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Rytmonorm 150 mg compresse rivestite 30 compresse

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:

Rytmonorm (Propafenone) è un medicinale disponibile in compresse rivestite da 150 mg o da 300 mg o in capsule rigide a rilascio prolungato da 325 mg o da 425 mg.


Principio attivo

Il principio attivo di Rytmonorm è il Propafenone, un antiaritmico classe 1C.


A cosa serve

Rytmonorm è utilizzato nella prevenzione e nel trattamento di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di Wolff Parkinson White, quando associate a sintomi disabilitanti.


Come sospendere

A seconda della patologia per cui è stato prescritto Rytmonorm e del dosaggio prescritto, vi sono modalità di sospensione diverse: consultarsi, pertanto, con il medico per conoscerle.


Effetti collaterali

Tra gli effetti indesiderati molto comuni di Rytmonorm vi sono: capogiri, disturbi della conduzione cardiaca e palpitazioni.


Dove acquistare

Rytmonorm viene prescritto con ricetta medica ripetibile (RR); pertanto, si tratta di un farmaco acquistabile esclusivamente in farmacia.


Per ogni altra informazione si fa riferimento al bugiardino di Rytmonorm.

1. Indicazioni terapeutiche
Rytmonorm 150 mg e 300 mg Compresse rivestite e Rytmonorm 325 mg e 425 mg Capsule rigide a rilascio prolungato Prevenzione e trattamento di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di W.P.W., quando associate a sintomi disabilitanti. Rytmonorm 70 mg/20 ml Soluzione iniettabile per uso endovenoso Rapido controllo o profilassi a breve termine di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di W.P.W., quando associate a sintomi disabilitanti.
2. Posologia
La posologia dovrà essere come riportato di seguito, a meno di variazioni apportate dal medico. Rytmonorm 150 mg e 300 mg Compresse rivestite Posologia La dose deve essere adattata alle esigenze individuali dei pazienti. Adulti Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata è di 450–600 mg (una compressa da 150 mg tre volte al giorno o una compressa da 300 mg due volte al giorno). Occasionalmente può essere necessario un aumento della dose giornaliera fino a 900 mg (una compressa da 300 mg o due compresse da 150 mg tre volte al giorno). Questa dose giornaliera può essere superata solamente in casi eccezionali sotto stretto controllo cardiologico. Questi dosaggi si riferiscono a pazienti con peso corporeo di circa 70 kg. Le dosi giornaliere dovranno essere ridotte proporzionalmente per pazienti con peso corporeo inferiore. Non devono essere effettuati aumenti di dosaggio fino a che il paziente non abbia assunto il trattamento per 3 – 4 giorni. Nei pazienti che presentano un allargamento significativo del complesso QRS o un blocco AV di secondo o terzo grado, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio. La dose individuale di mantenimento deve essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente il monitoraggio dell’ECG e ripetuti controlli della pressione (fase di titolazione). Popolazioni speciali Anziani Complessivamente non sono state osservate differenze in termini di sicurezza o di efficacia tra i pazienti anziani. Tuttavia non può essere esclusa una maggiore sensibilità di alcuni soggetti più anziani, pertanto, questi pazienti devono essere attentamente monitorati. Il trattamento deve essere iniziato gradualmente e con particolare cautela in piccole dosi incrementali. Lo stesso vale per la terapia di mantenimento. Qualsiasi aumento di dosaggio, che potrebbe essere richiesto, deve essere iniziato dopo almeno 5 – 8 giorni di trattamento. Insufficienza epatica/renale Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica e/o renale, si potrebbe verificare un accumulo di farmaco dopo somministrazione di dosi terapeutiche standard. Tuttavia in pazienti in queste condizioni la dose di propafenone cloridrato può essere ulteriormente titolata sotto controllo dell’ECG e monitorando il livelli plasmatici (vedere paragrafo 5.2).Modo di somministrazione Per via del loro sapore amaro e per via dell’effetto anestetizzante locale del propafenone, le compresse devono essere deglutite intere (senza essere masticate) con un sorso di liquido. Rytmonorm 325 mg e 425 mg Capsule rigide a rilascio prolungato Posologia Adulti La dose di propafenone a rilascio prolungato deve essere titolata individualmente sulla base della risposta e della tollerabilità. Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata è di 650 mg (una capsula a rilascio prolungato di 325 mg due volte al giorno). Se è necessario un effetto terapeutico aggiuntivo, la dose di propafenone cloridrato (capsule a rilascio prolungato) può essere aumentata a 425 mg somministrati ogni dodici ore, dopo almeno 5 giorni. La dose individuale di mantenimento dovrà essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente ripetute valutazioni elettrocardiografiche e rilievi della pressione arteriosa (fase di aggiustamento posologico). Se la durata dell’intervallo QRS è prolungata o l’intervallo QT corretto per la frequenza è prolungato di oltre il 20%, la dose dovrà essere ridotta o sospesa fino alla normalizzazione del tracciato elettrocardiografico. Nei pazienti con blocco AV di secondo o terzo grado, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio. Popolazioni speciali Insufficienza epatica Propafenone cloridrato a rilascio prolungato viene estesamente metabolizzato attraverso un’ossidasi epatica saturabile. A causa dell’aumentata biodisponibilità ed emivita di eliminazione del propafenone cloridrato, potrebbe essere necessaria una riduzione della dose raccomandata (vedere paragrafo 5.2). Insufficienza renale L’eliminazione del metabolita principale del propafenone cloridrato a rilascio prolungato è influenzata dall’insufficienza renale, pertanto propafenone cloridrato deve essere somministrato con cautela (vedere paragrafo 5.2). Anziani Complessivamente non sono state osservate differenze in termini di sicurezza o di efficacia tra i pazienti anziani. Tuttavia non può essere esclusa una maggiore sensibilità di alcuni soggetti più anziani e pertanto, questi pazienti devono essere attentamente monitorati. La titolazione della dose in questi pazienti deve essere effettuata con particolare cautela.In pazienti anziani o in pazienti con gravi danni miocardici, così come per altri farmaci antiaritmici, la dose dovrà essere aumentata gradualmente effettuando uno speciale controllo durante la fase iniziale del trattamento. Popolazione pediatrica Propafenone cloridrato a rilascio prolungato non è stato studiato nei bambini e negli adolescenti. Modo di somministrazione Le capsule devono essere deglutite intere con un sorso di liquido. Non schiacciare né dividere ulteriormente il contenuto delle capsule. Rytmonorm 70 mg/20 ml Soluzione iniettabile per uso endovenoso Posologia Il dosaggio deve essere personalizzato e determinato sotto controllo dell’ECG e monitorando la pressione sanguigna. Quando si somministrano soluzioni per infusione, è necessario un accurato monitoraggio dell’ECG (intervallo QRS, PR e QTc) e dei parametri circolatori. La somministrazione intravenosa in dose singola è di 1 mg/kg di peso corporeo (corrispondente ad una fiala di 20 ml in pazienti di peso corporeo di 70 kg). Spesso l’effetto terapeutico desiderato può già essere raggiunto con una dose di 0,5 mg/kg di peso corporeo (corrispondenti a 10 ml di soluzione). Se necessario, la dose singola può essere aumentata a 2 mg/kg di peso corporeo (corrispondenti a 40 ml di soluzione). Il trattamento deve essere iniziato con la più bassa dose possibile, tenendo il paziente sotto attenta osservazione e stretto controllo elettrocardiografico e pressorio. Popolazioni speciali Insufficienza renale Propafenone cloridrato deve essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da insufficienza renale. Insufficienza epatica Il dosaggio deve essere adeguato ai pazienti affetti da insufficienza epatica. Modo di somministrazione L’iniezione intravenosa lenta deve essere somministrata entro un periodo di 3–5 minuti. L’intervallo tra due iniezioni non deve essere inferiore a 90–120 minuti. Se l’intervallo QRS risultasse prolungato o se si osservasse un allungamento dell’intervallo QT corretto per la frequenza di oltre il 20%, la somministrazione deve essere sospesa immediatamente. Infusione di breve durata Per infusione di breve durata (1–3 ore) la velocità di infusione è di 0,5–1 mg/min di Rytmonorm 70 mg/20 ml Soluzione iniettabile. Infusione lenta endovenosa Per infusione lenta endovenosa la massima dose giornaliera è generalmente di 560 mg (corrispondenti a 160 ml di soluzione). Per la preparazione dell’infusione deve essere utilizzata una soluzione di glucosio o fruttosio al 5%. A causa del potenziale di precipitazione, la soluzione fisiologica non è adatta alla preparazione della soluzione per infusione.