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Cosa fare per la tachicardia in caso di diabete e ipertensione?

Sono un paziente maschio di 47 anni. Diabetico (tipo 2) ed iperteso. Soffro di fibrillazione atriale da gennaio 2013 e purtroppo spesso devo andare al pronto soccorso a causa dei miei episodi. Il ritmo viene ripristinato dopo la somministrazione di Rytmonorm. Ho consultato un cardiologo riguardo i 2 esami sottoindicati, ma, a parte i farmaci (Almarytm, Cardicor 5 mg, Micardis 80 mg, Cardioaspirina) non ha consigliato procedure invasive, stent o bypass. Coronarografia: "intraventricolare anteriore: vaso diffusamente ateromasico, stenosi significativa nel tratto medio. Coronaria destra: stenosi ai limiti della significatività nel tratto medio. Conclusioni e note: malattia ateromasica cronica di intraventricolare anteriore e coronaria destra esame ecocardiografico color-doppler: ventricolo sinistro: frazione di eiezione 44%, ventricolo sinistro: lieve dilatazione della cavità ventricolare, ventricolo sinistro: volume diastolico: ml 146, ventricolo sinistro: volume sistolico ml 92, ventricolo sinistro: 58-40 mm, conclusioni: diffusa ipocinesia parietale con moderata disfunzione contrattile." Il cardiologo mi ha fissato il prossimo controllo fra un anno. Dice che il mio problema attuale è rappresentato dalla litiasi colecistica che scatena le crisi di fibrillazione atriale; vi assicuro che non ho mai avuto una colica in vita mia. Sono inoltre preoccupato che le stenosi riscontrate peggiorino con il passare dei mesi e soprattutto i miei episodi di fibrillazione atriale mi stanno condizionando la vita. Sono costretto ad andare al pronto soccorso molto spesso (anche 4 volte in un mese).

Risposta

A mio parere, ci sono due questioni molto diverse: la malattia ateroslerotica (delle coronarie e forse di altri vasi) e la malattia aritmica (la fibrillazione atriale) che vanno affrontate in modo diverso.

L'aterosclerosi è per il momento poco sintomatica, cioè ti dà pochi disturbi, ma in futuro minaccerà la tua salute e anche la vita. Vanno corretti con decisione i fattori di rischio (diabete, ipertensione, forse iperlipemia, stress, sedentarietà) per rallentare la progressione dell'aterosclerosi; la fibrillazione atriale è una condizione molto meno impegnativa, anche se ti disturba molto oggi.

Affidati nelle mani di un cardiologo esperto di aritmologia che ti aiuti a gestire gli episodi parossistici e ad evitare la temuta, ma evitabile complicanza embolica.
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Risposta a cura di
Dr. Leon Bertrand Medico Chirurgo
Dr. Leon Bertrand
angiologocardiologo
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