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Linfoadenectomia

Chirurgia generale Endocrinologia
Linfoadenectomia

Cos'è la linfoadenectomia?

I linfonodi, dette anche ghiandole, fanno parte del meccanismo di difesa dell’organismo noto come sistema linfatico. Essi sono piccoli organi tondeggianti a forma di fagiolo e possono essere di vario tipo:

  • linfonodi del collo;
  • linfonodi inguinali;
  • linfonodi ascellari;
  • linfonodi della mammella.
I linfonodi, come descritto in precedenza, combattono le infezioni e filtrano il liquido linfonodale, che trasporta gli elementi nutritivi tra le cellule. Inoltre, i linfonodi intrappolano i batteri e i prodotti di scarto, e distruggono le cellule vecchie e anomale, come quelle cancerogene.

I linfonodi ingrossati si possono avere in caso di infiammazione in atto, come in presenza di diverticoli, condilomi ed esofagite. Inoltre, il linfonodo può essere reattivo, cioè ingrossato, in seguito all’insorgenza di: tumore allo stomaco, carcinoma mammario, ascesso e labiopalatoschisi (labbro leporino).

Una volta diagnosticato il cancro, potrebbe essere necessario rimuovere uno o più linfonodi. Prima di eseguire questa operazione bisogna accertarsi che il cancro si sia diffuso ai linfonodi.

La rimozione di un singolo linfonodo è detta biopsia. Se i linfonodi asportati sono diversi, si parla di dissezione linfonodale.  

Come prepararsi alla linfoadenectomia?

Il chirurgo spiegherà tutto ciò che è necessario sapere sulla procedura. Per esempio, se il paziente fuma, gli sarà richiesto di smettere, perché il fumo aumenta il rischio di infezione non solo polmonare, ma anche delle ferite, rallentando il recupero.

L’anestesia verrà effettuata in base al tipo di procedura. In via generale, la biopsia di un linfonodo sentinella richiedere l’anestesia locale, mentre la dissezione quella generale. Ciò significa che durante tutta l’operazione il soggetto resterà addormentato e che non dovrà mangiare e bere nulla nelle sei ore precedenti all’anestesia. 

Cosa avviene durante l’operazione?

La rimozione dei linfonodi può essere di due tipi:

  • mini-invasiva: prevede l’inserimento di un tubo a fibra ottica attraverso una piccola incisione (laparoscopia);
  • a cielo aperto: prevede l’apertura della zona interessata per identificare i linfonodi da rimuovere.
In seguito all’operazione, i linfonodi saranno inviati in laboratorio per verificare la loro natura, benigna (non cancerogena) o maligna. 

Linfoadenectomia: le conseguenze

Se dopo l’operazione il paziente avverte del dolore, è possibile prendere degli antidolorifici da banco, come il paracetamolo o l’ibuprofene.

In seguito alla rimozione del linfonodo nella zona ascellare o inguinale è possibile avvertire una leggera rigidità o un po’ di bruciore. Inoltre, potrebbe essere necessario fare riabilitazione con un fisioterapista, in seguito all’intervento, per riprendere la completa mobilità degli arti. Tenendo la zona operata in movimento si ridurrà il rischio di accumulo di liquido in braccia e gambe, una condizione nota come linfoedema

Quali sono i rischi dell’operazione?

Tutte le procedure mediche presentano dei rischi, che possono variare molto in base al soggetto operato. La linfoadenectomia può comportare degli effetti avversi per la maggior parte temporanei. Per esempio, è possibile sentirsi stanchi e ammalati, dopo l’anestesia generale. La rimozione dei linfonodi, invece, può comportare:

  • dolore, gonfiore e bruciore;
  • rigidità e riduzione del movimento;
  • perdita della sensazione, formicolio.
Le complicazioni, invece, sono i problemi che la maggior parte dei pazienti non presenta dopo l’operazione. Le complicazioni più comuni sono reazioni allergiche improvvise all’anestesia, emorragia o coaguli. Nel caso specifico della linfoadenectomia, i problemi possono essere:

  • infezione, curabile con ciclo antibiotico;
  • accumulo di liquidi nell’area linfonodale (sieroma);
  • accumulo di liquidi negli arti interessati (linfoedema).
Per evitare l’insorgenza di complicazioni è possibile prendere alcune precauzioni, come:

  • mantenere la pelle pulita nella zona interessata dall’operazione per ridurre la possibilità di infezione;
  • evitare di togliere le garze e le bende prima del tempo, indossando vestiti comodi e larghi;
  • evitare temperature estremamente alte e l’esposizione ai raggi solari;
  • fare fisioterapia per evitare di compromettere il raggio di movimento. 
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