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Pantoprazolo Mac 40mg compresse gastroresitenti 28 compresse in blister opa/al/pvc-al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Pantoprazolo Macleods è indicato negli adulti e adolescenti a partire da 12 anni per il trattamento di : • Esofagite da reflusso. Pantoprazolo Macleods è indicato negli adulti per il trattamento di: • Eradicazione di Helicobacter pylori (H. pylori) in combinazione con la terapia antibiotica appropriata in pazienti con ulcere associate a H. pylori. • Ulcera gastrica e duodenale. • Sindrome di Zollinger–Ellison e altre condizioni da ipersecrezione patologica.
2. Posologia
Posologia Adulti e adolescenti a partire da 12 anni: Esofagite da reflusso Una compressa di Pantoprazolo al giorno. In casi particolari la dose può essere raddoppiata (aumentare a 2 compresse di Pantoprazolo al giorno), soprattutto nel caso in cui non ci sia stata risposta ad altro trattamento. È generalmente necessario un periodo di 4 settimane per il trattamento dell’esofagite da reflusso. Se non bastasse, la guarigione si ottiene generalmente entro ulteriori 4 settimane. Adulti : Eradicazione di H. pylori in combinazione con due antibiotici appropriati: Nei pazienti H. pylori positivi con ulcere gastriche e duodenali, è consigliabile ottenere l’eradicazione del batterio con una terapia di associazione. Fare riferimento alle linee guida locali ufficiali (ad es. raccomandazioni nazionali) relative alla resistenza batterica, nonché all’uso e alla prescrizione appropriati degli antibiotici. A seconda del modello di resistenza, per l’eradicazione di H. pylori possono essere raccomandate le seguenti associazioni: a) Una compressa di Pantoprazolo due volte al giorno + amoxicillina 1000 mg due volte al giorno + claritromicina 500 mg due volte al giorno b) Una compressa di Pantoprazolo due volte al giorno + metronidazolo 400–500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al giorno + claritromicina 250–500 mg due volte al giorno c) Una compressa di Pantoprazolo due volte al giorno + amoxicillina 1000 mg due volte al giorno + metronidazolo 400–500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al giorno Nella terapia di associazione per l’eradicazione dell’infezione da H. pylori, la seconda compressa gastroresistente di Pantoprazolo 40 mg deve essere presa 1 ora prima del pasto serale. La terapia di associazione viene seguita generalmente per 7 giorni e può essere prolungata per altri 7 giorni, fino a una durata massima totale di due settimane. Se, per garantire la guarigione delle ulcere, è indicato un ulteriore trattamento con pantoprazolo, attenersi alle raccomandazioni sul dosaggio per le ulcere gastriche e duodenali. Se la terapia di associazione non rientra nelle alternative, ad es. se il paziente è negativo per H. pylori, attenersi alle seguenti linee guida sul dosaggio relative alla monoterapia con pantoprazolo. Trattamento dell’ulcera gastrica Una compressa di Pantoprazolo al giorno. In casi particolari la dose può essere raddoppiata (aumentare a 2 compresse di Pantoprazolo al giorno), soprattutto nel caso in cui non ci sia stata risposta ad altro trattamento. È generalmente necessario un periodo di 4 settimane per il trattamento delle ulcere gastriche. Se non bastasse, la guarigione si ottiene generalmente entro ulteriori 4 settimane. Trattamento dell’ulcera duodenale Una compressa di Pantoprazolo al giorno. In casi particolari la dose può essere raddoppiata (aumentare a 2 compresse di Pantoprazolo al giorno), soprattutto nel caso in cui non ci sia stata risposta ad altro trattamento. L’ulcera duodenale guarisce solitamente entro 2 settimane. Se non è sufficiente un periodo di trattamento di 2 settimane, la guarigione si ottiene quasi sempre entro altre due settimane. Sindrome di Zollinger–Ellison e altre condizioni da ipersecrezione patologica Per la gestione a lungo termine della sindrome di Zollinger–Ellison e altre condizioni da ipersecrezione patologica, i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg (2 compresse di Pantoprazolo 40 mg). In seguito, la dose può essere gradualmente aumentata o diminuita a seconda del caso, usando come guida le misurazioni della secrezione di acido gastrico. Con dosi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere divisa e somministrata due volte al giorno. L’aumento temporaneo della dose oltre 160 mg di pantoprazolo è possibile, ma non va applicato più di quanto necessario per controllare adeguatamente il livello di acidità. La durata del trattamento nella sindrome di Zollinger–Ellison e altre condizioni da ipersecrezione patologica non è limitata e deve essere adattata in base alle necessità cliniche. Compromissione epatica Nei pazienti con grave compromissione epatica non si deve superare una dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (1 compressa di 20 mg di pantoprazolo). Pantoprazolo non deve essere usato in