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Quando è necessario sottoporsi a una scintigrafia ossea

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 12 Luglio, 2018

scintigrafia ossea total body: come si fa

La scintigrafia ossea è una metodica di diagnostica per immagini che studia nei dettagli l’apparato scheletrico. Ma quando è necessario sottoporsi a una scintigrafia ossea total body? È una tecnica invasiva con particolari effetti collaterali oppure perfettamente sicura nonostante l’impiego dei farmaci radioattivi? Scopriamo nel dettaglio

Cos’è una scintigrafia ossea

Come è stato descritto, la scintigrafia ossea è una tecnica che permette di evidenziare i problemi appartenenti all’apparato scheletrico, ma anche alterazioni vascolari e metaboliche delle ossa.

Quando si parla di metabolismo delle ossa, ci si riferisce al quel processo che permette alle ossa di rompersi e ricostruirsi, mantenendo l’apparato scheletrico sempre nuovo. Insomma, tale esame ha l’obiettivo di verificare e documentare le attività metaboliche anomale nelle ossa.

Inoltre, questa tecnica viene impiegata per determinare il grado di diffusione di un tumore, per cercare dunque di capire, ad esempio, se un cancro alla prostata o al seno si è espanso a livello delle ossa.

Per poterla eseguire è necessario l’impiego di farmaci radioattivi che contengono difosfonati marcati con tecnezio-99m, capaci di rispecchiare l’apporto sanguigno e il comportamento metabolico, andando a depositarsi a livello osseo.

Attenzione, non spaventatevi. Gli effetti collaterali della scintigrafia ossea sono pressoché nulli. La maggior parte delle radiazioni contenute nel marker sono eliminate dall’organismo nel giro di 24 ore, mentre le quantità inferiori perdurano fino a tre giorni.

Quando è necessario sottoporsi all’esame

Il medico curante può richiedere una scintigrafia ossea se sospetta problemi nelle ossa, per determinare la causa di dolori insorti apparentemente senza ragione.

In sostanza, la scintigrafia ossea può rivelare problemi associati alle seguenti condizioni:

  • Artrite
  • Necrosi avascolare
  • Tumore alle ossa
  • Tumore che si è diffuso da altre parti del corpo alle ossa
  • Displasia fibrosa
  • Fratture
  • Infezioni che interessano le ossa
  • Malattia di Paget delle ossa, che causa deformità e ossa deboli

Quali sono i rischi della scintigrafia ossea

Una scintigrafia ossea non presenta particolari rischi, rispetto alle convenzionali radiografie. I marcatori impiegati producono infatti un’esposizione minima alle radiazioni. Inoltre, il rischio di una reazione allergica al marcatore è proprio minima.

Tuttavia, questo genere di diagnostica può essere ritenuto poco sicuro per le donne in gravidanza o che stanno allattando. Infatti, c’è il rischio che il feto possa essere danneggiato o che il latte materno sia contaminato proprio dalle radiazioni. Proprio per questo motivo, quando il medico curante richiede una scintigrafia ossea è necessario avvisarlo della propria condizione.

Come si si fa una scintigrafia ossea

Una scintigrafia ossea non richiede particolari preparazioni. Prima dell’esame, è necessario eliminare tutto ciò che contiene metallo, come orecchini, piercing, bracciali e così via.

L’attuale procedura di screening richiede non più di un’ora. Non è strettamente necessario, ma alle volte al soggetto in esame può essere somministrato un blando sedativo, se il medico ritiene che potrebbe avere problemi nello stare sdraiato per lungo tempo.

A questo punto, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino. La procedura comincia con un’iniezione di farmaco radioattivo in un braccio, che verrà assorbito nell’arco di un paio d’ore. Le cellule delle ossa gravitano naturalmente nelle aree che devono essere riparate. Il farmaco iniettato segue queste cellule e si accumula nei punti in cui l’osso è danneggiato.

Dopo un po’ di tempo, il medico impiega una speciale telecamera per passare allo scanner le ossa. Le aree danneggiate, cioè dove il marker radioattivo si è depositato, appaiono come punti neri sull’immagine.

Se la prima iniezione non ha portato risultati interessanti, è possibile procedere con una seconda iniezione. Inoltre, è possibile eseguire una SPECT, cioè una tomografia a emissione di fotone singolo, una tecnica di diagnostica molto simile alla scintigrafia ossea, che riproduce l’immagine in 3D. Quest’ultima tecnica è più utile se il medico deve addentrarsi nelle ossa nei dettagli.

Come si interpretano i risultati della scintigrafia ossea

I risultati sono considerati normali quando il marcatore si è diffuso in tutto il corpo, perché significa che l’organismo non presenta problemi ossei.

I risultati sono considerati anomali quando si formano dei punti più scuri, noti come punti caldi, oppure più chiari, detti punti freddi, nelle ossa. I punti caldi descrivono gli accumuli di marker radioattivo, mentre quelli freddi sono le aree in cui il liquido non si è per niente accumulato.

Ricordiamo che, sebbene il test possa aiutare a identificare i problemi nel metabolismo osseo, non significa necessariamente che ne riveli la causa soggiacente. Infatti, una scintigrafia è un test sensibile ma aspecifico: può dunque evidenziare la presenza di un problema e dove è localizzato, ma non le cause.

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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