Trombosi: cosa significa
La
trombosi è una condizione che fa riferimento alla formazione di un
trombo o di un
coagulo di sangue, all'interno di un vaso sanguigno. Il flusso sanguigno, bloccato o ostruito dal trombo, non è più in grado di progredire, con conseguenze gravi nel caso in cui il coagulo si trovi in aree come il
cervello o i
polmoni.
In generale, il flusso sanguigno si può infatti distinguere in:
- circolazione arteriosa che dal cuore va verso la periferia;
- circolazione venosa che dalla periferia torna verso il cuore, a sua volta suddivisibile in circolazione venosa superficiale e circolazione venosa profonda. La circolazione profonda avviene nei vasi più grandi, che scorrono all'interno dei muscoli: è la via principale attraverso la quale il sangue fa il suo ritorno al cuore.
Tipi di trombosi
I tipi di trombosi sono anzitutto la trombosi venosa e la trombosi arteriosa, a seconda che il trombo si trovi rispettivamente nel flusso venoso o arterioso.
La trombosi venosa fa infatti riferimento alla formazione di un trombo nel sangue venoso, e può includere una serie di trombosi che prendono il nome in base al vaso in cui si verifica l'ostruzione, come la trombosi della vena renale, la trombosi della vena giugulare, e così via.
Tra le complicazioni della
trombosi venosa profonda, ossia quella che colpisce i vasi più ingenti che consentono il ritorno di sangue al cuore, vi è il rischio di sviluppare una
embolia polmonare, condizione molto rara ma altrettanto grave che si verifica quando un trombo o un coagulo (che diviene, così, un
embolo) si sposta dalla sua sede di formazione viaggiando nel circolo sanguigno e arrivando, in questo caso, ai polmoni.
La trombosi venosa superficiale, invece, è comunemente detta flebite o tromboflebite, non è grave né pericolosa, tranne in casi rarissimi. Richiede un trattamento il più delle volte topico antinfiammatorio, e si risolve spontaneamente nel giro di una decina di giorni, a meno che la causa che l’ha provocata non rimanga ancora attiva.
La
trombosi arteriosa infine, conosciuta anche come
aterotrombosi, ha luogo nelle arterie. Essa può causare
ictus,
ischemie ed
emboli cerebrali. L'ictus cerebrale dipende infatti spesso da un coagulo sanguigno che cresce intorno a una placca aterosclerotica.
Anche l'infarto del miocardio può anche essere causato da un trombo nell'arteria coronaria ed è associato a ischemia. Il ridotto apporto di ossigeno alle cellule cardiache, come risultato della ostruzione, provoca infine la morte cellulare e infarto miocardico.
Trombosi: sintomi
Ci si chiederà, a questo punto, come riconoscere una trombosi. Nel caso di trombosi venosa profonda, si tratta di una condizione perlopiù asintomatica, dunque difficilmente identificabile. Si stima, infatti, che non manifesti sintomi il 50% dei pazienti.
Ciò accade sia perché la trombosi venosa può verificarsi in una regione della circolazione molto periferica, per cui il segmento interessato è così minimo da non impattare in generale sulla flusso venoso, sia perché la circolazione venosa trova itinerari alternativi per fluire, evitando così il vaso ostruito.
Il restante 50% dei pazienti, però, mostra dei sintomi di trombosi che possono includere:
- Gonfiore
- Dolore
- Tensione alla cute
- Mutamento di colore della zona colpita, con arrossamento ma anche cianosi, a seconda della collocazione e dell'intensità della trombosi.
Cause della trombosi
Esistono tre principali
cause di trombosi, che corrispondono alla
triade di Virchow, dal medico omonimo che nell'Ottocento le identificò. Esse prevedono:
-
Patologie della coagulazione − Si tratta del fattore principale che arriva a causare trombosi venosa. L'ipercoagulabilità, nota anche come trombofilia, fa riferimento a livelli più elevati di fattori di coagulazione nel sangue che aumentano la suscettibilità alla trombosi. Questo accade, di solito, per cause genetiche o per disturbi del sistema immunitario.
-
Lesioni alle pareti dei vasi sanguigni −Esse possono verificarsi dopo un trauma, un'operazione di chirurgia o una infezione. Esse costituiscono, invece, la causa principale di trombosi arteriosa. Le placche aterosclerotiche, infatti, rovinano le pareti interne del vaso.
-
Rallentamento o stasi del sangue − Il flusso sanguigno anormale, dovuto per esempio a stasi venosa a seguito di insufficienza cardiaca o a lunghi periodi di sedentarietà, può arrivare a causare trombosi. Inoltre, anche altre condizioni di salute possono influenzare il flusso sanguigno e portare alla formazione di un trombo, tra cui la fibrillazione atriale e la presenza di un tumore.
Per quanto riguarda i farmaci che causano la trombosi si possono citare senz'altro gli estroprogestinici, ossia la pillola anticoncezionale, soprattutto se di terza e quarta generazione. In alcune pazienti predisposte, infatti, l’estroprogestinico può scatenare una trombosi.
Infine, tra i soggetti a rischio della trombosi venosa profonda, si ricordino:
- cardiopatici;
- anziani;
- soggetti in condizione di obesità;
- fumatori;
- donne in gravidanza o che fanno uso di estroprogestinico;
- chi ha una predisposizione per le vene varicose.