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo (propafenone cloridrato), ad altre sostanze strettamente collegate dal punto di vista chimico o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Sindrome di Brugada nota. • Insufficienza cardiaca manifesta. • Cardiopatia strutturale significativa come: episodio di infarto miocardico negli ultimi tre mesi, insufficienza cardiaca congestizia incontrollata in cui l’output (frazione di eiezione) del ventricolo sinistro è minore del 35%, shock cardiogeno (ad eccezione di quello provocato da aritmia), grave bradicardia sintomatica, gravi disturbi preesistenti della conduzione dell’eccitamento a livello senoatriale, atrioventricolare ed intraventricolare, malattia del nodo del seno atriale (sindrome bradicardia–tachicardia), difetti di conduzione atriale, blocco atrioventricolare di secondo grado o di grado maggiore o blocco di branca o blocco distale in assenza di un pacemaker artificiale, marcata ipotensione. • Disturbi manifesti del bilancio elettrolitico (ad es. disturbi del metabolismo del potassio). • Gravi pneumopatie ostruttive. • Miastenia grave. • Generalmente controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.6). • Controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6). • È controindicata la somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e ritonavir (vedere paragrafo 4.5).
4. Avvertenze
È essenziale valutare dal punto di vista elettrocardiografico e clinico ogni paziente cui venga somministrato propafenone cloridrato prima e durante la terapia allo scopo di determinare se la risposta al propafenone cloridrato sia tale da giustificare un uso continuativo. Dopo somministrazione di propafenone può rivelarsi la Sindrome di Brugada oppure possono essere provocate alterazioni dell’elettrocardiogramma (ECG) simili al Brugada nei portatori precedentemente asintomatici della sindrome. Una volta iniziata la terapia con propafenone deve essere eseguito un ECG per escludere alterazioni indicative della Sindrome di Brugada. Propafenone cloridrato può peggiorare la miastenia grave.La frequenza e la soglia di sensibilità dei pace–makers possono subire alterazioni durante la terapia con propafenone. Perciò il funzionamento dei pace–maker dovrà essere opportunamente verificato durante la terapia e se necessario riprogrammato. Esiste un potenziale di conversione della fibrillazione atriale parossistica in flutter atriale con conseguente blocco della conduzione 2:1 o conduzione 1:1 (vedere paragrafo 4.8). Come con altri farmaci antiaritmici di classe IC, nei pazienti affetti da cardiopatia strutturale significativa si possono più facilmente manifestare gravi eventi avversi, pertanto, propafenone cloridrato è controindicato in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3). In caso di pregresso infarto miocardico, l’uso di Rytmonorm deve essere limitato al trattamento delle aritmie ventricolari che mettono in pericolo la vita del paziente. In pazienti che presentano una alterata funzionalità epatica o renale, può verificarsi accumulo di farmaco anche con la somministrazione di dosi terapeutiche di Rytmonorm. Tuttavia, sotto costante controllo elettrocardiografico, questi pazienti possono essere trattati con Rytmonorm a dosi ridotte. Propafenone cloridrato deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con ostruzione delle vie aeree (per es. asma) a causa dell’attività beta–bloccante. Somministrare con cautela in pazienti con broncopneumopatia ostruttiva poiché l’attività beta–bloccante del propafenone può aumentare le resistenze delle vie respiratorie. Durante infusione continua è consigliato un monitoraggio accurato del tracciato elettrocardiografico e del valore della pressione arteriosa.
