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Ma perché il gelato piace a tutti?

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 26 Luglio, 2018

perché il gelato piace a tutti: c'è una spiegazione scientifica

Ammettiamolo. Il solo pensiero di un gelato ci fa venire l’acquolina in bocca. Anche se siamo a dieta o seguiamo un’alimentazione sana, il gelato è un alimento a cui non possiamo proprio rinunciare.

Sarà la cremosità, sarà la sensazione di fresco in bocca che, soprattutto nelle giornate estive, ci dà un sollievo, sarà la dolcezza. Che sia alla frutta, alla crema o al cioccolato, ne vanno ghiotti sia grandi sia piccini. Ma perché il gelato piace a tutti?

Il gelato: gioie e dolori

Secondo l’International Dairy Foods Association, un americano medio consuma più di 23 chili di gelato all’anno. Decisamente troppe (troppe!) calorie pro-capite. Noi italiani, di certo, non temiamo certo gli americani in quanto a buon gelato.

Perché è così, lo dice anche la scienza. Il gelato crea una sorta di dipendenza. Secondo un recente studio, più spesso mangiamo gelato, più ne abbiamo bisogno per soddisfarne il desiderio. Ma perché?

Ha provato a spiegarlo il dr. Steve Young, consulente chimico e microbiologo dell’alimentazione, insegnante di scienza e tecnologia proprio ai produttori di gelato, che ha chiamato in causa il cosiddetto Fattore F.

Il massimo appeal del gelato – ha spiegato Young – è tutto ciò che influenza positivamente il “fattore F” da “flavor” (gusto)“.

Il gusto finale che percepiamo di un gelato è la complessa combinazione di ben sei variabili:

  • Aspetto
  • Aroma
  • Acidità
  • Sapore
  • Temperatura
  • Dolcezza

Gail Civille, fondatore e presidente della società di consulenza Sensory Spectrum, ha spiegato che la dolcezza è il primo vero driver delle voglie di gelato che, alla sola idea, guida all’acquisto i consumatori. Attenzione, però. Secondo Civille, il gelato non dovrebbe essere “stucchevolmente dolce” ma di una dolcezza equilibrata che indirizza il consumatore a desiderarne ancora.

Anche la quantità di grasso presente nel gelato è assolutamente importante. Per essere considerato davvero un gelato, un prodotto deve contenere almeno il 10% di burro. Sembra infatti che maggiore sia la quantità di burro presente nel gelato, migliore sia la sensazione che questo lasci in bocca in quanto a consistenza e cremosità.

Quindi, la dolcezza – che contribuisce alla variabile del gusto – e il grasso – che contribuisce alla consistenza – giocano un ruolo chiave nella gradevolezza di ogni gelato.

Un altro parametro importante – sottolinea Civille – è la capacità di sciogliersi. Infatti lo scioglimento del gelato dà un’esperienza sensoriale, aggiuntiva a differenza di altri tipi di alimenti. Secondo Civille, lo scioglimento dovrebbe essere “non troppo veloce” e “non troppo lento”.

La qualità degli ingredienti fa la (VERA) differenza

Gelati irresistibili sono fatti anche con ingredienti di alta qualità. Utilizzare alimenti freschi al posto di aromi in fialetta o in polvere, grassi di buona qualità e non scadenti e molto oleosi? È la ricetta vincente. In base al gusto che si vuole ottenere, per fare un ottimo gelato, andrebbero utilizzati un buon latte, uova fresche, frutta fresca o secca e cioccolato di alta qualità.

Seppur squisito, mangiare gelato tutti i giorni non è consigliato da nessun nutrizionista. Che sia fatto con elementi freschi, sani e di alta qualità, il gelato che contiene zucchero e grassi apporta comunque una quantità di calorie che non andrebbe assunta tutti i giorni.

Se siete a dieta e non potete rinunciare al gelato un’ottima alternativa potrebbe essere un gelato allo yogurt (per evitare i grassi della panna), oppure un ghiacciolo alla frutta fatto in casa – senza zucchero!

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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