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Un malessere psicosomatico potrebbe tramutarsi in colon irritabile?

Salve, sono una donna di 40 anni. Dopo un periodo di forte stress, ho manifestato dei sintomi che secondo il mio medico curante farebbero pensare al colon irritabile. Sono una persona molto sensibile, ansiosa e tendo a somatizzare ogni situazione ed evidentemente questo si riflette sul fisico e sulla psiche. I sintomi sono iniziati a luglio: stitichezza, fastidio sotto l'ombelico come se avessi aria che non riuscisse ad uscire, attesa minzionale e sensazione di urinare spesso, ma in realtà facevo solo 2 gocce senza alcun bruciore. Ho fatto l'urinocoltura e una cura antibiotica per un'eventuale infezione, ma nulla. I sintomi andavano e venivano, a volte erano più intensi, altre meno. A settembre inizio a prendere fermenti lattici e nella settimana in cui ho preso questi flaconcini per 2 giorni consecutivi e per la prima volta ho trovato muco nelle feci. Nel giro di un'ora sono andata in bagno 3 volte, ma non avevo la diarrea, solo feci molli e forti dolori al momento di defecare, dopo non avevo più nulla. Da allora non si è verificato più questo episodio, il muco sembra scomparso e anche i dolori. Il medico mi aveva prescritto Obispax 2 compresse al giorno e inizialmente sembrava andare tutto bene, invece nei giorni seguenti si verifica di nuovo questo fastidio sotto la pancia che prende anche la schiena nella parte lombare e quando compare mi viene una sorta di depressione, non so come spiegare, quando non ho questo fastidio ritorno di nuovo di buon umore. Ho fatto anche un'eco addome completo, ma non risulta nulla, solo un intenso meteorismo per il quale non ho ancora preso nulla e devo dire che questo meteorismo ce l'ho ogni volta che faccio un'ecografia, solo che in questo caso l'addome non è gonfio esternamente, sento una sorta di fastidio interno. Il mio medico dice che si tratta di un fatto nervoso. Si tratta davvero di colon irritabile? Perchè questa attesa minzionale va e viene insieme a tutti gli altri sintomi? Nonostante tutti questi fastidi riesco a mangiare, non ho febbre nè nausea, ma mi sento come un peso sotto la pancia che mi affatica e ho paura di mangiare tutto come ho sempre fatto, cosi evito certi cibi. Ho sempre avvertito fastidi e mai dolori intensi e ormai sono sopraffatta dalla paura e all'ansia. Grazie e mi scuso per essermi dilungata tanto. Buona giornata.

Risposta

Salve. I grandi sistemi di regolazione dell'organismo - gli assi neuroendocrini, tra cui rientra l'asse dello stress (ipotalamo-ipofisi-surrene) e l'asse cervello-intestino, sono correlati tra di loro. Per quanto riguarda l'asse intestino-cervello, è importante tener conto del fatto che nell'intestino sono presenti neuroni, nervi e gli stessi neurotrasmettitori del midollo spinale e del cervello, al punto di poterne parlare in termini di "secondo cervello". Quindi, si. Il tuo disagio intestinale potrebbe essere un modo per esprimere un disagio esistenziale conseguente al periodo stressante a cui hai fatto riferimento. Anche l'associazione tra disturbi intestinali e umore depresso, da te riscontrata, può acquistare senso alla luce del fatto che nel tratto gastrointestinale viene prodotta il 95% di tutta la serotonina - il neurotrasmettitore forse più coinvolto nella regolazione dell'umore - presente nel nostro corpo. Ti definisci una persona sensibile, ansiosa e tendente a somatizzare. Forse questo malessere somatico può rappresentare per te un invito ad occuparti del tuo stato emotivo, a prenderti cura di te in un modo più completo. Ciò non toglie che, se non lo hai già fatto, debba consultare un gastroenterologo (nella tua domanda citi un medico, ma non capisco se è il tuo medico di base o uno specialista) per poter capire meglio il senso dei tuoi sintomi e cercare di ottenere un sollievo. Al gastroenterologo è importante che comunichi che i sintomi sono apparsi dopo un periodo stressante per te. Spero di averti fornito una risposta soddisfacente e ti invito a ricontattarmi se ci fosse qualcosa di poco chiaro o comunque tutte le volte che lo desideri. 

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Risposta a cura di
Rosamaria Coda Psicologo
Rosamaria Coda
psicologo
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