoma che variano a seconda dei ceppi analizzati in Germania o negli USA. Secondo gli autori, in particolare, d'interesse è la perdita di un materiale genetico chiave (per entrare nel tecnico, 3 aminoacidi di nsp1) che potrebbe rendere il virus meno pericoloso: "nel Sars-CoV-2 sono in corso profondi cambiamenti genomici".
Coronavirus: più contagioso, ma meno pericoloso e letale?
La risposta che si spera è sì, come ovvio, ma affermarlo ad oggi non è possibile.
Ciò che è quindi importante fare è analizzare la diffusione capillare di questo ceppo virale e di ceppi con altre delezioni nella proteina nsp1 e capire se a esserne stati colpiti sono i soggetti risultati asintomatici e pauci-sintomatici.
Il Coronavirus è mutato: cosa può accadere in autunno?
La voce autorevole dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) a inizio mese ha affermato convinta che non variano le caratteristiche della malattia sulle persone (e, dunque, nessun sintomo diverso, rispetto a quelli descritti). Diverso è, come detto, soprattutto dal punto di vista genetico.
Allora è impossibile fare previsioni per l'autunno? Già, prevedere è difficilissimo, sebbene i ricercatori siano convinti che il Coronavirus continuerà a mutare e, come affermato da Giovanni Maga, "di per sé il fatto che il virus evolvendo accumuli mutazioni non è negativo, anche piccoli episodi di mutazioni cosiddette ‘benigne’ possono far pensare a uno scenario di adattamento con l’ospite, secondo cui sul lungo termine vengono favoriti i virus che creano un equilibrio ideale con l’ospite. Casi in cui il virus si diffonde ma senza causare sintomi gravi, così che le persone continuano a diffonderlo senza accorgersene, ma oggi non è così perché sappiamo che il virus può causare dei sintomi anche gravi”.
Autunno e l'ipotesi di mini-lockdown
Dunque, tutto può succedere e, sebbene Conte non sia pro blocchi totali, se la pandemia dovesse continuare a crescere (anche se in modo meno grave), non sono da escludere mini-lockdown localizzati.
Certo è che massima attenzione è rivolta a ciò che accadrà dopo la riapertura delle scuole. Staremo a vedere, ribadendo l'importanza della prevenzione e del distanziamento sociale, laddove possibile. Nei prossimi mesi, avremo tante risposte e ci auguriamo che la convivenza con il Covid19 si faccia più facile.