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Come si legge una risonanza magnetica post intervento ricostruzione crociato?

Mi può spiegare in parole povere il significato della risonanza magnetica dopo un intervento di ricostruzione crociato e reinserimento menisco? "Motivo dell’esame: esiti di intervento per meniscopatia mediale e lesione LCA: disomogeneità del corno posteriore del menisco interno, compatibile con esiti chirurgici, senza evidenti segni di lesione. Sottile fissurazione a livello del corno posteriore del menisco interno. Continuo e di spessore conservato il legamento crociato anteriore ricostruito. Non alterazioni a carico dei legamenti crociato posteriore, collaterali, del legamento rotuleo e del tendine del quadricipite femorale. Conserva i rapporti articolari, con cartilagini articolari nei limiti. Non alterazioni morfostrutturali dei capi ossei in esame. Sfumata area di edema della spongiosa ossea del piatto tibiale esterno (da carico?). Non versamento articolare." Può essere che l'area di edema sia ancora una rimanenza del liquido che è stato tolto (siringato) in pronto soccorso al momento dell'intervento? Grazie.

Risposta

Gentile paziente,
cercherò di spiegarti la tua risonanza.

Disomogeneità del corno posteriore del menisco interno, compatibile con esiti chirurgici senza evidenti segni di lesione: il menisco non è fratturato, ma sfrangiato in conseguenza dell'usura. Questa condizione, correttamente definita meniscopatia degenerativa, non è una rottura meniscale propriamente detta, ma una sorta di anticamera dell'artrosi. La meniscopatia degenerativa non richiede solitamente alcun trattamento chirurgico, che potrebbe anzi rivelarsi controproducente. Per la meniscopatia, cicli di viscosupplementazione locale offrono un notevole beneficio. Questa terapia, di competenza prettamente specialistica, viene eseguita mediante una serie di 3-4 infiltrazioni endoarticolari di preparati a base di acido ialuronico.

La finalità della viscosupplementazione è il miglioramento della lubrificazione del ginocchio e del trofismo delle cartilagini.

La terapia farmacologica è essenzialmente palliativa e dovrebbe essere impiegata, in modo possibilmente ciclico e non continuativo, per alleviare i disturbi nel paziente non candidato a terapia chirurgica. La categoria farmacologica fondamentale è rappresentata dagli antinfiammatori/antidolorifici, mentre alcuni integratori dedicati (preparati a base di glucosamine e composti analoghi) potrebbero avere un effetto benefico nel rallentare la degenerazione del tessuto cartilagineo, ma non vi sono ancora di studi adeguati che confermino questa ipotesi.

La sfumata area di edema della spongiosa ossea del piatto tibiale esterno indica una sofferenza ossea della componente spongiosa e non della corticale che, nella maggior parte dei casi, è post traumatica, ossia è una reazione dell’osso simile a quella degli altri tessuti e non un residuo del liquido intrarticolare che ti è stato asportato.

Il trattamento per l’edema intraspongioso prevede il riposo, il divieto di carico o il carico parziale con 2 bastoni e cicli di magnetoterapia o ancor meglio di CEMP (Campi Elettromagnetici Pulsati).

In ultimo, ti consiglio di ripetere una risonanza magnetica, con sequenze STIR, a distanza di tempo per controllare la sua regolare evoluzione.

Cordialità
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Risposta a cura di
Dr. Fabrizio Sergio Medico Chirurgo
Dr. Fabrizio Sergio
ortopedico
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