L’algologia, nota più comunemente come terapia del dolore, consiste in un trattamento terapeutico garantito, in Italia, dalla Legge 38/2010 ma che, purtroppo, in pochi conoscono e, quindi, la sua applicazione è ancora molto limitata.
Secondo un’indagine dell’associazione “Vivere senza dolore”, infatti, sono molto pochi gli italiani che sono al corrente di tale normativa all’avanguardia e, dato ancor più sconcertante, sono anche pochi i medici che suggeriscono al paziente (che lamenta un dolore cronico) di rivolgersi a un centro specializzato.
Il ricorso alla terapia del dolore risulta, invece, molto importante per alleviare le sofferenze dei malati e ciò è confermato anche dalla grande diffusione della terapia del dolore cronico all’estero.
Sotto tale aspetto, l'Italia è ancora un passo indietro rispetto agli altri paesi europei e questo anche a causa di una resistenza, radicata nella nostra cultura, rispetto all’idea di sconfiggere il dolore, considerato da molti un’inevitabile conseguenza di una patologia e, quindi, sopportato con rassegnazione.
La Legge 38/2010 tutela il diritto di tutti i cittadini ad accedere alle cure palliative ed alla terapia del dolore. Per raggiungere tale scopo vengono create delle reti nazionali che garantiscono la continuità assistenziale del malato dalla struttura ospedaliera al domicilio; inoltre, durante i ricoveri, esiste l’obbligo di riportare, nella cartella clinica del paziente, le caratteristiche del dolore rilevato, la sua evoluzione e la terapia antalgica utilizzata, in modo da poter effettuare un monitoraggio puntuale del dolore stesso.
Come già accennato, la Legge 38/2010 presuppone la realizzazione di una rete per le cure palliative e di una per la terapia del dolore; quest’ultima introduce il concetto di rete assistenziale anche nella lotta contro il dolore, costituita a livello nazionale, in modo da creare un modello assistenziale uniforme ed omogeneo su tutto il territorio.
La rete di terapia del dolore è formata da tre nodi complementari:
La rete funziona nel momento in cui i medici di base fungono da selezione e tramite per i centri di riferimento e per gli ambulatori di terapia antalgica, riducendo i ricorsi al pronto soccorso per la cura del dolore.
Infine, è utile ricordare che, per la realizzazione della rete per la terapia del dolore è previsto un coordinamento per ogni regione, costituito da strutture poste a livello regionale e aziendale, che assolvono ai compiti di monitoraggio, di programmazione e di sviluppo della rete.
La terapia del dolore viene somministrata in caso di dolore cronico e persistente; viene definito cronico quel dolore che rimane anche dopo la guarigione e che non collegato ad una patologia scatenante. Esso si differenzia dal dolore acuto che è considerato sintomo di una malattia e sparisce con il cessare della causa.
Il dolore cronico può essere, a sua volta:
Il dolore neuropatico è collegato a disfunzioni del sistema nervoso centrale o periferico, quello nocicettivo è associato all’attivazione dei nocicettori, causata da un danno tissutale, mentre il dolore psicosomatico è scaturito dalle relazioni psico-relazionali; infine, quello misto comprende più componenti.
Ovviamente, il dolore cronico può sorgere anche come conseguenza di una patologia con andamento cronico, come le malattie ossee, reumatiche, metaboliche ed oncologiche; quest’ultima categoria necessita di una specifica terapia del dolore oncologico.
La terapia del dolore può prevedere la somministrazione di diversi farmaci, che variano sulla base del tipo di dolore cronico e sulla patologia eventualmente sofferta. I farmaci per la terapia del dolore possono essere antidolorifici forti, analgesici (narcotici e non) ed anestetici locali.
Ad esempio, si utilizzano i FANS per i dolori nocicettivi, mentre per i dolori neuropatici si ricorre ad antidepressivi, antiepilettici ed anticonvulsivanti.
Infine, per la terapia del dolore, possono essere anche utilizzati oppioidi e cannabinoidi, ma il loro consumo è regolamentato da specifiche norme e raccomandazioni del Ministero della Salute.
La terapia del dolore è spesso associata al ricorso alle cure palliative; con questo termine si fa riferimento all’insieme di interventi terapeutici, diagnostici ed assistenziali volti al malato ed alla sua famiglia, finalizzati alla cura dei pazienti la cui malattia di base si caratterizza da un’inarrestabile evoluzione e non risponde più ad una terapia specifica.
La Legge 38/2010 prevede, oltre che la costituzione di una rete per la terapia del dolore, anche una rete per le cure palliative in modo che gli organismi previsti (regionali ed aziendali) possano essere omogenei a livello nazionale e riescano a prevedere un’organizzazione efficace all’interno delle strutture residenziali destinate alle cure palliative (hospice).