Doomscrolling: perché non riusciamo a staccare gli occhi dalle brutte notizie?

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Ottobre, 2024

Primo piano su un telefono durante lo scrolling

Il doomscrolling, o doomsurf, è un termine che descrive l'abitudine di dedicare troppo tempo alla lettura di notizie negative su dispositivi digitali.

È  quella tendenza che ci porta a scorrere in continuazione il feed sui social media o le notizie online, concentrandoci esclusivamente sulle notizie più catastrofiche, tristi o allarmanti.

Questo comportamento, diventato molto comune soprattutto negli ultimi anni, può avere un impatto negativo sul nostro benessere mentale ed emotivo.

Doomscrolling: facciamo chiarezza su cause e conseguenze

La parola "doom" significa "sventura" o "destino funesto", mentre "scrolling" indica l'azione di scorrere verso il basso una pagina web; quindi, quando parliamo di doomscrolling, ci riferiamo alla ricerca spasmodica e attiva di cattive notizie, quasi come se fossimo attratti da esse.

La psicologa clinica Abra Havens ci ricorda che la nostra attenzione è naturalmente attratta da ciò che potrebbe rappresentare un pericolo: questa reazione, radicata nella nostra storia evolutiva, è esacerbata dall'incessante flusso di notizie negative che riceviamo dai nostri dispositivi.

Cynthia Shaw, psicologa clinica ed esperta del dolore, aggiunge che il fattore shock associato a contenuti negativi può creare una dipendenza quasi morbosa, simile a quella che proviamo guardando un film horror.

Il senso di controllo o di convalida che traiamo dal doomscrolling è, secondo la dottoressa Shaw, un'illusione: per quanto ci sforziamo di informarci sulle brutte notizie, esse continueranno a accadere indipendentemente.

Sebbene non esistano studi scientifici definitivi, è chiaro che nessuno sperimenta un miglioramento del proprio benessere emotivo dopo aver passato del tempo a scorrere contenuti negativi.

Al contrario, queste abitudini ci conducono verso stati d'animo negativi come tristezza, disperazione e un eccessivo carico emotivo.

Quali potrebbero essere, nel concreto, le conseguenze del doomscrolling? Vediamole di seguito:

  • ansia e stress: l'esposizione continua a notizie negative può aumentare i livelli di ansia e stress, rendendoci più preoccupati e pessimisti;
  • umore depresso: il doomscrolling può contribuire allo sviluppo o all'aggravamento di disturbi dell'umore come la depressione;
  • disturbi del sonno: l'eccessiva esposizione a schermi luminosi prima di andare a dormire, unita al contenuto negativo, può interferire con il nostro ciclo del sonno;
  • sensazione di impotenza: la costante esposizione a notizie negative può farci sentire sopraffatti e incapaci di fare qualcosa per migliorare la situazione.

La dottoressa Shaw ci mette in guardia sui pericoli del doomscrolling, che non si limitano al benessere mentale: le notti insonni e i malesseri fisici sono spesso il prezzo da pagare per questa abitudine malsana.

Uno studio, pubblicato sul Journal of Computers in Human Behavior Reports, condotto su 800 studenti universitari statunitensi e iraniani, ha rivelato un legame preoccupante tra il doomscrolling.

Secondo i ricercatori l'esposizione costante a contenuti negativi agisce come un "trauma indiretto", minando le nostre certezze sulla vita e sul futuro. 

"Essere bombardati da notizie negative mette in discussione la nostra mortalità e il controllo che abbiamo sulle nostre vite", ha spiegato Reza Shabahang, a capo dello studio.

Alcuni consigli per cercare di interrompere il loop

Fortunatamente, esistono diversi modi per ridurre il tempo trascorso a scorrere notizie negative e per affrontare le emozioni che ne derivano.

Di seguito alcuni consigli da poter attuare:

Rallentare con lo scrolling

È facile perdersi nel vortice dei contenuti negativi online e non rendersi conto dell'impatto che hanno sulla nostra salute mentale: ecco perché la dottoressa Shaw suggerisce di rallentare il ritmo con cui consumiamo queste informazioni, prendendoci il tempo di riflettere su come ci fanno sentire. 

Si tratta di un semplice gesto che può aiutarci a capire se stiamo esagerando e a prendere decisioni più consapevoli.

Riflettere sul perché lo facciamo

C'è un momento in cui ci si rende conto di essere stati risucchiati in un vortice di contenuti, di aver perso la nozione del tempo: la dottoressa Havens ci invita a sfruttare questi momenti per riflettere sulle cause che ci hanno portato a quella situazione. 

Forse è stato un evento stressante, o semplicemente la necessità di una distrazione; comprendendo i nostri trigger, possiamo sviluppare delle strategie personalizzate per gestire meglio il nostro tempo online.

Impegnarsi con altre attività e imporre dei limiti

È come se fossimo ipnotizzati dallo schermo, incapaci di distogliere lo sguardo nemmeno di fronte a contenuti che ci turbano profondamente.

Per spezzare questo incantesimo, Shaw consiglia di mettere da parte il telefono o il computer e dedicarsi ad altro, nonché di disattivare le notifiche. Inoltre, propone di porre dei limiti precisi, come fissare un timer o disinstallare le app più problematiche.

Concentrarsi sul bello nella nostra vita

Il doomscrolling può generare un senso di impotenza e negatività; per contrastare questi effetti, la dottoressa Shaw consiglia di coltivare la gratitudine: concentrarsi sugli aspetti positivi della nostra vita può aiutarci a ritrovare un senso di benessere.

Andare alla radice del problema

Il doomscrolling può diventare una sorta di meccanismo di coping per affrontare lo stress e l'ansia; per questa ragione Havens suggerisce di scavare più a fondo e chiedersi cosa stiamo cercando di evitare: è affrontando le cause profonde del nostro malessere che potremmo ridurre la necessità di distrarci con notizie negative.

Forse è tempo di agire

Quando il doomscrolling ci fa sentire piccoli e inutili di fronte ai grandi problemi del mondo, potrebbe essere il momento di iniziare a contribuire attivamente alle cause che ci stanno a cuore. 

Invece di limitarci a consumare notizie negative, possiamo diventare parte della soluzione condividendo informazioni, facendo volontariato, sostenendo progetti sociali oppure, in generale, offrendo il nostro aiuto con i mezzi che abbiamo a disposizione.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
Arianna Bordi | Editor
in Mental health

242 articoli pubblicati

Contenuti correlati
Ragazza sdraiata sul letto di sera che scrolla
Brain rot o marciume cerebrale: è questa la parola che sintetizza il 2024 (e sì, c'entra la salute mentale)

Perché la parola "putrefazione del cervello" è diventata così popolare nel 2024? Scopri come l'eccessivo uso di internet e dei social media sta influenzando negativamente la nostra salute mentale.

Coppia sul letto davanti a PC e telefono
Il nuovo trend TikTok “ascoltiamo e non giudichiamo” è davvero un esempio positivo?

Il trend TikTok del momento ci invita ad ascoltare senza giudicare nella relazione. Ma è davvero così semplice? Analizziamo i pro e i contro di questa nuova tendenza.