5. Interazioni
In caso di impiego contemporaneo di anestetici locali (per esempio durante l’impianto di pace–makers, interventi chirurgici od odontoiatrici) nonchè di altri farmaci che determinano un effetto inibitorio sulla frequenza cardiaca e/o sulla contrattilità del miocardio (per esempio beta–bloccanti, antidepressivi triciclici) deve essere tenuta in considerazione la possibilità di un potenziamento degli effetti collaterali di Rytmonorm. Sono stati riscontrati aumenti dei livelli plasmatici di ciclosporina, teofillina, desipramina, propranololo, metoprololo e digossina a seguito della somministrazione contemporanea di questi farmaci con propafenone. Le dosi di questi medicinali devono essere ridotte, secondo le esigenze, se si osservano segni di sovradosaggio. L’uso concomitante di propafenone e fenobarbitale e/o rifampicina (induttori del CYP3A4) può ridurre l’efficacia antiaritmica del propafenone come risultato della riduzione della concentrazione plasmatica di propafenone. Si richiede un attento monitoraggio della risposta alla terapia con propafenone durante la co–somministrazione cronica con fenobarbital e/o rifampicina. Gli anticoagulanti orali possono interagire con propafenone, con conseguente potenziamento dell’effetto anticoagulante. Si raccomanda quindi di controllare accuratamente i parametri della coagulazione di quei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti orali (ad esempio, fenprocumone, warfarina) e propafenone poichè quest’ultimo può potenziare l’efficacia di tali farmaci causando un aumento del tempo di protrombina. Le dosi di questi medicinali devono essere modificate, se necessario. Farmaci che inibiscono CYP2D6, CYP1A2 e CYP3A4 come chetoconazolo, cimetidina, chinidina, eritromicina e succo di pompelmo possono causare un incremento dei livelli di propafenone. Quando propafenone viene somministrato con inibitori di questi enzimi, i pazienti devono essere attentamente monitorati e la dose modificata di conseguenza. La co–somministrazione del propafenone con farmaci metabolizzati dal CYP2D6 (come la venlafaxina) può causare un aumento dei livelli di questi farmaci. Il propafenone è controindicato in co–somministrazione con ritonavir per il potenziale aumento delle concentrazioni plasmatiche del propafenone (vedere paragrafo 4.3). La terapia di combinazione di amiodarone e propafenone può avere effetti sulla conduzione e sulla ripolarizzazione cardiaca e condurre ad anomalie potenzialmente proaritmiche. Possono essere richiesti degli aggiustamenti posologici per entrambi i composti sulla base della risposta terapeutica. L’uso concomitante del propafenone e della lidocaina non ha evidenziato effetti significativi sulla farmacocinetica. Tuttavia, è stato riportato che la co–somministrazione del propafenone e della lidocaina endovena aumenta il rischio di reazioni avverse associate alla lidocaina sul sistema nervoso centrale. Si possono presentare livelli plasmatici elevati di propafenone quando viene somministrato in concomitanza con SSRI, come la fluoxetina e la paroxetina. La somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e fluoxetina nei metabolizzatori estensivi incrementa i valori di Cmax e AUC del S–propafenone del 39% e 50% e di Cmax ed AUC del R–propafenone del 71% e 50% rispettivamente. Basse dosi di propafenone possono essere sufficienti per provocare la risposta terapeutica desiderata. Popolazione pediatrica Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti. Non è noto se l’entità delle interazioni nell’età pediatrica è simile a quella negli adulti.
6. Effetti indesiderati
