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Dralenos 70 mg compresse 12 compresse in blister pvc/al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale. L’alendronato riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.
2. Posologia
Posologia La dose raccomandata è una compressa da 70 mg una volta a settimana. Non è stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l’osteoporosi. La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali, in particolare dopo 5 o più anni d’uso. Popolazioni speciali Anziani: Negli studi clinici non è stata riscontrata alcuna differenza correlata all’età per quanto riguarda i profili di efficacia o sicurezza dell’alendronato. Dunque non è necessario aggiustare la dose nei pazienti anziani. Pazienti con compromissione renale: nei pazienti con clearance della creatinina maggiore di 35 ml/min non è necessario aggiustare la dose. L’alendronato non è raccomandato nei pazienti con compromissione renale in cui la clearance della creatinina sia inferiore a 35 ml/min, poiché non vi è sufficiente esperienza. Popolazione pediatrica: l’utilizzo dell’alendronato sodico non è raccomandato nei pazienti di età inferiore a 18 anni per via dei dati insufficienti su sicurezza ed efficacia nelle condizioni associate ad osteoporosi pediatrica (vedere anche paragrafo 5.1). Modo di somministrazione Per uso orale Per assicurare un adeguato assorbimento dell’alendronato: DRALENOS deve essere assunto, almeno 30 minuti prima dell’assunzione del primo cibo, di bevande o di altri medicinali della giornata,solo con acqua del rubinetto. Altre bevande (inclusa l’acqua minerale), il cibo ed alcuni medicinali possono ridurre l’assorbimento dell’alendronato (vedere paragrafo 4.5). Per facilitare il trasporto nello stomaco e ridurre il rischio di effetti indesiderati locali e di irritazione dell’esofago (vedere paragrafo 4.4). • DRALENOS deve essere assunto solo al mattino al risveglio con un bicchiere pieno di acqua del rubinetto (non meno di 200 ml o 7 fl.oz.). • I pazienti devono ingoiare la compressa di DRALENOS solo intera. I pazienti non devono rompere o masticare le compresse o lasciare disciogliere le compresse in bocca a causa del rischio di ulcerazioni orofaringee. • I pazienti non devono restare sdraiati fino a quando non hanno consumato il primo pasto della giornata, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa. • I pazienti non devono stare sdraiati per almeno 30 minuti dopo l’assunzione di DRALENOS. • DRALENOS non deve essere assunto prima di coricarsi o prima di alzarsi. I pazienti devono ricevere supplementi di calcio e vitamina D, se l’assunzione con la dieta e inadeguata (vedere paragrafo 4.4.). L’alendronato nel dosaggio di 70 mg una volta la settimana non e stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi.
3. Controindicazioni
– Anomalie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo come stenosi o acalasia. – Incapacità di rimanere in posizione eretta o seduta per almeno 30 minuti – Ipersensibilità all’alendronato o a uno qualsiasi degli eccipienti – Ipocalcemia (vedere anche paragrafo 4.4).
