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Pantoprazolo Sand 40mg compresse gastroresistenti 14 compresse in blister al/opa/al/pvc

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età • esofagite da reflusso Adulti • Eradicazione dell’Helicobacter pylori (H. pylori) in combinazione con appropriata terapia antibiotica in pazienti con H. pylori associato a ulcere • Ulcere gastriche e duodenali • Sindrome di Zollinger–Ellison e altre condizioni che producono troppo acido nello stomaco
2. Posologia
Posologia raccomandata Adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età Esofagite da reflusso Una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Sandoz 40 mg al giorno. In singoli casi, la dose può essere raddoppiata (fino a due compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Sandoz 40 mg al giorno), in particolare in assenza di risposta ad altri trattamenti. Un periodo di trattamento di 4 settimane è generalmente richiesto per il trattamento dell’esofagite da reflusso. Se ciò non fosse sufficiente, il sollievo dei sintomi verrà di norma raggiunto entro ulteriori 4 settimane. Adulti Eradicazione di H. pylori in combinazione con due antibiotici appropriati Nei pazienti H. pylori positivi con ulcere gastriche e duodenali, l’eradicazione del batterio deve essere eseguita attraverso una terapia combinata. Devono essere tenute in considerazione le linee guida ufficiali locali (ad esempio raccomandazioni nazionali) relative alla resistenza batterica e l’uso appropriato e la prescrizione degli agenti antibatterici. A seconda del modello della resistenza, le seguenti combinazioni possono essere raccomandate per l’eradicazione di H. pylori: a) una compressa di Pantoprazolo Sandoz 40 mg due volte al giorno + 1000 mg di amoxicillina due volte al giorno + 500 mg di claritromicina due volte al giorno b) una compressa di Pantoprazolo Sandoz 40 mg due volte al giorno + 400 – 500 mg di metronidazolo (o tinidazolo 500 mg) due volte al giorno + 250 – 500 mg di claritromicina due volte al giorno c) una compressa di Pantoprazolo Sandoz 40 mg due volte al giorno + 1000 mg di amoxicillina due volte al giorno + 400 – 500 mg di metronidazolo (o 500 mg di tinidazolo) due volte al giorno Nella terapia di combinazione per l’eradicazione dell’infezione da H. pylori, la seconda compressa di Pantoprazolo Sandoz 40 mg deve essere presa 1 ora prima di cena. La terapia di combinazione è implementata per 7 giorni in generale e può essere prolungata per altri 7 giorni per una durata complessiva di due settimane. Se, per garantire la guarigione delle ulcere, è indicato l’ulteriore trattamento con pantoprazolo, si devono considerare le raccomandazioni di dose per le ulcere duodenali e gastriche. Se la terapia di combinazione non è un’opzione, ad esempio se il paziente è risultato negativo per H. pylori, le linee guida si applicano per le seguenti dosi di Pantoprazolo Sandoz 40 mg in monoterapia: Trattamento dell’ulcera gastrica Una compressa di Pantoprazolo Sandoz 40 mg al giorno. In singoli casi la dose può essere raddoppiata (aumento a due 2 compresse di Pantoprazolo Sandoz 40 mg al giorno), in particolare quando non vi è stata alcuna risposta ad altri trattamenti. Un periodo di 4 settimane è di solito necessario per il trattamento delle ulcere gastriche. Se questo non è sufficiente, la guarigione verrà solitamente raggiunta entro 4 settimane. Trattamento dell’ulcera duodenale Una compressa di Pantoprazolo Sandoz 40 mg al giorno. In singoli casi la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse di Pantoprazolo Sandoz 40 mg al giorno) soprattutto quando non vi è stata alcuna risposta al trattamento. Un ulcera duodenale guarisce in genere entro 2 settimane. Se un periodo di 2 settimane di trattamento non è sufficiente, la guarigione verrà raggiunta nella maggior parte dei casi entro ulteriori 2 settimane. Sindrome di Zollinger–Ellison ed altri disturbi che comportano ipersecrezione patologica Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger–Ellison e di altri disturbi che comportano ipersecrezione patologica, i pazienti possono iniziare con una dose giornaliera di 80 mg (due compresse di Pantoprazolo Sandoz 40 mg). Quindi la dose può essere aumentata o ridotta in base alle determinazioni della secrezione acida. Dosi superiori a 80 mg al giorno devono essere suddivise in due somministrazioni giornaliere. È possibile aumentare temporaneamente la dose al di sopra di 160 mg, tuttavia non più a lungo del necessario per raggiungere un adeguato controllo della secrezione acida. La durata del trattamento della sindrome di Zollinger–Ellison ed altre condizioni di ipersecrezione patologiche non è limitata e deve essere adattata in base alle esigenze cliniche. Dosaggio in popolazioni speciali di pazienti Bambini di età inferiore ai 12 anni L’uso di Pantoprazolo Sandoz 40 mg non è raccomandato nei bambini di età inferiore ai 12 anni, a causa della scarsità di dati relativi alla