L’importanza del gioco per il bambino con Disturbo dello Spettro Autistico

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

L’importanza del gioco

Per creare le condizioni ottimali che facilitino la crescita di un bambino affetto da Disturbo dello Spettro Autistico sarà utile introdurlo a determinati giochi che siano in grado di stimolare la negoziazione, affinché svolga compiti che altrimenti si rifiuterebbe categoricamente di fare. Giocando, il bambino sarà più autonomo e avrà più fiducia nell’avvicinarsi agli altri, soprattutto agli sconosciuti.

Come è noto, i bambini autistici presentano diverse difficoltà nella socializzazione, che è molto importante per l’individuo, perché permette di entrare in contatto con una persona diversa da se stessa, di capire le necessità altrui, di rispondere correttamente agli stimoli esterni.

Capire che il gioco è importante per questi bambini non è così semplice. Per loro, non sarà comunque uno svago, sarà un compito da portare a termine nei metodi più congeniali. Se non si affronta l’insegnamento dell’attività ludica con attenzione, il bambino potrebbe anche risentirne gravemente, bloccandosi ulteriormente. Giocare tra bambini vuol dire imparare a scendere a compromessi. È necessario capire che è una fase fondamentale della crescita del bambino, che tramite l’attività ludica imparerà l’arte della negoziazione e svilupperà la sua parte senso-motoria.

I piccoli con Disturbo dello Spettro Autistico difficilmente accetteranno le regole o le non-regole dei giochi, quindi, anche la comprensione risulterà rallentata. Sarà il caso di seguirlo attentamente, almeno le prime volte, nelle attività di gioco con gli altri bambini, guidandolo e cercando di creare le condizioni migliori perché sia in grado di socializzare con i suoi pari. Si dovrà insegnargli a proporre un gioco autonomamente, capire se qualche altro compagno contesta una regola, aspettare il proprio turno se sarà il caso, chiedere e soprattutto condividere, perché è la parte fondamentale del gioco stesso.

Basterà iniziare con delle piccole e facili regole di base, comprensibili per tutti e divertenti.

Quando ci sarà interazione con altri bambini è consigliabile che sia presente qualche adulto, soprattutto per calmare eventuali malumori che potrebbero nascere dal fatto che non si segua alla lettera quello che un bambino autistico vorrebbe.

Il bambino potrebbero essere supportato da immagini, da simboli, da forme colorate, questo perché gli sarebbe più facile memorizzare e comprendere le regole.

È importante il gioco per i bambini con autismo, proprio perché è il primo passo per iniziare a socializzare con gli altri compagni, cosicché si noterà subito un miglioramento nei suoi comportamenti. Al contrario, invece, se il bambino non riuscirà ad accettare di condividere il momento del divertimento, rischierà di isolarsi e di peggiorare lentamente la sua situazione. Sono stati riscontrati dei casi, infatti, di bambini estremamente annoiati che rasentavano la depressione. Tramite il gioco non solo sarà realmente più felice, ma riuscirà anche a relazionarsi con gli estranei, per loro un grande traguardo.

Non dimentichiamoci un altro aspetto importante dell’attività ludica: lo sviluppo del linguaggio. I bambini affetti da Disturbo dello Spettro Autistico, in questo modo, assoceranno il gioco a determinate parole da utilizzare per ottenere quello che vogliono. Infatti, rilassandosi, saranno in grado di esprimersi più liberamente e con più agilità. Se l’insegnamento del linguaggio avviene soltanto in ambito scolastico, lo percepiranno come un obbligo, mentre in un contesto di gioco non sarà un’ulteriore montagna da scalare. Essendo delle spugne nell’apprendimento, i bambini assorbiranno il linguaggio e i modi di comportarsi direttamente dai propri compagni.

C’è da precisare, però, che non sempre gli ambienti di gioco sono ordinati e precisi come vorrebbero i bambini con autismo; questo elemento potrebbe rivelarsi un problema, in quanto per loro è fondamentale avere tutto sotto controllo, sapere dove trovare le cose, rimetterle a posto nel modo che preferiscono. Risulta quindi un po’ limitante l’apprendimento, soprattutto sotto forma di osservazione.

