Stiamo per raccontarvi una storia che sa di incredibile e di poco “umano”. Protagonista della vicenda è Martin Shkreli, 32 anni, giovane imprenditore americano di origini albanesi, che ha acquistato il brevetto del farmaco anti-virale Daraprim, importantissimo per chi è malato di Aids, alzandone il prezzo da 13 dollari a 750 dollari.
Ma come è stato possibile?
Ciò che ha fatto Shkreli, oramai denominato dalla stampa come “l’uomo più cattivo d’America”, è davvero assurdo. Il farmaco, in commercio da ben 62 anni (dal 1953), è ora quasi inaccessibile ai pazienti. Il giovane imprenditore si è giustificato dicendo “Avevamo bisogno di trarre un profitto dalla vendita delle pillole“. Secondo il fondatore della casa farmaceutica Turing e dell’amministratore delegato, Martin Shkreli, appunto, la società prevede di utilizzare il denaro per sviluppare migliori trattamenti per la toxoplasmosi. Ha anche detto che il farmaco è così raramente utilizzato, che l’impatto sul sistema sanitario sarebbe minimo. Chi è senza assicurazione sanitaria potrà accedere a programmi di assistenza mirati a non limitare le cure.
Ma sarà poi così semplice per chi già soffre di una patologia grave rapportarsi con la burocrazia sanitaria?
A cosa serve il Daraprim?
Toxoplasmosi, Aids, tumore: queste sono solo alcune delle gravi patologie che il medicinale tratta con successo. L’acquisto dei diritti sul farmaco da parte della Turing Pharmaceuticals ha lasciato tutti senza parole. Il rischio oggettivo è che ora si cerchino alternative a questo medicinale, forse meno efficaci ma più accessibili, a discapito dei pazienti.
Il rialzo del costo dei medicinali nella storia
Certo, non si può dire che sia un caso così isolato. Anche in passato, la cicloserina passò da 500 dollari a 10.800 dollari per 30 pillole.
In questo caso, però, ci pensano i social a rendere la notizia subito nota e a sollevare lo sdegno comune. John Carroll, giornalista di Fierce Biotech, ha subito chiesto il perché di questa scelta di mercato, ma le risposte (su Twitter) sono state tutt’altro che soddisfacenti: Shkreli ha accusato Carroll di non pensare in modo logico.
Anche un paziente ha chiesto a Shkreli su Twitter “Ma come fai a dormire la notte?”, e lui ha risposto, semplicemente: “Lo sai bene, ambien”, ovvero grazie a un farmaco per curare l’insonnia. Forse, in questa risposta c’è il senso di tutto.