sua sicurezza ed efficacia in questa fascia d’età. Compromissione della funzionalità epatica Una dose giornaliera di 20 mg (1 compressa da 20 mg) non deve essere superata in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica. Pantoprazolo Sandoz 40 mg non deve essere utilizzato in associazione al trattamento per l’eradicazione di H. pylori nei pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave in quanto attualmente non sono disponibili dati sull’efficacia e la sicurezza di Pantoprazolo Sandoz 40 mg in trattamento combinato di questi pazienti (vedere paragrafo 4.4). Compromissione della funzionalità renale Non è necessario un aggiustamento di dose nei pazienti con compromissione della funzionalità renale. Pantoprazolo Sandoz 40 mg non deve essere utilizzato in combinazione al trattamento dell’eradicazione dell’H. pylori in pazienti con compromissione della funzionalità renale poiché attualmente non sono disponibili dati sull’efficacia e sicurezza di Pantoprazolo Sandoz 40 mg in trattamento combinato per questi pazienti. Pazienti anziani Non è necessario alcun aggiustamento di dose nei pazienti anziani. Modo di somministrazione Le compresse non devono essere masticate o spezzate e devono essere deglutite intere un’ora prima di un pasto, con dell’acqua.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ai sostituti dei benzimidazolici, o a uno degli altri eccipienti di Pantoprazolo Sandoz 40 mg elencati al paragrafo 6.1 o a uno dei prodotti della combinazione.
4. Avvertenze
Compromissione della funzionalità epatica Nei pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica gli enzimi epatici devono essere monitorati durante la terapia, in particolare per l’uso a lungo termine. Nel caso di un aumento degli enzimi epatici il trattamento deve essere sospeso (vedere il paragrafo 4.2). Terapia combinata In caso di terapia combinata si deve tenere conto di quanto riportato nei riassunti delle caratteristiche dei relativi prodotti.In presenza di sintomi allarmanti In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (per esempio significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando è presente o si sospetta ulcera gastrica, deve essere esclusa la malignità, poiché il trattamento con pantoprazolo può alleviarne i sintomi e ritardarne la diagnosi. Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato, deve essere considerata l’opportunità di effettuare ulteriori analisi. Co–somministrazione con atazanavir La co–somministrazione di atazanavir con inibitori della pompa protonica non è raccomandata (vedere il paragrafo 4.5). Se la combinazione di atazanavir con un inibitore della pompa protonica è ritenuta inevitabile, si consiglia un attento monitoraggio clinico (per esempio della carica virale), in combinazione con un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100 mg di ritonavir. Non deve essere superata la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo. Influenza sull’assorbimento della vitamina B12 Nei pazienti con sindrome Zollonger–Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione che necessitano di trattamento a lungo termine, Pantoprazolo, come tutti i medicinali acido–bloccanti, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo– o acloridria. Questa eventualità deve essere considerata nei pazienti con scorte ridotte o con fattori di rischio che riducono l’assorbimento della vitamina B12 nel trattamento a lungo termine o quando si osservano i relativi sintomi clinici. Trattamento a lungo termine Nel trattamento a lungo termine, soprattutto quando si supera un anno di trattamento, i pazienti devono essere regolarmente monitorati. Fratture ossee Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosi elevate e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, sopratutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio. Ipomagnesiemia È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, capogiri e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia, nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici). Infezioni gastrointestinali causate da batteri Come per tutti gli inibitori della pompa protonica (PPI), è lecito prevedere che anche pantoprazolo possa aumentare la conta dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con Pantoprazolo Sandoz 40 mg può provocare un lieve aumento del rischio di infezioni gastrointestinali causate da batteri come Salmonella e Campylobacter e C. Difficile. Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS) Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunità di interrompere il trattamento con Pantoprazolo Sandoz. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica. Interferenza con esami di laboratorio Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Pantoprazolo Sandoz deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica. Questo medicinale contiene l’agente colorante Ponceau 4R lacca di alluminio (E124), che può provocare reazioni allergiche.
