Da cosa era affetto il paziente?
Per la prima volta in Italia, nello specifico la delicata operazione si è tenuta a Padova, è stata applicata una protesi in titanio di mandibola a un paziente affetto da osteonecrosi. Tale malattia, detta anche necrosi avascolare, è un infarto del midollo e del tessuto osseo e causa:
- dolori articolari
- gonfiore articolare
- tenerezza articolare
- movimento limitato
Il trapianto della mandibola era fortemente necessario, a causa delle ricorrenti infezioni che compromettevano le principali funzioni vitali del paziente.
Come si è svolta l’operazione?
Il trapianto è durato 4 ore, si è concluso con successo ed è stato seguito da un’equipe medica formata da:
- medici ricercatori, Giorgia Saia e Giordana Bettini, coordinati da Alberto Bedogni;
- medici ingegneri, appartenenti alla divisione di Chirurgia maxillo-facciale dell’Azienda ospedaliera, diretti da Giuseppe Ferronato.
Al paziente è stata installata una mandibola artificiale in titanio, del peso di 26 grammi, dotata anche di tutti i fori necessari per l’inserimento di muscoli e nervi.
Come è stata costruita la protesi?
La protesi è stata costruita in modo personalizzato, in base alle necessità del paziente. In particolare, sono state sostituite la porzione compromessa dalla malattia, come condilo e mento, che sono parti indispensabili per le funzioni primarie di:
- articolazione della parola
- masticazione
- deglutizione
- aspetto esteriore
I realizzatori sono un gruppo di ricercatori di Padova, insieme anche a ingegneri e bio-ingegneri. Anche in questo caso, il computer ha svolto una funzione più che importante, elaborando l’immagine dello scheletro facciale del paziente, per mezzo della tomografia computerizzata. In tal modo, è stato possibile realizzare un modello 3D della mandibola.
Seguendo la tecnica del mirroring (cioè dello “specchiato”), è stato creato il lato mancante della mandibola sulla base di quello sano. Infine, un raggio laser ha ricostruito in titanio la mandibola nuova.
Quali sono gli aspetti positivi?
Grazie a questa nuova tecnica, rende noto l’Azienda ospedaliera di Padova, si possono ridurre i rischi di rigetto e di complicazioni. Inoltre, con un solo intervento, si rende possibile il recupero della forma del volto e della respirazione autonoma post-operatoria, così come la possibilità del paziente di alimentarsi senza accesso tracheostomico. Questo trapianto favorisce in generale un totale recupero della salute e dell’aspetto fisico del paziente.
Esistono altri benefici?
Secondo il dottor Giuseppe Ferronato, le protesi hanno un’ottima resistenza al trattamento chemio-radioterapico e possono essere impiegate nella cura dei tumori maligni al cavo orale, soprattutto per i pazienti critici che non potrebbero sopportare interventi lunghi e complessi di ricostruzione.