4. Avvertenze
Reazioni avverse del tratto gastrointestinale superiore L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. Considerando la possibilità di peggioramento della malattia di base, l’alendronato va somministrato con cautela nei pazienti con problemi del tratto gastrointestinale superiore, come disfagia, malattia esofagea, gastrite, duodenite, ulcere o con recenti episodi (entro l’anno precedente) di malattia gastrointestinale importante come ulcera peptica o emorragia gastrointestinale attiva o intervento chirurgico della parte superiore del tratto gastro–intestinale, piloroplastica esclusa (vedere paragrafo 4.3). Nei pazienti con accertato esofago di Barrett, il medico prescrittore deve valutare i benefici e i potenziali rischi della terapia con Alendronato su base individuale. Nei pazienti che assumono alendronato sono state riportate reazioni esofagee (talvolta gravi e che hanno richiesto l’ospedalizzazione) come esofagite, ulcere ed erosioni esofagee, in rari casi seguite da stenosi esofagea. Pertanto i medici devono osservare i pazienti per individuare qualsiasi sintomo o segno che potrebbe indicare una possibile reazione esofagea e devono spiegare ai pazienti che, ove dovessero sviluppare sintomi di irritazione esofagea come disfagia, dolore alla deglutizione, o dolore retrosternale, pirosi nuova/peggiorata, è necessario interrompere la terapia con alendronato e rivolgersi ad un medico. Il rischio di eventi avversi esofagei gravi sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato correttamente e/o che continuano ad assumerlo dopo aver sviluppato sintomi indicativi di irritazione esofagea. E’ molto importante fornire ai pazienti istruzioni chiare e complete sul dosaggio ed accertarsi che comprendano tali istruzioni (vedere paragrafo 4.2). I pazienti devono sapere che, se non si attengono alle istruzioni, i rischi di problemi esofagei possono aumentare. Mentre non è stato osservato alcun aumento del rischio nei trial clinici estesi, esistono alcune rare segnalazioni (successive alla commercializzazione) di ulcere gastriche e duodenali, alcune gravi e con complicazioni. Osteonecrosi della mandibola/mascella L’osteonecrosi della mandibola/mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (osteomielite inclusa), è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bisofosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola/ mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali. I seguenti fattori di rischio devono essere tenuti in considerazione nella valutazione del rischio individuale di sviluppare osteonecrosi della mandibola/mascella: • potenza del bifosfonato (massima per l’acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa• cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, fumo • una storia di malattie dentali, scarsa igiene orale, patologia periodontale, procedimenti dentali invasivi e dentiere non perfettamente calzanti. Prima di iniziare il trattamento con i bifosfonati orali in pazienti con condizioni dentali compromesse deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive. Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola/mascella. Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio. Durante il trattamento con bifosfonati, tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a periodiche visite di controllo dentistiche e a riferire ogni sintomo riguardante il cavo orale come mobilità dentale, dolore o gonfiore. Dolore muscoloscheletrico Nei pazienti che assumono bifosfonati è stato riportato dolore alle ossa, alle articolazioni e ai muscoli. Nell’esperienza dopo la commercializzazione del farmaco, questi sintomi sono stati raramente gravi e/o disabilitanti (vedere paragrafo 4.8). Il tempo di insorgenza dei sintomi variava da un giorno a molti mesi dall’inizio della terapia. Nella maggior parte dei pazienti i sintomi si sono attenuati con l’interruzione della terapia. Un sottogruppo di pazienti ha riportato una recidiva dei sintomi quando ha ripreso lo stesso farmaco o un altro bifosfonato. Osteonecrosi del canale uditivo esterno È stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l’uso di bisfosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine. Tra i possibili fattori di rischio dell’osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l’uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma. L’eventualità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bisfosfonati che presentano sintomi a carico dell’orecchio, tra cui infezioni croniche dell’orecchio. Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bifosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano dopo un trauma minimo o in assenza di trauma e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E’ stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore. Reazioni cutanee Nell’esperienza post–commercializzazione sono stati segnalati rari casi di gravi reazioni avverse cutanee comprese Sindrome di Steven–Johnson e necrolisi epidermica tossica. Dimenticanza della dose I pazienti devono essere istruiti che nel caso in cui si dimenticassero di assumere una dose di Dralenos, essi devono assumere una compressa il mattino successivo non appena se ne ricordano. Non devono prendere due compresse lo stesso giorno, ma continuare con una compressa al giorno da assumere come programmato inizialmente. Compromissione renale L’alendronato non è raccomandato nei pazienti con compromissione renale la cui clearance della creatinina è inferiore a 35 ml/min, (vedere paragrafo 4.2). Metabolismo minerale e osseo Vanno prese in considerazione le cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall’invecchiamento. L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia a base di alendronato (vedere paragrafo 4.3). Eventuali altri disturbi che incidono sul metabolismo dei minerali (coma la carenza di vitamina D e l’ipoparatiroidismo) devono essere trattati efficacemente. Nei pazienti con queste condizioni, durante la terapia con Dralenos i livelli sierici di calcio, come anche i sintomi di ipocalcemia devono essere tenuti sotto controllo. Gli effetti positivi dell’alendronato in termini di aumento del minerale osseo, possono comportare cali dei livelli sierici di calcio e fosfato, soprattutto nei pazienti che assumono glucocorticoidi nei quali l’assorbimento di calcio può risultare diminuito. Questi cali sono di solito di lieve entità ed asintomatici. Tuttavia, sono stati riportati rari casi di ipocalcemia sintomatica occasionalmente gravi e spesso in pazienti con condizioni predisponenti (per es. ipoparatiroidismo, carenza di vitamina D e malassorbimento del calcio). E’ particolarmente importante assicurarsi che i pazienti in terapia di glucocorticoidi ricevano un apporto sufficiente di calcio e vitamina D. Eccipienti Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento del glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Se assunti contemporaneamente al farmaco, è probabile che i cibi e le bevande (acqua minerale inclusa), gli integratori di calcio, gli antiacidi, ed alcuni medicinali per via orale interferiscono con l’assorbimento dell’alendronato. Pertanto, i pazienti devono aspettare almeno 30 minuti dall’assunzione di Dralenos prima di assumere altri medicinali orali (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Non dovrebbero sussistere altre interazioni farmacologiche clinicamente significative. Negli studi clinici ad un numero di pazienti oltre all’alendronato sono stati somministrati estrogeni (per via intravaginale, transdermica o orale) e non sono stati riportati eventi avversi associati alla loro assunzione concomitante. Poiché l’uso dei FANS è associato ad irritazione gastrointestinale, deve essere utilizzata cautela durante l’uso concomitante con l’alendronato. Anche se non sono stati condotti studi specifici sulle interazioni, nell’ambito degli studi clinici l’alendronato è stato utilizzato in concomitanza con un’ampia gamma di medicinali di largo impiego e non sono state riscontrate interazioni cliniche avverse.
6. Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Nell’ambito di uno studio della durata di un anno a cui hanno preso parte donne postmenopausali affette da osteoporosi, il profilo di sicurezza generale dell’alendronato sodico 70 mg/una volta a settimana (n=519) è stato simile a quello dell’alendronato 10 mg/giorno (n=370). Nell’ambito di due studi della durata di tre anni, di struttura quasi identica, a cui hanno preso parte donne postmenopausali (alendronato 10 mg: n = 196, placebo: n = 397), il profilo di sicurezza dell’alendronato 10 mg/giorno è simile a quello riscontrato nel gruppo placebo. Gli eventi avversi, definiti dai ricercatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente associati al farmaco, sono riportati nella seguente tabella, se si sono manifestati in percentuale ³ 1% in uno dei gruppi terapeutici nello studio di un anno, o in percentuale ≥ 1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/giorno e con un’incidenza più elevata rispetto a quella riscontrata nel gruppo placebo negli studi di tre anni.
  Studio di un anno Studio di tre anni
  alendronato sodico una volta a settimana 70 mg (n=519) % alendronato 10 mg/giorno (n=370) % alendronato 10 mg/giorno (n=196) % Placebo (n=397) %
Gastrointestinali        
Dolore addominale 3,7 3,0 6,6 4,8
Dispepsia 2,7 2,2 3,6 3,5
Reflusso acido 1,9 2,4 2,0 4,3
Nausea 1,9 2,4 3,6 4,0
Distensione addominale 1,0 1,4 1,0 0,8
Stipsi 0,8 1,6 3,1 1,8
Diarrea 0,6 0,5 3,1 1,8
Disfagia 0,4 0,5 1,0 0,0
Flatulenza 0,4 1,6 2,6 0,5
Gastrite 0,2 1,1 0,5 1,3
Ulcera gastrica 0,0 1,1 0,0 0,0
Ulcera esofagea 0,0 0,0 1,5 0,0
Muscoloscheletrici        
Dolore muscoloscheletrico (ossa, muscoli o articolazioni) 2,9 3,2 4,1 2,5
Crampi muscolari 0,2 1,1 0,0 1,0
Neurologici        
