Sale ancora e drasticamente il numero dei pazienti italiani che manifestano antibiotico resistenza.
Secondo gli ultimi dati riportati dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), dopo l’allerta lanciato dal Governo inglese, pare che in Italia siano oltre 5mila i decessi causati dalla resistenza agli antibiotici. Le ragioni sono da ricercare nella infezioni gravi che dimostrano di non essere curabili con i farmaci “tradizionali”, sia dentro che fuori dagli ospedali.
Quali sono le cause?
Le cause che portano a questo tipo di resistenza sono molteplici, ricollegabili in primis all’uso spesso inappropriato degli antibiotici. Dall’ambito puramente medico a quello veterinario, dalla zootecnia all’agricoltura, si è sempre più inclini a sconfiggere i batteri con farmaci di questo tipo, provocando una naturale mutazione dei microrganismi.
Dove è diffuso questo fenomeno?
Non si definiscono confini, quando parliamo di antibiotico resistenza. Secondo la Simit, però, “in Italia il quadro è decisamente più preoccupante. Il consumo di farmaci antibiotici in ambito umano è uno dei più alti in Europa e l’Italia è, inoltre, in controtendenza: in diversi paesi il trend si è generalmente invertito. In Italia, invece, si era rilevata una iniziale riduzione dei consumi in ambito territoriale, ma nel 2013 si è di nuovo osservato un aumento significativo del consumo di antimicrobici (+5,2%)”.
Chi è maggiormente colpito da disturbi di questo tipo?
Ancora una volta, i soggetti più deboli sono anziani e bambini. I pazienti che sono immunodepressi, come quelli sottoposti a un intervento chirurgico, presentano spesso patologie dovute a germi multi-resistenti. Tra le patologie più riscontrate, si registrano:
- polmoniti
- infezioni urinarie
- infezioni delle ferite chirurgiche
- infezioni del catetere venoso
È quindi importantissimo che si adottino pratiche assistenziali il più possibile sicure e che i medici di famiglia consiglino i propri pazienti su come e quando prendere un antibiotico.