Insulti, minacce e aggressioni sul web. Purtroppo, questo è un fenomeno in crescita soprattutto nei confronti delle donne. Troppo spesso, infatti, internet diventa strumento di persecuzione nonché gogna virtuale dove le donne vengono esposte a umiliazioni, insulti e inoltre a veri e propri incitamenti allo stupro. Fatti di cronaca recente dimostrano come la pericolosità del mondo virtuale sia ancora sottovalutata e poco controllata, dunque, è necessario tutelarsi.
In particolare per le minorenni, navigare sul web può nascondere tantissime insidie ed è bene prestare molta attenzione. Cyber-stalking, revenge porn, stupro virtuale su Facebook: queste alcune tra le insidie che si nascondono dietro la tastiera. Per combattere questa tendenza è estremamente utile conoscere approfonditamente le minacce in cui si può incappare in rete, perché solo conoscendo il pericolo si riesce a evitarlo. In un contesto che vede l’Italia protagonista di un’autentica strage di donne (116 casi di femminicidio solo nel 2016), in cui è prepotentemente presente il fenomeno dello stalking rispetto agli altri paesi d’Europa, conoscere bene i pericoli che si possono incontrare può essere la soluzione per evitarli.
È questo l’obiettivo primario del glossario 2.0 delle nuove molestie, che raccoglie i segnali più evidenti per riconoscere un violento del web. Dunque, per prevenire il problema della violenza online ed evitare di rimanere intrappolati nella rete, ecco i consigli dell’esperto, il professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra e criminologo clinico, già titolare della cattedra di Psicopatologia Forense presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Roma “La Sapienza” e direttore del Master di II livello in Criminologia, Sistema Penale, Psicopatologia forense, Investigazioni e Sicurezza della UNINT (Università degli Studi Internazionali di Roma).
Di seguito, i materiali stilati dal criminologo Vincenzo Mastronardi: le tipologie di cyberstalker, una guida alle motivazioni che spingono questi soggetti ad agire, la loro vita on line e che tipo di rapporto instaurano con le vittime.
Le tipologie di cyberstalker:
- Troll: provocatore;
- Twink: seccatore;
- Cheese player: approfittatore di bug dei videogiochi;
- Snert snot-nosed egoistical rude teenager: adolescente maleducato ed egoista;
- Griefer: guastafeste.
Le motivazioni del cyberstalker:
- Desiderio di essere visibile pur senza esserlo nella sua vera identità.
- Scaricare pulsioni aggressive.
La vita online del cyberstalker:
- Si ritaglia uno spazio in una situazione o in un ambiente della rete, col tempo aumenta l’attaccamento a questo spazio che diventa vitale. Il mondo virtuale diviene il suo universo, il mondo in cui si sente libero di agire senza rischio di doversi mostrare.
- Intensifica la presenza nell’ambiente (aumenta il numero di ore on line, aumenta il numero di messaggi e le relazioni).
- Ha bisogno di stare in rete, sente suo l’ambiente e lo gestisce con grande confidenza.
- Vive l’arrivo di un altro utente come invasione del proprio territorio, del suo status e sviluppa una reazione aggressiva. Come gli ‘animali’ traccia il territorio e chi minaccia il suo spazio è in pericolo.
Il rapporto tra cyberstalker e vittima
Il cyberstalker spersonalizza la sua vittima che diventa solo un oggetto da denigrare e offendere, c’è una distanza che depriva il rapporto di emozioni e sentimenti, pertanto mancano tutta una serie di feedback che ne caratterizzano il rapporto con la vittima nella vita reale e il meccanismo mentale che scatta nel soggetto è quello dell’autogratificazione, del narcisismo fine a se stesso, del godere della sofferenza altrui, in genere si verificano i seguenti perversi quesiti:
- La mia vittima sta soffrendo?
- Ho colpito nel segno?
- Quanto è grande la sua frustrazione?
- La mia vittima si sente umiliata?
Più la risposta a queste domande è affermativa è più il cyberstalker insiste nel voler ottenere il suo obiettivo. È, inoltre, importante per le vittime tenere sempre a mente di non essere responsabili delle violenze e di non avere nessuna colpa rispetto a questi atteggiamenti persecutori.
È fondamentale non ignorare i sentimenti di disagio provocati dalla violenza, infatti, sebbene questa non si manifesti palesemente, rappresenta in ogni caso un atto vessatorio e come qualsiasi atteggiamento oppressivo che incide a livello psicologico, va interiorizzato per poi essere combattuto.