Trombosi in gravidanza
Il rischio di andare incontro a
trombosi in gravidanza o immediatamente dopo il parto è più elevato rispetto a chi non è in stato interessante. Il rischio maggiore di trombosi in
gravidanza è relativo al
secondo semestre.
Le cause della trombosi in gravidanza possono dipendere dalle modificazioni del flusso di sangue negli arti inferiori, alterate dall'accrescimento dell'utero che ostruisce il ritorno venoso del sangue.
Inoltre, si registra una aumentata capacità di coagulazione in prossimità del parto, un fenomeno che serve a limitare episodi di emorragia, mentre allo stesso tempo i livelli di proteine antitrombotiche si abbassa.
Tra i più comuni sintomi di trombosi venosa profonda durante la gravidanza e nel periodo postpartum si annoverano:
- Sensazione di pesantezza e dolore nella zona delle gamba (sensazione simile allo stiramento di un muscolo)
- Sensibilità, calore e/o arrossamento agli arti inferiori
- Gonfiore.
Se il coagulo di sangue si è spostato ai polmoni si può sperimentare:
Maggiormente a
rischio di sviluppare un trombo in gravidanza sono soprattutto le donne in età avanzata, con precedenti tromboembolici, in condizione di
obesità, che hanno fumato in passato, e ancora donne che soffrono di
vene varicose e che si sono sottoposte a un
parto cesareo.
Trombosi e Covid-19
L'argomento è oggetto di pubblicazione continua e, dunque, in costante aggiornamento. Gli ultimi studi mostrerebbero che
Covid-19 sia in grado di
alterare la parete interna di alcuni vasi. Dunque, se si fa riferimento alla triade di Virchow, la
trombosi da Covid-19 è causata da un rallentamento del flusso del sangue venoso unito a una lesione della parete del vaso, anche se capita in pochissimi casi.
La trombosi, infatti, rimane un evento raro. I fattori di rischio principali non sono i farmaci, né i vaccini, perché la trombosi da vaccino si verifica in meno dello 0,001% dei casi, un numero bassissimo. Il rischio di trombosi da Covid-19 è invece più alto, e calcolato intorno al 16%.
Trombosi: come prevenirla
Per
prevenire la trombosi in un paziente sano è sufficiente mantenersi attivi, dunque muoversi regolarmente, in particolare se si è suscettibili e si affrontano periodi di sedentarietà per lunghi periodi di tempo.
Se però ci si trova costretti a stare seduti per lunghi periodi di tempo, è bene avere l’accortezza di attivare la muscolatura delle gambe, per esempio muovendo le caviglie di tanto in tanto, oppure puntando i piedi sul pavimento come per alzarsi in piedi, in modo che le vene profonde si svuotino regolarmente.
Infine, oltre a evitare la sedentarietà e non eccedere con i chili di troppo, smettere o evitare del tutto di fumare.
Trombosi: cosa fare
In caso di
diagnosi di trombosi, l'obiettivo è sciogliere il coagulo o il trombo che la ha causata. Anzitutto, si può ricorrere a
farmaci fibrinolitici che, tuttavia, possono essere somministrati soltanto in ospedale e sotto controllo medico, in quanto inibiscono la coagulazione.
Poi, si ricorre ai
farmaci anticoagulanti (come l'
eparina o i più nuovi farmaci anticoagulanti orali), , che appunto impediscono la coagulazione ma non sciolgono i coaguli già formati. L’eparina allora, che viene erroneamente considerata la
terapia per la trombosi, in realtà ferma il processo coagulativo e consente al nostro fisico di risolvere la trombosi.
Farmaci invece come gli antiaggreganti piastrinici (l’aspirina o acido acetilsalicilico) impediscono l’aggregazione delle piastrine, non la coagulazione del sangue. L'aggregazione delle piastrine serve a riparare un danno endoteliale, come per esempio un graffio: non interviene immediatamente la coagulazione, male piastrine tappano la ferita.
Trombosi: cosa mangiare
Per
ridurre il rischio di trombosi si può poi ricorrere a una
dieta che contenga antiossidanti come per esempio mirtilli, olio extravergine, frutti di bosco e vino rosso. Alcuni cibi e bevande contengono ingredienti in grado di rafforzare le pareti dei vasi e migliorare la circolazione del sangue.
Gli alimenti ricchi di vitamina P ossia di bioflavonoidi possono contribuire a prevenire l’insorgenza delle vene varicose nonché attenuare i sintomi grazie alle loro qualità antiossidanti e antinfiammatorie.
Tra essi si ricordano:
- Agrumi come lime, pompelmi, limoni e arance
- Mele, ciliegie, ribes nero, uva e albicocche
- Lamponi, more, fragole e mirtilli
- Papaia e mango
- Peperoni rossi e cipolle
- Spinaci, broccoli e cavoletti di Bruxelles
Tuttavia, bisogna ricordare però che gli alimenti a beneficio della circolazione dovrebbero essere ingeriti in grandi quantità per risultare realmente efficaci. È, quindi, più pratico eliminare gli alimenti dannosi, come per esempio i fritti o gli alimenti che presentano bruciature.