Grazie all’insegnamento del gioco, i bambini imparano a capire anche quanto siano importanti i coetanei. È certo che gli altri bambini avranno un’influenza maggiore sul loro comportamento rispetto che a varie regole imposte dagli adulti. Il loro fare più diretto sarà molto incisivo.

Come insegnare le abilità del gioco

I genitori dei bambini affetti da autismo molte volte dichiarano di non aver tempo di insegnare ai propri figli a giocare, in quanto sono ritengono più urgente il dover loro insegnare a parlare, o a sviluppare il linguaggio. Niente di più sbagliato. I bambini, infatti, apprendono molto di più giocando che stando seduti in un banco, e questo è valido per tutti i bambini, autistici o meno. È anche vero che insegnar loro a giocare è un’impresa ardua, proprio per i limiti che hanno nei confronti del disordine e della caoticità tipica dell’età. L’insegnamento del gioco richiede molta improvvisazione e flessibilità. Se pensiamo a come iniziano il gioco i bambini, ci viene in mente subito la scena di uno di loro che si avvicina a un altro con un pallone in mano e, senza dirsi una parola, iniziano a giocare, senza regole, senza permessi. I bambini non hanno bisogno di tante parole per sapere che potrebbero andare d’accordo, quindi è essenziale capire che prima di insegnare il gioco non è indispensabile che sappiano perfettamente parlare o avere in mano tutte le regole della socializzazione.

Innanzitutto, bisogna intuire cosa potrebbe piacere al bambino in questione, se giochi dinamici o meno. L’attività ludica dovrà anche essere adatta alla sua età, se lo si fa giocare con giochi più idonei a bambini più piccoli, gli si trasmetterà un messaggio sbagliato, come se non riuscisse a essere allo stesso livello dei suoi coetanei. Questo discorso va fatto anche per quanto riguarda il vestiario, il taglio di capelli, ecc. Per capire quali siano i giocattoli adatti a lui/lei, basterà osservare gli altri bambini e adeguarsi alla loro età.

Una volta che il bambino avrà tra le mani i giochi adatti alla sua età sarà facile capire qual è il suo preferito e ne avrà molta più cura. È essenziale comunque permettergli di spaziare, attraverso giochi che prediligono un’attività manuale, come la pittura, giochi con le paste da modellare, cosicché da permettere lo sviluppo delle autostimolazioni tattili.

Dato che il bambino non sempre avrà la possibilità di giocare con i coetanei, bisognerà cercare quegli oggetti che gli permettano di stare anche da solo, senza l’ausilio dei suoi pari.

Un po’ alla volta il bambino dovrà essere lasciato da solo a giocare, quindi, se in un primo momento l’adulto gli starà vicino aiutandosi con rinforzi verbali, man mano lo si lascerà in autonomia, spostandosi su una sedia, poi nella stanza vicina, lasciando sempre la porta aperta, e così via. È un modo per dargli fiducia e non stargli con il fiato sul collo.

I giochi preferiti

Il gioco è il momento in cui un bambino è davvero un bambino, libero dalle regole scolastiche, dall’adeguamento agli altri, è il momento in cui può essere completamente se stesso. Questo è importante anche per i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico, in quanto è il momento giusto per abbandonare le proprie rigide regole e cominciare a valorizzare anche gli interessi degli altri compagni, cosicchè da creare delle relazioni sociali importantissime per il suo sviluppo cognitivo.

È chiaro che un bambino affetto da Disturbo dello Spettro Autistico avrà dei comportamenti un po’ particolari e non sempre comprensibili dagli altri bambini, ma è giusto che non venga discriminato per questo motivo e che possa giocare e imparare come tutti.

I bambini autistici prediligono quei giochi in grado di stimolare i sensi, che abbiano una serie di movimenti ripetuti e continuativi. La loro visione di gioco deve avere uno scopo, una causa-effetto, ovvero, devono quasi prevedere la ripetitività delle azioni. Un bambino autistico non sopporta i cambi di programma improvvisi, con questi giochi, invece, riesce a sapere già cosa accadrà; se, per esempio, lancia una palla giù dallo scivolo: cadrà e lui potrà rilanciarla.

Grazie a queste comprensioni, l’insegnante o il genitore sarà in grado di offrirgli nuovi stimoli e potrà avvalersi di supporti che lo aiuteranno a condividere con lui le attività ludiche.

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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