Le più frequenti e molto comuni reazioni avverse correlate alla terapia con propafenone sono: capogiri, disturbi della conduzione cardiaca e palpitazioni. Tabella riepilogativa delle reazioni avverse La seguente tabella mostra le reazioni avverse che si sono verificate in almeno uno degli 885 pazienti trattati con propafenone cloridrato a rilascio prolungato in cinque studi di fase II e due studi di fase III. Per formulazioni di propafenone cloridrato a rilascio immediato si prevede che le reazioni avverse e la frequenza con cui si manifestano siano simili. La seguente tabella include anche le reazioni avverse riportate nell’esperienza post–marketing. Le reazioni considerate almeno possibilmente correlate all’assunzione di propafenone cloridrato sono descritte secondo la classificazione per sistemi e organi e per frequenza utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1000 a <1/100) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità, quando la gravità può essere valutata.
Classificazione per sistemi e organi Molto comune ≥1/10 Comune da ≥1/100 a <1/10 Non comune da ≥1/1000 a <1/100 Non nota (non può essere definita dai dati disponibili)
Patologie del sistema emolinfopoietico     Trombocitopenia Agranulocitosi, Leucopenia, Granulocitopenia
Disturbi del sistema immunitario       Ipersensibilità¹
Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Diminuzione dell’appetito  
Disturbi psichiatrici   Ansia, Disturbi del sonno Incubi Stato confusionale
Patologie del sistema nervoso Capogiro² Mal di testa, Disgeusia (alterazione del gusto) Sincope, Atassia, Parestesia Convulsioni, Sintomi extrapiramidali, Irrequietezza
Patologie dell’occhio   Visione offuscata    
Patologie dell’orecchio e del labirinto     Vertigine  
Patologie cardiache Disturbi della conduzione cardiaca³, Palpitazioni Bradicardia sinusale, Bradicardia, Tachicardia, Flutter atriale Tachicardia ventricolare, Aritmia4 Fibrillazione ventricolare, Insufficienza cardiaca5, Frequenza cardiaca ridotta
Patologie vascolari     Ipotensione Ipotensione ortostatica
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Dispnea    
Patologie gastrointestinali   Dolore addominale, Vomito, Nausea, Diarrea, Costipazione, Secchezza delle fauci Distensione addominale, Flatulenza Conati di vomito, Disturbi gastrointestinali
Patologie epatobiliari   Alterazione della funzionalità epatica6   Danno epatocellulare, Colestasi, Epatite, Ittero
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     Orticaria, Prurito, Rash cutaneo, Eritema  
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo       Sindrome Lupus–simile
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella     Disfunzione erettile Diminuzione del numero di spermatozoi7
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Dolore toracico, Astenia, Fatica, Piressia    
1 Potrebbero manifestarsi colestasi, discrasie del sangue e rash cutaneo. 2 Escluso vertigini. 3 Compreso blocco senoatriale, blocco atrioventricolare e blocco intraventricolare. 4 Propafenone può essere associato ad effetti proaritmici che si manifestano come un aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) o fibrillazione ventricolare. Alcune di queste aritmie possono essere pericolose per la vita e possono richiedere rianimazione per evitare un esito potenzialmente fatale. 5 Può verificarsi un aggravamento della preesistente insufficienza cardiaca. 6 Questo termine comprende alterazione dei test di funzionalità epatica, quali aumento dell’aspartato aminotransferasi, aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento della gamma–glutamiltransferasi e aumento della fosfatasi alcalina nel sangue. 7 La diminuzione del numero di spermatozoi è reversibile dopo la sospensione di propafenone. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo "www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili".
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non esistono studi adeguati e ben controllati sulle donne in gravidanza. Propafenone deve essere assunto in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto. È noto che propafenone cloridrato sia in grado di superare la barriera placentare nell’uomo. La concentrazione del propafenone nel cordone ombelicale risulta essere circa il 30% di quella nel sangue materno. L’assunzione di Rytmonorm durante la gravidanza deve essere effettuata nei casi di riconosciuta ed effettiva necessità, sotto diretto controllo medico. Allattamento Non vi sono studi riguardanti l’escrezione del propafenone nel latte materno. Dati limitati inducono a ritenere che propafenone possa essere escreto nel latte materno. Propafenone deve essere usato con cautela nelle mamme che allattano. A causa dei potenziali gravi effetti indesiderati sul neonato, il medico dovrebbe decidere se fare interrompere l’allattamento o l’impiego del farmaco, considerando l’importanza di quest’ultimo per la madre.