trattamento di associazione per l’ eradicazione di H.pylori in pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave poichè attualmente non sono disponibili dati sull’efficaicia e la sicurezza di Pantoprazolo nel trattamento di asssociazione di questi pazienti (vedere paragrafo 4.4). Compromissione renale Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con funzione renale compromessa. Pantoprazolo Macleods non deve essere usato nella terapia di associazione per l’eradicazione di H. pylori nei pazienti con funzione renale compromessa, dato che non sono attualmente disponibili dati sulla efficacia e sicurezza di Pantoprazolo nella terapia di associazione per questi pazienti (vedere paragrafo 5.2). Anziani: Non è necessario l’aggiustamento della dose negli anziani (vedere paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica Pantoprazolo non è raccomandato nei bambini di età inferiore a 12 anni, a causa dei dati limitati sulla sicurezza e l’efficacia in questo gruppo di età (vedere paragrafo 5.2). Modo di somministrazione Uso orale Le compresse non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con un po’ d’acqua 1 ora prima di un pasto.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ai sostituti benzimidazolici, ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4. Avvertenze
Compromissione epatica Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere monitorati regolarmente durante il trattamento con pantoprazolo, soprattutto nell’uso a lungo termine. In caso di rialzo degli enzimi epatici, il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.2). Terapia di associazione In caso di terapia di associazione deve essere consultato il Riassunto delle caratteristiche del prodotto di ciascun medicinale Tumori maligni gastrici La risposta sintomatica al pantoprazolo può mascherare i sintomi di tumori maligni gastrici e può ritardare la diagnosi. In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (ad es. calo ponderale significativo non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando si sospetta o è presente un’ ulcera gastrica, la natura maligna deve essere esclusa. Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato deve essere valutata la necessità di ulteriori accertamenti. Somministrazione concomitante con inibitori della proteasi dell’HIV Non è raccomandata la somministrazione concomitante di pantoprazolo con inibitori della proteasi dell’HIV come atazanavir il cui assorbimento dipende dal pH acido intragastrico a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5). Influenza sull’assorbimento della vitamina B12 Nei pazienti con sindrome di Zollinger– Ellison e altre condizioni patologiche ipersecretorie che richiedono il trattamento a lungo termine con pantoprazolo, come tutti i medicinali antiacidi, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa dell’ipocloridria o dell’acloridria. Quest’evenienza deve essere considerata nei pazienti con depositi corporei ridotti o fattori di rischio per ridotto assorbimento di vitamina B12 e sotto trattamento a lungo termine o che manifestano i rispettivi sintomi clinici. Trattamento a lungo termine Nel trattamento a lungo termine, soprattutto quando si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza. Infezioni gastrointestinali causate da batteri Il trattamento con pantoprazolo può comportare un rischio leggermente aumentato di infezioni gastrointestinali causate da batteri quali Salmonella e Campylobacter o C. difficile. Pantoprazolo, come tutti gli inibitori della pompa protonica (PPIs), può aumentare la conta batterica normalmente presente nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con Pantoprazolo può aumentare leggermente il rischio di infezioni gastrointestinali causate da batteri (ad es. Salmonella e Campylobacter). Ipomagnesiemia : È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (IPP) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici). Fratture ossee Gli inibitori della pompa protonica, in particolare se usati a dosi elevate e per lunghi periodi (>1 anno), possono aumentare in misura modesta il rischio di frattura dell’anca, del polso e della colonna, principalmente negli anziani o in presenza di altri fattori di rischio riconosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica possono aumentare il rischio globale di frattura del 10–40%. Parte di questo aumento può essere dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere cure in base alle attuali linee guida cliniche e devono assumere un adeguato apporto di vitamina D e calcio. Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS) Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunità di interrompere il trattamento con Pantoprazolo. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica. Interferenza con esami di laboratorio Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con pantoprazolo deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.
