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L’arte del rimandare: come affrontare anche le situazioni più difficili

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

rimandare: come smettere

Dr.ssa Manuela Del Gusto, specialista in Psicologia e Counselor Professionista. 


Aspetterò di avere l’umore adatto“, “Mi mancano le informazioni per prendere una decisione”, “Ho tante cose da fare prima”, “Lavoro meglio sotto pressione, quindi aspetto” etc. Quante volte avremo detto o sentito queste parole?

Abbiamo chiesto alla dr.ssa Manuela Del Gusto come mai, a volte, rimandare è meglio che affrontare subito le situazioni.

Su cosa si basa la psicologia del rimandare?

Quante volte abbiamo pronunciato queste frasi? E quante volte, dicendole, ci siamo resi conto che sono solo giustificazioni apparenti? La “psicologia del rimandare” contempla aspetti molto più radicati che riguardano carattere e personalità, nulla a che fare con la pigrizia, che, contrariamente a ciò che si pensa, non è il vero motivo della Procrastinazione.

Questo tipo di comportamento spinge a ritardare, in maniera volontaria, un’azione nonostante prevedibili conseguenze negative, sostituendo attività prioritarie e importanti con attività piacevoli o compiti meno rilevanti o urgenti.

Esistono due stili differenti nell’arte del rimandare. Il procrastinatore rilassato è colui che inizia molte cose senza portarne a termine nessuna”; tende a rimandare o evitare tutte quelle attività che ritiene noiose e/o abitudinarie. È il tipo di persona “tutto e subito” che intraprende nuove strade e progetti, portando avanti mille attività che lascia e accantona non appena si spegne il fascino della novità.

Il procrastinatore preoccupato è invece colui che si sente insicuro, inadeguato alla situazione che si presenta, che ha scarsa fiducia nelle proprie capacità, difficoltà a gestire ansia e stress perché tormentato da una serie di paure che non gli consentono di agire e che lo portano a rimandare ad un momento più opportuno (che in realtà non esiste!).

Perché alcune persone tendono sempre a rimandare?

La procrastinazione è un fenomeno psicologico che chiama in causa un insieme di specifiche emozioni e sentimenti, come ad esempio l’ansia e idee irrazionali legate alle proprie capacità, al valore personale e quindi alla propria autostima e resilienza. Una persona che ha la tendenza a rimandare in realtà si difende attraverso un meccanismo di evitamento che gli permette di non entrare in contatto con le proprie “emozioni scomode”, con il senso di inadeguatezza, con le paure, le insicurezze e il senso di frustrazione che da questo deriva.

In questo modo, evitando cioè di guardare e vivere queste emozioni, non si affrontano le reali preoccupazioni e problematiche alla base di questo fenomeno che viene così autoalimentato creando una routine comportamentale rischiosa. Quando l’abitudine a procrastinare si consolida, infatti, generalmente finisce per influire su aree sempre più vaste della propria vita, finendo col rimandare costantemente l’inizio, la prosecuzione o il completamento di numerose attività importanti.

Quali sono i segnali del rimandare in continuazione che dovrebbero preoccuparci?

Ansia, stress e “miopia temporale” sono i segnali tipici di chi rimanda continuamente, a livello emotivo si può notare frustrazione, basso problem solving e un’incapacità di pensarsi e vedersi in maniera adeguata e realistica nel futuro. Questo atteggiamento può far insorgere problemi sul lavoro e/o nella vita sociale, interferisce con la produttività personale, impedisce di affrontare le sfide, raggiungere obiettivi e realizzare le proprie aspirazioni.

Paura e procrastinazione lavorano insieme; quando ci si sente spaventati, infatti, si tende a cercare diverse scuse possibili per rimandare ciò che si vorrebbe o si dovrebbe fare. La procrastinazione associata alla paura provoca immobilità e quindi incapacità di scegliere, agire e reagire.