8. Conservazione
Rytmonorm 150 mg e 300 mg Compresse rivestite Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione. Rytmonorm 325 mg e 425 mg Capsule rigide a rilascio prolungato Conservare il medicinale a temperatura inferiore ai 30° C. Rytmonorm 70 mg/20 ml Soluzione iniettabile per uso endovenoso Conservare il medicinale a temperatura compresa tra 15° C e 25° C.
9. Principio attivo
Rytmonorm 150 mg Compresse rivestite Una compressa rivestita contiene: • Principio attivo: propafenone cloridrato 150 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. Rytmonorm 300 mg Compresse rivestite Una compressa rivestita contiene: • Principio attivo: propafenone cloridrato 300 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. Rytmonorm 325 mg Capsule rigide a rilascio prolungato Una capsula rigida a rilascio prolungato contiene: • Principio attivo: propafenone cloridrato 325 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. Rytmonorm 425 mg Capsule rigide a rilascio prolungato Una capsula rigida a rilascio prolungato contiene: • Principio attivo: propafenone cloridrato 425 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. Rytmonorm 70mg/20ml Soluzione iniettabile per uso endovenoso Una fiala da 20 ml contiene: • Principio attivo: propafenone cloridrato 70 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Rytmonorm 150 mg e 300 mg Compresse rivestite Amido pregelificato, copovidone, crospovidone, ipromellosa, macrogol 6000, magnesio stearato, sodio laurilsolfato, talco, titanio diossido. Rytmonorm 325 mg e425 mg Capsule rigide a rilascio prolungato Ipromellosa, magnesio stearato. Composizione della capsula: gelatina, ossido di ferro rosso (E 172), sodio laurilsolfato, titanio diossido (E 171). Rytmonorm 70 mg/20 ml Soluzione iniettabile per uso endovenoso Acqua per preparazioni iniettabili, glucosio.
11. Sovradosaggio
Sintomi di sovradosaggio Se si verificassero sintomi di sovradosaggio dovrebbero essere determinate le concentrazioni plasmatiche del farmaco e dovrebbero essere adeguatamente ridotte le dosi somministrate. Sintomi miocardici Gli effetti del sovradosaggio da propafenone cloridrato sul miocardio si manifestano come disordini della genesi dell’impulso e della conduzione come il prolungamento del tratto PQ, allargamento del QRS, blocco dell’automatismo del nodo del seno, blocco atrioventricolare, tachicardia ventricolare, flutter ventricolare e fibrillazione ventricolare. Riduzione della contrattilità (effetto inotropo negativo) può causare ipotensione che, in casi gravi, può portare a shock cardiovascolare. Sintomi non–cardiaci Mal di testa, capogiro, visione offuscata, parestesie, tremori, nausea, costipazione e secchezza delle fauci possono verificarsi frequentemente in caso di sovradosaggio. In casi estremamente rari di sovradosaggio, possono verificarsi convulsioni e decesso. In casi gravi di avvelenamento, si possono verificare convulsioni tonico–cloniche, parestesia, sonnolenza, coma e arresto respiratorio. Trattamento : In aggiunta alle generali misure di emergenza, i parametri vitali del paziente devono essere monitorati in terapia intensiva e rettificati a seconda dei casi. La defibrillazione così come l’infusione di dopamina e isoproterenolo sono stati efficaci nel controllare il ritmo e la pressione sanguigna. Le convulsioni sono state alleviate con diazepam per via endovenosa. Possono essere necessarie misure generali di supporto come l’assistenza meccanica respiratoria e il massaggio cardiaco esterno. In caso di sovradosaggio da propafenone cloridrato, a causa dell’elevato legame proteico (>95%) e del largo volume di distribuzione, l’emodialisi risulta inefficace ed i tentativi di eliminazione attraverso l’emoperfusione hanno un’efficacia limitata.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).