5. Interazioni
Effetto di pantoprazolo sull’assorbimento di altri medicinali A causa dell’inibizione intensa e di lunga durata della secrezione di acido gastrico, pantoprazolo può ridurre l’assorbimento di farmaci con una biodisponibilità dipendente dal pH gastrico, per esempio alcuni antifungini azolici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo e altri medicinali come erlotinib. Medicinali per il trattamento dell’HIV (atazanavir)La co–somministrazione di atazanavir e di altri medicinali per il trattamento dell’HIV il cui assorbimento è pH–dipendente con inibitori della pompa protonica può provocare una riduzione significativa della biodisponibilità di questi medicinali e comprometterne l’efficacia. Pertanto la co–somministrazione di inibitori della pompa protonica con atazanavir non è raccomandata (vedere il paragrafo 4.4). Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin) Sebbene negli studi di farmacocinetica non sia stata osservata alcuna interazione durante la somministrazione concomitante di fenprocumone o warfarin, durante il trattamento concomitante nel periodo post–marketing sono stati riportati alcuni casi isolati di alterazioni dell’International Normalized Ratio (INR). Pertanto nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici (per esempio fenprocumone o warfarin) si consiglia il monitoraggio del tempo di protrombina/INR dopo l’inizio o la sospensione o durante l’uso irregolare di pantoprazolo. Metotrexato In alcuni pazienti è stato segnalato un aumento dei livelli di metotrexato in seguito all’utilizzo concomitante di metotrexato ad elevati dosaggi (per es. 300 mg) e inibitori di pompa protonica. Pertanto nelle situazioni in cui il metotrexato è utilizzato ad elevati dosaggi, come per es. cancro e psoriasi, è necessario considerare una sospensione temporanea del trattamento con pantoprazolo. Altri studi di interazione Pantoprazolo viene ampiamente metabolizzato nel fegato attraverso il sistema enzimatico del citocromo P450. La principale via metabolica è la demetilazione da parte del CYP2C19 e altre vie metaboliche comprendono l’ossidazione da parte del CYP3A4. Studi di interazione con i farmaci egualmente metabolizzati tramite queste vie, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno evidenziato interazioni clinicamente significative. I risultati di una serie di studi di interazione dimostrano che pantoprazolo non influenza il metabolismo dei principi attivi metabolizzati dal CYP1A2 (come caffeina, teofillina), dal CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), dal CYP2D6 (come metoprololo), dal CYP2E1 (come etanolo) né interferisce con l’assorbimento di digossina correlato alla p–glicoproteina. Non si sono verificate interazioni con antiacidi somministrati in concomitanza. Sono stati effettuati studi di interazione anche somministrando pantoprazolo in concomitanza con i relativi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non è stata identificata alcuna interazione clinicamente rilevante.
