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10 credenze popolari che potrebbero mettere a rischio la tua salute

Cristina Grassi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 05 Giugno, 2018

credenze sulla salute: i falsi miti

Quando si parla di salute, non sai più riconoscere cosa è considerato vero e cosa no? Può capitare spesso, molto spesso.

Ecco dunque alcuni falsi miti che, quando c’è di mezzo il proprio benessere, è bene tenere lontani.

10 credenze a cui è meglio NON credere

È vero o non è vero? Vediamolo insieme!

  1. Si può recuperare il sonno perduto durante la settimana – Il sonno e la salute sono strettamente collegati, ma ci sono alcune false credenze da demolire. È sbagliato pensare che sia possibile recuperare il sonno perso. Dormire fino a mezzogiorno nel weekend, per recuperare il sonno perso durante la settimana, scatena il caos nell’orologio interno, sconvolgendo il ritmo sonno-veglia.
  2. Fare un breve riposo pomeridiano interferirà negativamente sul sonno notturno – Chi dorme non piglia pesci, recita il proverbio. Contrariamente a quanto si pensi, il sonnellino pomeridiano è ottimo per la salute di mente e corpo. Sarebbe meglio non superare i trenta minuti di riposo pomeridiano. Non solo. Il momento migliore per riposarsi è sicuramente dopo pranzo, mentre per il resto della giornata è consigliato rimanere vigili.
  3. L’esercizio fisico a digiuno brucia una maggiore quantità di grassi – L’esercizio fisico a digiuno non è consigliato soprattutto nei soggetti non allenati o non abituati a svolgere esercizio fisico. Allenarsi a digiuno aumenta infatti il rischio di crisi glicemiche. Questa tecnica di allenamento viene oggi ampiamente sfruttata per promuovere il dimagrimento inteso come perdita di massa grassa a favore di quella magra. Il che non è sicuramente ottimale per la salute dell’individuo.
  4. La mammografia produce troppe radiazioni nocive – Le radiazioni ci sono, è vero. L’esame espone le donne ad una quantità di raggi X che, grazie ai progressi tecnologici, è stata però drasticamente ridotta. Non solo. La periodicità consigliata per la mammografia (ogni 2 anni) è stabilita in modo tale che i benefici di una sovrastino eventuali rischi legati alle radiazioni. Quindi no, la mammografia è necessaria, dopo i 40 anni più che mai.
  5. Se paghi, i tempi delle liste di attesa per i trapianti si riducono – Falso.  I tempi di attesa per il trapianto di un organo o di un tessuto dipendono, in primo luogo, dalla disponibilità di un donatore compatibile, così come dall’idoneità clinica dei pazienti. Le liste di attesa per i trapianti, in Italia, vengono gestite dai Centri di coordinamento regionali. Se paghi, insomma, non salti la file. Ricordate, però, che gli adulti possono iscriversi alla lista di attesa di 1 solo Centro (quello della propria regione) o, per alcuni organi, alle liste di al massimo due strutture.
  6. Gli antiacidi sono perfetti per ridurre il reflusso gastrico – No, assolutamente no. Gli antiacidi agiscono solo sui sintomi senza risolvere i problemi alla radice. Talvolta sono persino insufficienti, mentre in altre occasioni sono addirittura inutili anche se, non sono pochi i casi, in cui sembrano risolvere il problema del reflusso gastroesofageo. Purtroppo, però, questi farmaci si limitano a eliminare momentaneamente il fastidio senza risolverne le cause. Questo potrebbe portare a trascurare alcune patologie, come ad esempio gastriti, ernie o ulcere, che possono avere conseguenze anche molto gravi. Certo, come tutti i farmaci, anche gli antiacidi svolgono la loro funzione ma attenzione al fai-da-te. Seguite sempre i consigli del vostro medico!
  7. Il vaccino antinfluenzale può scatenare l’influenza – Uno dei miti principali sul vaccino antinfluenzale è l’idea che questo possa trasmettere il virus, per cui ci si ammalerebbe a causa della vaccinazione. Dopo la somministrazione del vaccino si può sviluppare qualche lieve sintomo per uno o due giorni, certo. Questo, però, non deve essere confuso con l’influenza vera e propria che, invece, costringe a letto per una settimana e con sintomi molto più forti.
  8. I carboidrati fanno ingrassare – “Evita i carboidrati e riuscirai a dimagrire”, quante volte ce lo siamo sentiti dire? I carboidrati, in realtà, sono la principale fonte di energia per il nostro organismo. Chi fa attività fisica, mantenendosi in salute, assume infatti grandi quantità di carboidrati che possono far ingrassare solo se associati a cibi ricchi di grassi.
  9. Mantenere una dieta povera di grassi per perdere grasso – Per perdere peso non è necessario eliminare i grassi dalla propria dieta. Milioni di persone, ossessionate dalle calorie e dai grassi di qualsivoglia origine, limitano l’olio d’oliva, persino come condimento. La dieta mediterranea prevede l’utilizzo di olio d’oliva, arricchita con frutta a guscio, entrambi alimenti con un alto contenuto di grassi vegetali che non provocherebbero aumento di peso. Non è dunque necessario eliminare i grassi ma piuttosto scegliere quali grassi assumere e quali evitare. Ci sono grassi buoni e grassi cattivi, ricordiamocelo sempre.
  10. Il Wi-Fi in casa è pericoloso per la salute – Non esistono evidenze scientifiche a sostegno di questa testi: è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad affermarlo. Quindi ad oggi non si può sostenere che vi siano possibili danni alla salute in seguito all’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza generati da sistemi di comunicazione Wi-Fi.

Come abbiamo visto, dunque, luoghi comuni tramandati di generazione in generazione a volte sono tutt’altro che innocui. Insomma, tante sono le credenze che fanno parte del nostro background culturale, ma non è detto che tutte siano vere.

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Scritto da Cristina Grassi | Blogger

Comunicazione, lingue straniere e traduzione sono la mia passione. Traduttrice e scrittrice di professione, durante il tempo libero adoro trascorrere il tempo con la mia famiglia e dedicarmi alla lettura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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