Legate alle cause primarie della procrastinazione troviamo anche alcune caratteristiche cognitive ed emotive:

  • Perfezionismo: la persona si sente insicura e incapace di fronteggiare una situazione, un compito o un problema; l’idea irrazionale dietro questo comportamento è che “non vale la pena, se non riesco a farlo in maniera perfetta”. Questo modo di pensare è tipico di alcuni studenti convinti che passeranno un esame solo se studieranno tutto il programma alla perfezione.
  • Paura di fallire: la paura può essere talmente forte e invasiva da bloccare qualsiasi tipo di azione e scelta sulla convinzione irrazionale che si otterrà sicuramente un fallimento.
  • Paura del successo: in questo caso si sperimenta un forte senso di inadeguatezza, si pensa, infatti, di non meritare successi e riconoscimenti. Per questa ragione, si vive accompagnati da senso di colpa, ansia e stress.
  • Rabbia e ribellione: si può sviluppare l’emozione della rabbia in seguito a pressioni e aspettative del contesto familiare e sociale che, nella maggior parte dei casi, non corrispondono ai desideri e bisogni della persona. La ribellione dunque è il segno manifesto di questa rabbia, che porta la persona a rinviare a lungo per difendersi da aspettative ritenute intollerabili.
  • Timore delle conseguenze e delle responsabilità. 

Come smettere di rimandare?

“Procrastinare è una trappola. Troverai sempre delle scuse per rimandare. Ma la verità è che esistono soltanto 2 cose nella vita: le scuse e i risultati, e con le scuse non si va da nessuna parte”. – Robert Anthony

Rimandare assiduamente ci porta ad ottenere due effetti negativi e cioè vivere costantemente nel futuro e attuare una serie di azioni superflue. Questo porta la persona a concentrarsi su dettagli futili che la fanno “girare attorno” all’attività che sta rimandando e non consentono di essere centrati sul tempo presente, che diventa invece tempo di noia e frustrazione.

La soluzione è ritrovare il piacere del “qui e ora” e il giusto tempo di fare le cose!

Ecco qualche piccolo consiglio:

  • Che tipo di procrastinatore sono? È importante capire con l’aiuto di un professionista quali sono le aree di vita in cui questo fenomeno si verifica, quali sono i nostri pensieri e sentimenti in merito e imparare a riconoscere e trasformare le nostre frasi killer, cioè quelle che ci impediscono di agire. La conoscenza di sé, infatti, è il primo passo per il cambiamento!!!
  • Gestione del tempo: si può apprendere con l’aiuto di uno psicologo per acquisire abilità e strategie utili a riprendere il controllo del proprio tempo.
  • Fare una cosa per volta: è fondamentale concentrarsi su obiettivi piccoli, concreti e quantificabili.
  • Affrontare le paure: il rischio di sbagliare, di fare brutta figura, di fallire, di soffrire esistono ed è utile confrontarsi con le proprie emozioni rispetto a questo per avviare un processo di accettazione e consapevolezza.
  • Gestione di ansia e stress: quando siamo impegnati a difenderci ed evitare sensazioni spiacevoli facciamo uso di molte energie, fisiche e mentali. Imparare a gestire lo stress può aiutarci a fare scelte e intraprendere percorsi d’azione efficaci e produttivi.
  • Impara a premiarti: se hai la tendenza a rimandare impara a premiarti ogni volta che raggiungi un obiettivo; è importante infatti gestire il tempo dando il giusto equilibrio a dovere e piacere.

Ogni volta che rimandiamo un compito difficile o sgradevole, la nostra tendenza alla procrastinazione si rafforza. Questo può accadere perché non si ha ben chiaro qual è il nostro posto e ruolo nel mondo, “chi sono e cosa voglio dalla vita”, con il rischio di vivere un’esistenza passiva nell’attesa di capire la propria strada.

È importante, invece, sperimentare e approfondire le motivazioni che ci hanno portato a questo comportamento, capire come affrontare e gestire le nostre paure al fine di sciogliere tutte quelle difficoltà che non ci consentono di andare avanti con la nostra vita, promuovendo cosi un modo di essere autentico e libero.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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