6. Effetti indesiderati
Si può prevedere che il 5% circa dei pazienti manifesti reazioni avverse da farmaco (ADR). Le reazioni avverse più comunemente riportate sono diarrea e cefalea, entrambe verificatesi nell’1% circa dei pazienti. La tabella seguente elenca le reazioni avverse segnalate con pantoprazolo, suddivise in base alla seguente classificazione della frequenza: Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Per tutte le reazioni avverse segnalate dall’esperienza post–marketing non è possibile stimare la frequenza, motivo per cui sono elencate con frequenza "non nota".Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. Tabella 1. Reazioni avverse con pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza post–marketing
Frequenza Non comune Raro Molto raro Non nota
Classificazione per sistemi ed organi
Patologie del sistema emolinfopoietico   Agranulocitosi Trombocitopenia; Leucopenia, pancitopenia  
Disturbi del sistema immunitario   Ipersensibilità (compresi reazioni anafilattiche e shock anafilattico)    
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Iperlipidemia e aumenti dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); alterazioni del peso   Iponatremia Ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.4) Ipocalcemia in associazione con ipomagnesemia; Ipopotassiemia
Disturbi psichiatrici Disturbi del sonno Depressione (e tutte le relative aggravanti) Disorientamento (e tutte le relative aggravanti) Allucinazioni; confusione (specialmente nei pazienti predisposti, oltre a peggioramento di questi sintomi nel caso di pre–esistenza)
Patologie del sistema nervoso Cefalea; capogiri Disturbi del gusto   Parestesia
Patologie dell’occhio   Disturbi della vista/offuscamento della vista    
Patologie gastrointestinali Diarrea; nausea/vomito; distensione e gonfiore addominale; costipazione; bocca secca; dolore e fastidio addominale      
Patologie epatobiliari Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ–GT) Aumento della bilirubina   Danno epatocellulare; ittero; insufficienza epatocellulare
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea/esantema/ eruzione; prurito Orticaria; angioedema   Sindrome di Stevens–Johnson; sindrome di Lyell; eritema multiforme; fotosensibilità Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere il paragrafo 4.4).
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4) Artralgia; mialgia   Spasmo muscolare come conseguenza di disturbi elettrolitici
Patologie renali e urinarie       Nefrite interstiziale (con possibile progressione a insufficienza renale)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Ginecomastia    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, affaticamento e malessere Aumento della temperatura corporea; edema periferico    
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili dati adeguati sull’uso di pantoprazolo nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere il paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto. Pantoprazolo Sandoz 40 mg non deve essere usato durante la gravidanza, a meno che non sia evidentemente necessario. Allattamento al seno Gli studi sugli animali hanno dimostrato secrezione di pantoprazolo nel latte materno. È stata riportata anche secrezione nel latte umano, pertanto la decisione se continuare o sospendere l’allattamento al seno o continuare o sospendere la terapia con Pantoprazolo Sandoz 40 mg deve essere presa dopo aver considerato i benefici dell’allattamento al seno per il bambino rispetto a quelli della terapia con Pantoprazolo Sandoz per la madre. Fertilità In studi sugli animali non c’è stata un’evidenza riguardo la compromissione della fertilità in seguito alla somministrazione di pantoprazolo (vedere paragrafo 5.3).
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede speciali condizioni di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa gastroresistente contiene 40 mg di pantoprazolo (come pantoprazolo sodico sesquidrato). Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa gastroresistente contiene 2 mcg di agente colorante Ponceau 4R lacca di alluminio (E124). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa Calcio stearato Cellulosa microcristallina Crospovidone Idrossipropilcellulosa (tipo EXF) Sodio carbonato anidro Silice colloidale anidra Rivestimento Ipromellosa Ferro ossido giallo (E172) Macrogol 400 Copolimero dell’acido metacrilico–etil acrilato (1:1) Polisorbato 80 Ponceau 4R lacca di alluminio (E124) Giallo chinolina lacca di alluminio (E104) Sodio lauril solfato Titanio diossido (E171) Trietilcitrato.
11. Sovradosaggio
Nell’uomo non sono noti sintomi di sovradosaggio. Esposizioni sistemiche con dosi fino a 240 mg somministrate per via endovenosa nell’arco di 2 minuti sono state ben tollerate. Poiché pantoprazolo si lega in modo esteso alle proteine, non è prontamente dializzabile. In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, applicare le consuete norme della terapia per l’intossicazione.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).