Cosa è un farmaco generico? Quante volte ci saremo posti questa domanda, cercando di comprendere l'eventuale differenza tra i farmaci generici e quelli brandizzati? Troppe volte, probabilmente. Il farmaco generico è un medicinale che contiene la stessa quantità di principio attivo e ha la stessa biodisponibilità del suo corrispettivo di marca, il cui brevetto di esclusività da parte della casa editrice è però scaduto.
Sembrerebbe, quindi, che ci si possa davvero fidare. Ma è così? Un nuovo studio, realizzato con il contributo di DOC Generici, pubblicato sulla rivista on line PlosOne, dimostra che i generici “off-patent” non sono molto diversi dai farmaci originali. Lo studio, condotto su 350mila pazienti lombardi, ha confrontato soggetti omogenei per età e sesso in cura col farmaco brand o col relativo generico. Le sei molecole prese in esame sono tra le più usate per trattare patologie diffuse, come l’ipertensione, l’aritmia, la depressione, l’osteoporosi, il diabete e la dislipidemia.
Cosa ha dimostrato la ricerca?
Lo studio ha dimostrato che la conformità, la persistenza e la compliance sono in favore dei farmaci generici. I criteri valutati sono l’aderenza e la persistenza in terapia, la mortalità, il consumo di risorse e gli “health costs”, come ospedalizzazioni e visite specialistiche. Questi criteri di valutazione non presentano differenze degne di nota tra il generico off-patent e il brand off-patent. Lo studio evidenzia quindi che i pazienti in cura col generico non solo risparmiano economicamente, ma hanno anche una maggiore aderenza alla terapia, senza aumento di mortalità o di ospedalizzazioni.
Qual è dunque il vantaggio che il Sistema Sanitario trae dall’uso del farmaco equivalente?
Lo studio analizza anche l’impatto economico dell’uso dei farmaci generici sulla spesa sanitaria italiana. La diffusione e l'utilizzo del farmaco generico è importante per tenere sotto controllo la spesa farmaceutica territoriale, permettendo di aumentare l’efficienza del Sistema Sanitario. La legge sui farmaci generici garantisce l’accesso al farmaco equivalente, ma il paziente può continuare ad usare la specialità originale se lo desidera. Il sistema prevede, infatti, che il paziente scelga se usare o no l’equivalente dopo aver ricevuto il consiglio del medico o del farmacista. Se il medico ritiene che l’uso del generico non sia opportuno, può apporre, sulla prescrizione, la dicitura “non sostituibile” accanto al nome del farmaco prescritto: in questo caso il farmacista dovrà dispensare la specialità originale.
Insomma, una battaglia ad armi pari, in cui il vincitore dovrà essere sempre il paziente.