5. Interazioni
Medicinali con farmacocinetica di assorbimento pH–dipendente A causa dell’inibizione profonda e prolungata della secrezione di acido gastrico, pantoprazolo può interferire con l’assorbimento di altri medicinali in cui il pH gastrico ha un ruolo determinante per la disponibilità orale, ad esempio, alcuni antimicotici azolici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, e altri medicinali come erlotinib. Inibitori della proteasi dell’HIV La somministrazione concomitante di pantoprazolo con inibitori della proteasi dell’HIV il cui assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir non è raccomandata a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.4). Se l’associazione di inibitori della proteasi dell’HIV con un inibitore di pompa protonica è inevitabile, si raccomanda un attento monitoraggio clinico (per es. carica virale). Non si deve superare una dosa di 20 mg di pantoprazolo al giorno. La dose degli inibitori della proteasi dell’HIV può necessitare un aggiustamento. Anticoagulanti cumarinici (fenprocomone o warfarin) La somministrazione concomitante di pantoprazolo con warfarin o fenprocomone non influenza la farmacocinetica di warfarin, fenprocomone o INR. Tuttavia sono stati segnalati casi di aumento di INR o tempo di protrombina in pazienti trattati con PPI e warfarin o fenprocomone in concomitanza. Aumenti nell’INR e nel tempo di protrombina possono condurre a sanguinamento anormale, e anche a morte. I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fenprocomone possono necessitare di monitoraggio per l’aumenti dell’INR e del tempo di protrombina. Metotressato È stato riferito che in alcuni pazienti l’uso concomitante di dosi elevate di metotrexato (ad es. 300 mg) e di inibitori della pompa protonica aumenta i livelli di metotrexato. Pertanto nei casi in cui viene usato metotrexato a dosi elevate, ad esempio, per il cancro e la psoriasi, può essere necessario considerare una temporanea sospensione della terapia con pantoprazolo. Altri studi di interazione Pantoprazolo viene ampiamente metabolizzato nel fegato attraverso il sistema enzimatico del citocromo P450. La via metabolica principale è la demetilazione da parte di CYP2C19 e le altre vie metaboliche comprendono l’ossidazione da parte di CYP3A4. Gli studi di interazione con medicinali metabolizzati attraverso le stesse vie, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno rivelato interazioni clinicamente significative. Non può essere esclusa un’interazione con altri medicinali o composti che vengono metabolizzati tramite lo stesso sistema enzimatico. I risultati di una serie di studi di interazione dimostrano che pantoprazolo non influenza il metabolismo dei principi attivi metabolizzati da CYP1A2 (come caffeina, teofillina), da CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), da CYP2D6 (come metoprololo), da CYP2E1 (come etanolo), o non interferisce con l’assorbimento della digossina associato alla p–glicoproteina.Non è stata riscontrata alcuna interazione con gli antiacidi somministrati in concomitanza. Gli studi di interazione sono stati effettuati anche somministrando pantoprazolo in concomitanza con i rispettivi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state riscontrate interazioni clinicamente rilevanti. Medicinali che inibiscono o inducono CYP2C19 Gli inibitori di CYP2C19 come fluvoxamina potrebbero aumentare l’esposizione sistemica di pantoprazolo. Per i pazienti trattati a lungo termine con dosi elevate di pantoprazolo, o quelli con compromissione epatica, può essere considerata una riduzione della dose. Gli induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 quali rifampicina ed Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche dei PPI che vengono metabolizzati tramite questi sistemi enzimatici.