Cefalea 0,4 0,3 2,6 1,5
Tabella delle reazioni avverse Nel corso degli studi clinici e/o sulla base dell’esperienza post–commercializzazione sono stati riportati i seguenti aventi avversi: Le frequenze sono definite come: [molto comuni (≥1/10), comuni (≥1/100 e < 1/10), non comuni (≥1/1000 e < 1/100), rari (≥1/10000 e < 1/1000), molto rari (<1/10000)]
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse
Disturbi del sistema immunitario: Rari reazioni di ipersensibilità inclusi orticaria e angioedema
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Rari ipocalcemia sintomatica, spesso associate a condizioni predisponenti §
Patologia del sistema nervoso: Comuni cefalea, capogiri
  Non comuni disgeusia†
Patologie dell’occhio: Non comuni infiammazione dell’occhio (uveite, sclerite, episclerite)
Patologie dell’orecchio e del labirinto: Comune vertigini
Patologie gastrointestinali: Comuni dolore addominale, dispepsia, costipazione, diarrea, flatulenza, ulcere esofagee*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido
  Non comuni nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosione esofagea*, melena
  Rari esofagea restringimento esofageo*, ulcerazione orofaringea *, perforazione, ulcera e sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore §
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Comuni alopecia, prurito
  Non comuni eruzione cutanea, eritema
  Rari eruzione cutanea con fotosensibilità, gravi reazioni cutanee inclusa la sindrome di Stevens–Johnson e la necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo: Molto comuni Comuni dolore muscolo scheletrico (ossa, muscoli o articolazioni) a volte severo†§ Edema articolare†
  Rari osteonecrosi della mandibola/mascella ‡§, fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bifosfonati) ¶
  Molto rari osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa per la classe dei bisfosfonati).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Comuni astenia, edema periferico
  Non comuni sintomi transitori come in una risposta di fase acuta (mialgia, malessere e raramente, febbre), di norma associate all’inizio del trattamento
§ vedere paragrafo 4.4
la frequenza negli studi clinici è stata simile fra il gruppo che assumeva il farmaco ed il placebo
* vedere sezioni 4.2 e 4.4
‡ questa reazione avversa è stata identificata attraverso la sorveglianza post–marketing.
La frequenza rara è stata stimata sulla base degli studi clinici rilevanti. identificato tramite l’esperienza successiva alla commercializzazione
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza L’alendronato non deve essere assunto in gravidanza. I dati sull’utilizzo dell’alendronato nelle donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva. L’alendronato somministrato a ratti durante la gravidanza ha causato distocia associata a ipocalcemia (vedere paragrafo 5.3). I bifosfonati sono incorporati nella matrice dell’osso, dalla quale sono gradualmente rilasciati nell’arco di anni. Il quantitativo di bifosfonati incorporati nell’osso dell’adulto, e quindi, il quantitativo disponibile per il rilascio nella circolazione sistemica, e direttamente correlato alla dose e alla durata dell’uso di bifosfonati (vedere paragrafo 5.2). Non ci sono dati sul rischio fetale nell’uomo. Tuttavia, vi e un rischio teorico di danno fetale, principalmente scheletrico, se una donna inizia una gravidanza dopo aver completato un ciclo di terapia con bifosfonati. Non e stato studiato l’impatto sul rischio di variabili quali il tempo che intercorre tra la cessazione della terapia con bifosfonati e il concepimento, il tipo di bifosfonato usato, e la via di somministrazione (via endovenosa nei confronti della via orale). Allattamento Non è noto se l’alendronato/metaboliti siano escreti nel latte umano. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. L’alendronato non deve essere assunto dalle donne che allattano al seno.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa contiene 70 mg di acido alendronico (sodio alendronato triidrato). Eccipiente con effetto noto: ogni compressa contiene 158,88 mg di Lattosio monoidrato Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Lattosio monoidrato Cellulosa microcristallina (E460) Povidone (E1201) Croscarmellosa sodica (E468) Magnesio stearato (E470b)
11. Sovradosaggio
Sintomi Il sovradosaggio del farmaco orale può causare ipocalcemia, ipofosfatemia ed eventi avversi a carico del tratto gastro–intestinale superiore, come mal di stomaco, pirosi, esofagite, gastrite o ulcera. Trattamento Non sono disponibili specifiche informazioni sul trattamento del sovradosaggio con l’alendronato. E’ bene somministrare latte o antiacidi per legare l’alendronato. Considerando il rischio di irritazione esofagea, non deve essere indotto il vomito ed il paziente deve rimanere in posizione eretta.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).