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Sindrome da Schiacciamento

Ortopedia e traumatologia

Che cos’è la sindrome da schiacciamento?

La sindrome da schiacciamento, chiamata anche Crush Syndrome, è caratterizzata da una compressione prolungata su una parte del corpo, da uno stato di shock e da una nefropatia acuta ed è stata osservvata per le prime volte nei soggetti sepolti sotto edifici bombardati.

Questa sindrome può avere cause diverse come ad esempio incidenti sul lavoro, terremoti, demolizioni. Inoltre, la sindrome di schiacciamento si può verificare come conseguenza di posture prolungate nei tossicodipendenti in overdose: in questa situazione è molto importante l’ipotermia.

Quali sono le conseguenze della sindrome da schiacciamento?

Dopo l'ipovolemia vi è una caduta della massa del sangue, che risulta impoverita della parte liquida, con conseguente concentrazione del sangue, nonché: ipotensione, maggiore fatica del cuore e possibile collasso.

Poi, i reni, per ridotta funzione renale, hanno una conseguente riduzione della pressione sanguigna e poi, per il passaggio nel filtro renale di grandi molecole organiche provenienti dai tessuti lesi; tutto ciò può condurre all'insufficienza renale sino all'anuria.

La compressione prolungata degli arti interessati dalla sindrome provoca una miolisi diretta con liberazione di potassio, enzimi proteolitici, mioglobina. Inoltre, la compressione provoca una ischemia dei territori a valle.

L’ischemia tissutale provoca la formazione di acido lattico per il blocco del ciclo di Krebs, aumento della glicogeno lisi, alterazione della permeabilità cellulare con conseguente edema cellulare, liberazione di istamina, serotonina e chinine che portano ad un edema interstiziale.

Infine, questi fattori provocano una ipovolemia che si evolve poi verso lo shock e verso un edema che aggrava la compressione e l’ischemia.

La sindrome da schiacciamento potrebbe provocare delle lesioni renali. Queste potrebbero essere causate dalla precipitazione dei pigmenti emoglobinici a livello renale oppure dall’ischemia corticale.

In presenza si lesioni bisogna fare delle distinzioni: se le lesioni prevalenti sono dirette estese, si liberano delle sostanze tossiche e, in questo caso, il quadro clinico potrebbe evolversi drammaticamente se non vengono escluse le parti danneggiate. Se, invece, sono presenti maggiormente delle lesioni ischemiche è importante osservare i tempi di compressione e l’estensione delle parti interessate.

La Crush Syndrome è una situazione particolare in cui il trattamento modifica l’evoluzione del quadro clinico.

Cosa fare in caso di sindrome da schiacciamento?

Come prima cosa è importante ripristinare la corretta volemia con adeguata apporto di  liquidi e sali.

In caso di schiacciamento di una zona del corpo è importante, prima di estrarre l’infortunato dai pesi che lo bloccano, apporre un laccio emostatico a monte della parte compressa per prevenire l’emorragia che ne consegue e per arginare l’entrata in circolo della mioglobina. Inoltre, bisogna assicurarsi che la testa e le vie respiratorie siano libere da impedimenti per poter attuare una ossigenoterapia. È importante avere accesso ad un arto per poter disporre di una o due vie venose.

Come si cura la Crush Syndrome?

Il trattamento deve essere iniziato quanto prima possibile e segue le tre fasi della sindrome: prima, durante e dopo la liberazione di potassio, enzimi proteolitici, mioglobina.

Le terapie si distinguono in generale e locale. Il trattamento generale ha come scopo il controllo dell’ iperkaliemia, cioè l’eccesso di potassio, e la prevenzione dell’insufficienza renale. Infatti, in questi casi il pericolo più importante è la liberazione di potassio e l’acidosi.

La scomparsa della mioglobina e la normalizzazione del livello di potassio, invece, sono fattori che indicano la possibilità di interruzione della terapia.

Durante il trattamento della sindrome di schiacciamento, la terapia del dolore può essere di grande aiuto: le anestesie loco-regionali possono essere utilizzate se il dolore è localizzato in parti isolate come un arto.

L’assistenza respiratoria è molto semplice: ad esempio, basta posizionare una maschera antipolvere mentre si libera l’infortunato, oppure si può applicare l’ossigenoterapia tramite una maschera o un sondino nasale.

Tra le cure locali può risultare difficile il posizionamento del laccio emostatico vicino alla zona interessata.

Se è possibile intervenire velocemente è possibile evitare il posizionamento del laccio, ma, se l’intervento è tardivo, il laccio emostatico è fondamentale poiché potrebbe essere necessaria un’amputazione di salvataggio.

Quando è necessaria l'amputazione?

L’amputazione va presa in considerazione se:

  • la compressione si prolunga per più di 9 ore e sono presenti delle lesioni locali importanti 
  • se la compressione dura meno di 9 ore, per la persistenza dello shock, l’aggravamento delle IRA con potasse mia ed azotemia.

In caso di sindrome da schiacciamento può essere utile l’immobilizzazione dell’arto, la protezione termica e il supporto a livello psicologico.

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Dr. Alberto Siclari Medico Chirurgo
Dr. Alberto Siclari
medico del lavoromedico legale

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