È vero che la pasta secca si può mangiare anche dopo la data di scadenza riportata sulla confezione?
Ecco tutto quello che c'è da sapere sul consumo di pasta scaduta.
Si può mangiare la pasta scaduta?
La pasta secca rientra in quella categoria di alimenti che non scadono praticamente mai.
Alla pari del riso, infatti, questo cibo così amato e presente sulle tavole degli italiani si può consumare tranquillamente anche dopo la data riportata sulla confezione.
Tra le caratteristiche della pasta rientra, infatti, proprio la sua lunga conservazione, dovuta al fatto che essa presenta una percentuale di umidità estremamente bassa, pari al 12,5%.
Ciò significa che la scadenza della pasta secca è molto lunga, arrivando fino a due anni/ due anni e mezzo dopo la data indicata sulla confezione se l'alimento è stato conservato in modo ottimale.
La quasi assenza di carica batterica o microbica è la caratteristica che permette a tale cibo di durare così a lungo, non a caso la normativa impone ai produttori di pasta di riportare la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro" e non "da consumare entro il".
La differenza tra le due etichette risiede nel fatto che nel caso della pasta l'indicazione "da consumarsi preferibilmente entro" significa che dopo tale data il produttore non garantisce più circa le caratteristiche organolettiche del prodotto.
Mangiare pasta secca scaduta, quindi, è sicuro anche dopo diversi mesi dalla data indicata sulla confezione, e non provoca alcun danno alla salute del consumatore.
Cosa succede quando si mangia la pasta scaduta
Mangiare pasta scaduta da diversi mesi non provoca particolari problematiche di salute, né intossicazioni alimentari, tuttavia può succedere che, se è trascorso molto tempo dalla data di confezionamento, essa può perdere le sue proprietà organolettiche originali.
Ciò significa che il suo gusto potrebbe essere più stantio e meno intenso, tuttavia una volta cotta la carica batterica sarà completamente annullata. Certamente mangiare pasta scaduta da 4 anni o più non è indicato, infatti, se è trascorso un periodo di tempo superiore ai 36 mesi, è preferibile riciclare la pasta in qualche altro modo che non preveda il suo consumo alimentare.
Per quanto riguarda la pasta all'uovo secca, le cose sono abbastanza simili, anche se la data di scadenza è leggermente inferiore.
Si tratta infatti di una tipologia di pasta al cui impasto sono state aggiunte delle uova intere di galline e, alla pari di quella di sola semola, anche questo tipo di pasta presenta un'umidità pari al 12,5%.
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La durata di conservazione può variare a seconda del produttore, tuttavia in genere essa può essere consumata fino a uno- due anni dalla data di produzione, ovviamente se conservata in modo ottimale.
Anche la pasta all'uovo scaduta può quindi essere mangiata senza problemi anche dopo l'indicazione temporale riportata sulla confezione, facendo attenzione a verificare che non siano presenti insetti o alterazioni nell'aspetto.
Come conservare la pasta secca
Mangiare la pasta scaduta da alcuni mesi è possibile, a patto che essa venga conservata in modo ottimale. Ciò significa che la confezione di pasta dev'essere mantenuta sigillata, al chiuso e all'interno di una dispensa fresca e pulita. Fondamentale, quindi, che essa si trovi lontano da fonti di luce di calore, nonché dall'umidità.
Se si dovessero notare dei rigonfiamenti sulla confezione, la pasta andrà buttata via, così come se fossero presenti insetti (le tipiche farfalline) che possono comprometterne la salubrità.
Per quanto riguarda la pasta già cotta, invece, se si decide di consumarla dopo qualche giorno è preferibile conservarla all'interno di contenitori ermetici di vetro o di plastica, chiudendola con il coperchio dopo che si sarà raffreddata, in modo che l'umidità e il calore non aumentino la proliferazione batterica. La pasta andrà comunque consumata nel giro di tre-quattro giorni.
Quando scade la pasta fresca?
La pasta fresca ha una durata nettamente inferiore rispetto a quella secca, infatti va consumata solitamente entro cinque giorni dalla data di produzione.
Il suo tasso di umidità, pari al 24%, incrementa il rischio di proliferazione batterica, non a caso essa va conservata a una temperatura non superiore a 4° e dev'essere sottoposta a un processo di pastorizzazione per poter essere venduta all'interno di confezioni.
Consumare pasta fresca scaduta è, quindi, molto più pericoloso rispetto alla pasta secca e impone qualche attenzione in più, soprattutto se si notano alterazioni nella forma, nell'odore o nella consistenza del prodotto.
Questa tipologia di alimento può infatti provocare problematiche di salute come intossicazioni alimentari e sintomi gastrointestinali, esattamente alla pari della pasta fresca all'uovo scaduta.