Cyberbullismo: ecco il glossario per riconoscere un violento del web

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

cyberbullismo: i rischi del fenomeno

A cura di sanita_informazione

Insulti, minacce e aggressioni sul web. Purtroppo, questo è un fenomeno in crescita soprattutto nei confronti delle donne. Troppo spesso, infatti, internet diventa strumento di persecuzione nonché gogna virtuale dove le donne vengono esposte a umiliazioni, insulti e inoltre a veri e propri incitamenti allo stupro. Fatti di cronaca recente dimostrano come la pericolosità del mondo virtuale sia ancora sottovalutata e poco controllata, dunque, è necessario tutelarsi.

In particolare per le minorenni, navigare sul web può nascondere tantissime insidie ed è bene prestare molta attenzione. Cyber-stalking, revenge porn, stupro virtuale su Facebook: queste alcune tra le insidie che si nascondono dietro la tastiera. Per combattere questa tendenza è estremamente utile conoscere approfonditamente le minacce in cui si può incappare in rete, perché solo conoscendo il pericolo si riesce a evitarlo. In un contesto che vede l’Italia protagonista di un’autentica strage di donne (116 casi di femminicidio solo nel 2016), in cui è prepotentemente presente il fenomeno dello stalking rispetto agli altri paesi d’Europa, conoscere bene i pericoli che si possono incontrare può essere la soluzione per evitarli.

È questo l’obiettivo primario del glossario 2.0 delle nuove molestie, che raccoglie i segnali più evidenti per riconoscere un violento del web. Dunque, per prevenire il problema della violenza online ed evitare di rimanere intrappolati nella rete, ecco i consigli dell’esperto, il professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra e criminologo clinico, già titolare della cattedra di Psicopatologia Forense presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Roma “La Sapienza” e direttore del Master di II livello in Criminologia, Sistema Penale, Psicopatologia forense, Investigazioni e Sicurezza della UNINT (Università degli Studi Internazionali di Roma).

Di seguito, i materiali stilati dal criminologo Vincenzo Mastronardi: le tipologie di cyberstalker, una guida alle motivazioni che spingono questi soggetti ad agire, la loro vita on line e che tipo di rapporto instaurano con le vittime.

Le tipologie di cyberstalker:

  1. Troll: provocatore;
  2. Twink: seccatore;
  3. Cheese player: approfittatore di bug dei videogiochi;
  4. Snert snot-nosed egoistical rude teenager: adolescente maleducato ed egoista;
  5. Griefer: guastafeste.

Le motivazioni del cyberstalker:

  1. Desiderio di essere visibile pur senza esserlo nella sua vera identità.
  2. Scaricare pulsioni aggressive.

La vita online del cyberstalker:

  1. Si ritaglia uno spazio in una situazione o in un ambiente della rete, col tempo aumenta l’attaccamento a questo spazio che diventa vitale. Il mondo virtuale diviene il suo universo, il mondo in cui si sente libero di agire senza rischio di doversi mostrare.
  2. Intensifica la presenza nell’ambiente (aumenta il numero di ore on line, aumenta il numero di messaggi e le relazioni).
  3. Ha bisogno di stare in rete, sente suo l’ambiente e lo gestisce con grande confidenza.
  4. Vive l’arrivo di un altro utente come invasione del proprio territorio, del suo status e sviluppa una reazione aggressiva. Come gli ‘animali’ traccia il territorio e chi minaccia il suo spazio è in pericolo.

Il rapporto tra cyberstalker e vittima

Il cyberstalker spersonalizza la sua vittima che diventa solo un oggetto da denigrare e offendere, c’è una distanza che   depriva il rapporto di   emozioni e sentimenti, pertanto mancano tutta una serie di feedback che ne caratterizzano il rapporto con la vittima nella vita reale e il meccanismo mentale che scatta nel soggetto è quello dell’autogratificazione, del narcisismo fine a se stesso, del godere della sofferenza altrui, in genere si verificano i seguenti perversi quesiti:

  • La mia vittima sta soffrendo?
  • Ho colpito nel segno?
  • Quanto è grande la sua frustrazione?
  • La mia vittima si sente umiliata?

Più la risposta a queste domande è affermativa è più il cyberstalker insiste nel voler ottenere il suo obiettivo. È, inoltre, importante per le vittime tenere sempre a mente di non essere responsabili delle violenze e di non avere nessuna colpa rispetto a questi atteggiamenti persecutori.

È fondamentale non ignorare i sentimenti di disagio provocati dalla violenza, infatti, sebbene questa non si manifesti palesemente, rappresenta in ogni caso un atto vessatorio e come qualsiasi atteggiamento oppressivo che incide a livello psicologico, va interiorizzato per poi essere combattuto.

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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