Il vaccino universale sarà presto una realtà!

Federica Ferrazzano | Product Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 02 Settembre, 2015

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Da tempo gli scienziati stanno cercando di creare un vaccino in grado di proteggerci per un lungo periodo da tutti i tipi di virus influenzali. Ebbene, due gruppi di ricercatori in America sembra abbiano compiuto un grande passo verso la creazione di un vaccino universale, una panacea contro l’influenza.

Attualmente, i vaccini contro le epidemie influenzali sono composti da molecole in grado di attivarsi con un determinato tipo di virus, semplice da combattere ma in grado di cambiare e quindi ingannare il sistema immunitario producendo nuovi ceppi.

La scoperta

Due team di ricercatori sembrano aver trovato una strada alternativa per prevenirne la diffusione: attaccare una proteina del virus dell’influenza, la emoagglutinina (Ha), nella parte non soggetta a mutazione, evitandone la diffusione.

La proteina, infatti, è composta da due parti:

  • la testa soggetta a mutazioni
  • il corpo che rimane stabile

I test, finora condotti unicamente sugli animali, hanno raggiunto ottimi risultati, una volta vaccinati, questi resistono a quasi tutti i ceppi di influenza, compreso il famigerato H5N1, quello dell’influenza aviaria. Non è ancora chiaro quanto sarà lungo l’effetto del vaccino sull’uomo, saranno necessari anni di lavoro per comprenderne appieno l’efficacia.

La speranza dei ricercatori è di poter arrivare presto alla creazione di un vaccino universale, in grado di proteggere da tutti i diversi virus influenzali e le loro eventuali mutazioni.

La buona notizia è che a prescindere dalla creazione e da un futuro utilizzo di un vaccino universale, il mondo è più preparato di quanto non lo sia mai stato sia per l’influenza stagionale sia per quella pandemica… per il resto, non ci resta che attenderne gli sviluppi!

Federica Ferrazzano | Product Manager a Pazienti.it
Scritto da Federica Ferrazzano | Product Manager a Pazienti.it

Solare, spontanea e... ipocondriaca.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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