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Attacco di panico: come comportarsi nell’immediato

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 29 Gennaio, 2018

Cosa fare se si ha un attacco di panico

Un attacco di panico è un episodio, di breve durata, caratterizzato da sentimenti intensi di paura, angoscia e ansia, che si manifestano in assenza di un reale pericolo.

Questi episodi di panico sono accompagnati da sintomi somatici (palpitazioni, tachicardia, vertigini, sudorazione intensa, tremori, sensazione di asfissia) dovuti all’attivazione del sistema simpatico, e da sintomi cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo, sensazione di derealizzazione e paura di morire).
 Secondo recenti statistiche, ne soffre circa il 3,5% della popolazione mondiale, per un totale di quasi dieci milioni di italiani. Un individuo su tre avrebbe sperimentato, nel corso della propria vita, almeno un episodio di ansia sotto forma di attacco di panico.

Chiunque abbia avuto degli attacchi di panico, li descrive come un’esperienza terribile, improvvisa e inaspettata. È facile intuire, dunque, come anche un singolo episodio possa sfociare in un vero e proprio disturbo di panico, caratterizzato da un’intensa ansia anticipatoria e paura che gli attacchi possano ripetersi, che intrappola chi ne soffre in un circolo vizioso di difficile risoluzione.



Cosa accade nella mente di chi soffre di attacchi di panico

I soggetti che soffrono di attacchi di panico, a seguito del primo episodio di panico, mettono in atto una serie di strategie o meccanismi di autodifesa dalle situazioni a potenziale rischio, iniziano a evitare i luoghi o le situazioni dove si sono verificate le prime crisi ansiose, fino ad arrivare a soluzioni estreme, che il più delle volte comprendono il ritiro sociale, l’isolamento e di conseguenza l’abbandono scolastico o lavorativo

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Tutti fattori che insieme all’angoscia provocata dal possibile ripetersi di un attacco di panico, contribuiscono ad amplificare la percezione di solitudine e possono portare il soggetto a sviluppare sintomi depressivi in aggiunta agli stati ansiosi.

Quali sono i trattamenti più indicati per le crisi di panico

Nella cura degli attacchi di panico e dei disturbi d’ansia in generale, il trattamento psicoterapeutico che si è rivelato più efficace è quello a indirizzo cognitivo-comportamentale.

Questo trattamento prevede una cadenza delle sedute settimanale, in cui il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del problema e, insieme al terapeuta, si concentra sulla ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali che conducono all’attacco di panico e sull’apprendimento di strategie e modalità comportamentali più adeguate in grado di portare a una completa remissione dei sintomi. Alla psicoterapia spesso è affiancata una terapia farmacologica, che prevede la somministrazione di farmaci ansiolitici, utili a prevenire il susseguirsi degli attacchi di panico e a ridurre l’ansia anticipatoria di un eventuale altro episodio di panico.

Cosa gestire nell’immediato un attacco di panico

Una volta percepiti i primi sintomi che segnalano l’incombenza di un attacco di panico, il consiglio principale è quello di evitare di resistervi o fare finta che non stia accadendo nulla, in quanto entrambe queste strategie portano ad un aggravamento della situazione che sfocia in ogni caso in un attacco di panico. In tutti questi casi è opportuno mettere in atto una serie di strategie pratiche, utili a gestire l’attacco di panico e a ridurne l’intensità.

Vediamo insieme, cosa è meglio fare quando si ha un attacco di panico.

  1. È essenziale imparare a ri-conoscere gli attacchi di panico e le loro fasi. Comprendere l’evoluzione della situazione aiuta infatti a contenere la risposta emotiva. Sapere che il normale decorso di un attacco di panico è costituito da un esordio, un apice e una decrescita dei sintomi, aiuta il soggetto a comprendere che gli attacchi non sono mortali ed hanno un inizio come una fine.
  2. 
Comprendere che gli attacchi di panico sono il sintomo e non il vero problema. Capire che gli attacchi di panico sono il sintomo di una problematica più vasta è necessario perché questi vengano risolti attraverso un percorso di psicoterapia.
  3. Quando si percepisce che sta per verificarsi un attacco di panico, è bene trovare un posto tranquillo dove distendersi, provare a rilassarsi e comunicare agli altri cosa si sta provando in quel momento, in modo da mantenere un maggiore controllo e contatto con la realtà circostante.
  4. 
Dedicarsi ad attività artistico-espressive come il teatro, il canto, la danza, la pittura o la scrittura aiuta a sperimentare modalità alternative attraverso cui esprimere il proprio mondo interiore.
  5. 
Condividere il proprio vissuto emotivo con le persone care ed imparare a chiedere loro aiuto in caso di bisogno.

- Evitare di sentirsi in imbarazzo o sotto giudizio. Questo perchè il senso di vergogna non fa altro che aumentare i livelli di ansia e, di conseguenza, la possibilità che si verifichi un altro attacco di panico.
  6. Confrontarsi con altre persone che hanno avuto in passato attacchi di panico: aiuta a comprendere che si tratta di un disturbo transitorio dal quale si può guarire.

È importante ricordare che l’ansia, così come gli attacchi di panico, nascono sempre da conflitti interiori che non hanno trovato altra espressione. Per questo è bene ascoltare attentamente il proprio corpo e assecondare le sue richieste, quindi chiedere aiuto a un professionista qualora ce ne fosse la necessità.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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