Cosa è il vaiolo
Il
vaiolo è una
malattia infettiva del passato che è stata eliminata dalla vaccinazione. La malattia è causata dal virus del vaiolo che si diffonde e trasmette da persona a persona, presentando sintomi quali
febbre alta e una caratteristica
eruzione cutanea.
L'ultimo caso di vaiolo nel mondo si è verificato in Somalia nel 1977. Nel 1980 l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato questa malattia come eradicata.
I campioni di virus del vaiolo sono stati conservati per scopi di ricerca (negli Stati Uniti e in Russia). Ciò ha portato alla preoccupazione che il vaiolo potrebbe un giorno venire usato come agente in una guerra biologica.
Qual è la storia del vaiolo?
Il vaiolo si pensa che esista da più di 12 mila anni. Alcune prove di infezione sono state trovate nelle mummie dell'antico Egitto.
Il vaiolo si è diffuso nel "Nuovo Mondo" nel 16° secolo, portato dagli esploratori europei e conquistatori. Poichè gli abitanti aborigeni non avevano immunità alla malattia, il vaiolo decimò le popolazioni indigene. Alla fine del 18° secolo si trovò un metodo efficace di vaccinazione.
Sintomi del vaiolo
Il contagio cominciava alla comparsa dei primi
sintomi del vaiolo, che comprendevano:
Essi duravano circa 3-4 giorni, mentre l'incubazione del vaiolo durava circa uno-due settimane. Successivamente compariva una eruzione cutanea con piccole macchie rosse, prima nella mucosa della bocca e poi si estendeva alle braccia, al tronco e alle gambe.
Dopo la comparsa di queste macchie il paziente cominciava a sentirsi meglio e la febbre scompariva. Queste piccole macchie nell'arco di qualche giorno si trasformavano in vere e proprie vescicole ombelicate, che nell'arco di qualche giorno diventavano delle pustole.
La temperatura corporea saliva nuovamente e rimaneva alta fino a che queste pustole non cicatrizzavano diventando delle crosticine.
Il paziente a questo punto si aggravava e spesso sopraggiungeva la morte per complicanze polmonari o cardiache. Nei casi favorevoli le croste cadevano lasciando sul corpo della persona delle cicatrici indelebili e deturpanti.
Come si trasmetteva il vaiolo
La trasmissione del vaiolo avveniva per contagio diretto dal malato oppure tramite oggetti personali contaminati come abiti o lenzuola. Il virus veniva eliminato con le escrezioni di naso e gola o con la saliva, o ancora con le croste esito delle tipiche lesioni cutanee.
Trattamento per il vaiolo
Nessun farmaco è stato mai approvato per il trattamento del vaiolo, a parte il vaccino. Quando si verificavano casi di vaiolo l’unico trattamento era quello sintomatico per alleviare la febbre; gli antibiotici venivano invece utilizzati per curare la sovra infezione delle lesioni cutanee e le complicanze batteriche polmonari.
Vaccino per il vaiolo
La
vaccinazione antivaiolosa veniva eseguita sul braccio mediante una scarificazione cutanea con delle lancette immerse precedentemente nel vaccino, oppure con punture multiple.
Dopo l'inoculazione compare una maculo-papula che poi evolve in vescicola e quindi pustola. Questa reazione locale è accompagnata a volte da febbre alta e ingrossamento dei linfonodi. Successivamente rimane sulla sede dell'inoculo una cicatrice permanente.
Complicazioni del vaiolo
Le complicanze del vaiolo erano frequenti, e potevano interessare la cute (sovra infezioni), il cuore, i polmoni, il sistema nervoso, l'apparato urinario.
Le persone che guariscono dal vaiolo di solito hanno gravi cicatrici, in particolare sul viso, sulle braccia e sulle gambe. In alcuni casi, il vaiolo può causare cecità.
Come capire se si è contratto il vaiolo
Al giorno d’oggi è assolutamente improbabile che un
caso di vaiolo giunga all’osservazione del medico. Prima che la malattia venisse eradicata, il problema principale era distinguere il vaiolo da altre eruzioni vescicolo-pustolose generalizzate causate da virus.
La diagnosi si basa sull’esame del liquido presente all’interno della vescicola, con l’identificazione del DNA del virus del vaiolo.
Anche un solo caso confermato di vaiolo sarebbe considerato un'emergenza sanitaria internazionale.