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Polimenorrea

Ginecologia
Polimenorrea

Cosa è la polimenorrea?

Se si tratta di un evento sporadico, allora non c’è di che preoccuparsi, perché il ciclo mestruale può essere leggermente irregolare: infatti, il cambio di stagione o i periodi di particolare stress possono contribuire ad anticipare o ritardare il ciclo mestruale rispetto ai giorni stabiliti.

Nel caso in cui il ciclo mestruale si verifichi a distanza di periodi troppo brevi, spesso con una durata maggiore del previsto e un flusso abbondante, si parla di poli-ipermenorrea

Quali sono le cause?

Le cause della polimenorrea possono essere collegate ad una diminuzione del periodo “proliferativo", (in cui, sotto stimolo estrogenico la mucosa uterina si riforma, ovvero della fase pre-ovulatoria, oppure ad una riduzione del periodo “secretivo” (in cui la mucosa uterina, sotto stimolo del progesterone, diventa florida, piena di vasi sanguigni e ghiandole, pronta a ricevere l’uovo fecondato), ovvero quella post-ovulatoria.

Se il primo caso non è preoccupante, il secondo, nei casi più gravi, potrebbe essere un fenomeno legato all’infertilità della donna, in quanto l’uovo viene liberato regolarmente, resta fecondato, ma non ha tempo sufficiente a compiere il tragitto sino alla sede di impianto intrauterina, perchè c’è di nuovo la mestruazione. Inoltre, le donne affette da patologie cardiache sono più predisposte a sviluppare la polimenorrea.

La polimenorrea può anche essere legata ad una errata risposta della mucosa uterina a stimoli ormonali normali: ad esempio nei casi di adenomiosi o di miomi sottomucosi. In generale, quando sono presenti miomi, molto spesso siamo in presenza anche di menorragia e metrorragia

Qual è il livello di incidenza della polimenorrea?

Nel primo anno dopo la comparsa del ciclo mestruale, la polimenorrea è un fenomeno molto comune (13% dei casi) tra le bambine perché il corpo si deve assestare con l’assetto ormonale ed occorre un po’ di tempo per farlo. Dopo due anni dall’avvento delle mestruazioni, i casi si riducono al 7,5% e scendono al 6% durante il terzo anno.

Quindi, non ci sono conseguenze gravi per l’organismo se la polimenorrea si presenta in fase giovanile: infatti, il ciclo ovarico e l’ovulazione sono adeguati e regolari nonostante la riduzione della fase follicolare. Nelle donne giovani, spesso la polimenorrea porta anche l’ipermenorrea, cioè un ciclo molto lungo e abbondante. Nelle donne in età adulta, invece, la polimenorrea può essere legata a dei cambiamenti nella produzione del progesterone, ovvero nella fase luteale. Anche l’aumento della prolattina e le alterazioni della tiroide sono fattori che potrebbero far sviluppare la polimenorrea. 

In quali casi è bene preoccuparsi?

Se la polimenorrea si presenta come una condizione sporadica, allora non è necessario allarmarsi. Qualora invece si verifichi molto frequentemente, consultate il vostro medico per sapere come agire.

Infatti, la riduzione della fase intermestruale potrebbe essere un segnale della presenza di altre malattie senza sintomi come la mancata ovulazione (anovulazione).

Il sanguinamento vaginale non è sempre legato al ciclo mestruale: infatti, l’emorragia potrebbe essere legata anche ad altri problemi, come, nei casi più gravi,, a neoplasie dell’endometrio dell’endometrio. Fate attenzione a non equivocare la polimenorrea con altre condizioni, che portano sempre il sanguinamento intermestruale.

La necrosi avviene quando le cellule endometriali non ricevono più l’ossigeno necessario a causa dell’eccessiva secrezione di estrogeni (iperestrogenismo) che provoca il sanguinamento.

Come trattare la polimenorrea?

In presenza dei sintomi elencati, la donna dovrebbe effettuare una visita ginecologica per diagnosticare il problema attraverso la biopsia. Se la polimenorrea è legata semplicemente alle alterazioni ormonali, il medico consiglia l’assunzione di un progestinico per alcuni mesi, anche se le tempistiche variano da paziente a paziente. Oppure, potrebbe essere somministrata anche la pillola anticoncezionale per la regolarizzazione del ciclo mestruale, ma sempre dopo aver escluso altre patologie a carico dell’utero.

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Dr. Gianfranco Blaas
Dr. Gianfranco Blaas
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