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È possibile controllare gli scatti d’ira?

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 23 Aprile, 2018

Come gestire la rabbia
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È innegabile. Nel corso della nostra vita è capitato a tutti di arrabbiarci. La rabbia è infatti un’emozione primaria che ci aiuta ad esprimere la nostra frustrazione e il nostro disappunto, ma che allo stesso tempo funge da spinta propulsiva per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Si tratta di un sentimento comune insito nella natura umana che, però, in alcuni casi può diventare difficile da controllare, come nel caso degli scatti d’ira.

La caratteristica principale degli attacchi d’ira è che la reazione è solitamente eccessiva e inappropriata rispetto all’episodio scatenante, il più delle volte banale. Le persone che manifestano questi comportamenti possono diventare fisicamente aggressive, avere atteggiamenti punitivi, ritorsivi e persino persecutori nei confronti del prossimo, tali da creare notevoli problemi nella sfera sociale e relazionale dell’individuo che ne fa esperienza.

Chi manifesta problemi nel controllo della rabbia è poco consapevole sia delle motivazioni che lo spingono a comportarsi in questo modo sia degli effetti negativi che le sue esplosioni di collera hanno sugli altri.

Come gestire la rabbia

Se pensate di non avere controllo sulla vostra rabbia e se gli scatti d’ira hanno un impatto negativo sulla vostra vita, vi consigliamo di considerare in primis l’ipotesi di chiedere aiuto a un professionista, psicologo o psicoterapeuta, per imparare ad affrontare in maniera efficace la vostra rabbia e di dare un’occhiata a queste strategie per controllare la rabbia che sì, possono essere davvero efficaci.

  1. Evitate di scaricarvi fisicamente
 – Colpire oggetti o urlare non aiuta in questi casi, anzi aumenta i vostri livelli di stress oltre al rischio di un attacco cardiaco. Non “agitate” la vostra rabbia, non è di aiuto. O, almeno, questo è quello che ci suggerisce la ricerca
  2. Provate a controllare la respirazione – 
Le tecniche di respirazione possono aiutarvi a ridurre l’ansia, lo stress e anche la rabbia: questo è quanto afferma l’American Psychological Association. Se vi trovate in una situazione particolarmente stressante, fate un respiro profondo, trattenete l’aria per qualche secondo e poi inspirate lentamente. Provate a fare questo esercizio ogni volta che vi sentite arrabbiati, vedrete voi stessi il cambiamento.
  3. Provate a identificare quali sono le situazioni che scatenano la vostra rabbia – 
Per evitare di reagire in malo modo a situazioni che vi rendono irascibili, cercate di identificare quali sono le circostanze a lavoro, in famiglia o più in generale nella vita quotidiana che vi fanno arrabbiare. Pianificate in anticipo strategie che vi aiutino ad affrontare le situazioni per voi più problematiche.
  4. Ridere è la vera medicina
 – Quando possibile, cercate il pretesto per ridere e far ridere le persone accanto a voi. Ridendo rilasciamo ormoni “positivi”, come il cortisolo e l’epinefrina, che aiutano a farci sentire meglio.
  5. Contate fino a 10 (o fino a 120!) – Quando sentite montare la rabbia, guardate l’orologio e cercate di non reagire per due minuti. Prendetevi questo tempo per pensare a cosa vi sta facendo arrabbiare, perchè state reagendo in questo modo e cosa potete fare voi per cambiare la situazione.
  6. La parola chiave è empatia – 
Se siete arrabbiati con un collega, un amico o un vostro familiare, provate a mettervi nei loro panni. Anche se questa persona ha chiaramente torto, potrebbe avere un problema personale che lo induce a certi atteggiamenti. Cercare di capire cosa spinge le persone a un determinato comportamento può aiutarvi a prendere le cose meno sul personale.
  7. Pensate al capro espiatorio: è veramente lui la causa della vostra frustrazione?
 Le persone con le quali tendete a perdere le staffe non sono necessariamente le dirette responsabili della vostra frustrazione. Dovete iniziare a considerare il fatto che le persone possono non essere necessariamente collegate all’origine del problema che vi ha fatto arrabbiare. Spesso ce la prendiamo con gli addetti del servizio clienti ma non sono loro i responsabili delle politiche aziendali o dei nostri problemi. Pensateci!
  8. Scrivete
 – Per cercare di comprendere meglio l’origine della vostra rabbia, scrivete. Provate ad esempio a scrivere delle lettere alle persone che vi hanno deluso, spiegando cosa vi ha fatto arrabbiare e qual è stato il loro contributo alla situazione. Rileggete la lettera il giorno seguente e domandatevi: “La manderei ancora?” oppure “Il problema oggi è così come lo avevo descritto ieri?”. Un’alternativa valida secondo il dr. Harry Mills, autore del libro “The Anxiety Factor: The Role of Anxiety in Health and Performance” potrebbe essere quella di tenere un diario della rabbia.
  9. Non affrontate la rabbia da soli
 – Parlate con qualcuno di cui vi fidate dei vostri problemi a gestire la rabbia. Potrebbero offrirvi una prospettiva diversa dalla vostra o suggerirvi una soluzione cui non avete ancora pensato o ancora aiutarvi a valutare l’ipotesi di richiedere l’aiuto di un professionista per risolvere la situazione.
  10. Allenatevi
 – Fare esercizio fisico è un altro modo attraverso il quale il nostro corpo secerne gli ormoni che ci aiutano a farci sentire meglio. Fare una camminata all’aria aperta, fare ginnastica, una passeggiata in bici o una corsa ci aiutano a stimolare gli ormoni del benessere e a ridurre lo stress e la rabbia.

Voi cosa ne pensate? Vi capita mai di perdere la pazienza e di avere degli scatti d’ira? Provate a seguire i nostri consigli e raccontateci le vostre esperienze.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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