6. Effetti indesiderati
Si prevede che circa il 5% dei pazienti possa manifestare una reazione avversa al medicinale (ADR). Le ADR più comunemente segnalate sono state diarrea e cefalea, e si sono verificate entrambe in circa l’1% dei pazienti. La tabella seguente elenca le reazioni avverse segnalate con pantoprazolo, ordinate in base alla seguente classificazione di frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Per tutte le reazioni avverse segnalate sulla base dell’esperienza post–marketing, non è possibile stabilire alcuna frequenza e pertanto sono menzionate con una frequenza "non nota". All’interno di ogni classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Tabella 1. Reazioni avverse a pantoprazolo in studi clinici ed esperienza post–marketing
Frequenza comune Non comune Raro Molto raro Non nota
Classificazione per sistemi e organi
Patologie del sistema emolinfopoietico     Agranulocitosi Trombocitopenia, leucopenia Pancitopenia  
Disturbi del sistema immunitario     Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico)    
Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); variazioni ponderali   Iponatremia ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4) Ipocalcemia (1) Ipokaliemia
Disturbi psichiatrici   Disturbi del sonno Depressione (e tutte le forme aggravate) Disorientamento (e tutte le forme aggravate) Allucinazioni; confusione (specialmente in pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza)
Patologie del sistema nervoso   Cefalea; capogiri Patologie del gusto   Parestesia
Patologie dell’occhio     Disturbi visivi/offuscamento della vista    
Patologie gastrointestinali polipi della ghiandola fundica (benigni) Diarrea; nausea/vomito; distensione addominale e flatulenza; stipsi; bocca secca; dolore addominale e malessere      
Patologie epatobiliari   Aumento degli enzimi epatici (transaminasi; γ–GT) Aumento della bilirubina   Lesione epatocellulare; ittero; insufficienza epatocellulare
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Irritazione cutanea/esantema eruzione; prurito Orticaria; angioedema   Sindrome di Stevens–Johnson; sindrome di Lyell; eritema multiforme; fotosensibilità; Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere paragrafo 4.4).
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Fratture dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4) Artralgia, mialgia   Spasmi muscolari (2)
Patologie renali e urinarie         Nefrite interstiziale (con possibile progressione a insufficienza renale)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella     Ginecomastia    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Astenia, spossatezza e malessere Temperatura corporea aumentata; edema periferico    
1. Ipocalcemia associata a ipomagnesemia 2. Spasmo muscolare come conseguenza di disturbi elettrolitici Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Una moderata quantità di dati sulle donne in gravidanza (tra 300 e 1000 esiti di gravidanza) non indicano tossicità con malformazioni o fetale/neonatale di pantoprazolo. Studi negli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso di Pantoprazolo durante la gravidanza. Allattamento Studi condotti su animali hanno dimostrato l’escrezione di pantoprazolo nel latte materno. Nell’uomo non vi sono informazioni sufficienti sull’escrezione di pantoprazolo nel latte materno, sebbene sia stata segnalata. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. Pertanto, la decisione in merito alla sospensione dell’allattamento al seno o alla sospensione/astensione della terapia con Pantoprazolo deve essere presa tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno del neonato e del beneficio della terapia con Pantoprazolo per la donna. Fertilità Negli studi su animali non vi sono evidenze di fertilità compromessa in seguito alla somministrazione di pantoprazolo (vedere paragrafo 5.3).
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
9. Principio attivo
Ogni compressa gastroresistente contiene 45,1 mg di pantoprazolo sodio sesquidrato equivalenti a 40 mg di pantoprazolo Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa: Mannitolo (E421) Crospovidone tipo A (E1202) Sodio carbonato anidro Calcio stearato Rivestimento della compressa: Ipromellosa 5cP (E464) Povidone K25 (E1201) Glicole propilenico (E1520) Titanio biossido (E171) Ferro ossido giallo (E172) Dispersione al 30% di copolimero dell’acido etilacrilato metacrilico (1:1) Trietilcitrato (E1505)
11. Sovradosaggio
Non vi sono sintomi noti dovuti al sovradosaggio nell’uomo. L’esposizione sistemica a un massimo di 240 mg somministrati per via endovenosa in 2 minuti è stata ben tollerata. Dato che pantoprazolo si lega in modo rilevante alle proteine, non è facilmente dializzabile. In caso di sovradosaggio accompagnato da segni clinici di intossicazione, non esistono raccomandazioni terapeutiche specifiche oltre al trattamento sintomatico e di supporto.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).