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Tutti gli esami da fare se si sospettano malattie tiroidee

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 28 Giugno, 2018

esami per la tiroide: quali sono?

Come sappiamo, le malattie tiroidee sono molto diffuse tra la popolazione e provocano alterazioni della funzionalità tiroidea, instaurando o un quadro di ipotiroidismo – con una ridotta produzione di ormoni tiroidei – o un quadro di ipertiroidismo, con un’aumentata produzione di ormoni. Inoltre, anche la tiroide può essere interessata da neoplasie, di natura benigna o maligna.

Ma quali sono gli esami per la tiroide?

Esame fisico del paziente: si parte dalla palpazione del collo

Il primo esame a cui sottoporsi quando si sospettano malattie della tiroide è, ovviamente, la più classica delle visite mediche.

L’esame fisico del paziente consente al medico, mediante palpazione del collo, di individuare un eventuale aumento di volume della ghiandola (gozzo) o la presenza di noduli.

Dosaggi ormonali: un semplice esame del sangue per la tiroide

Per valutare la funzionalità tiroidea, invece, è necessario il dosaggio ematico dell’ormone TSH e, eventualmente, della frazione libera dell’ormone T4, fT4 (talvolta anche dell’ormone T3, fT3).

Tramite un semplice prelievo di sangue, è possibile misurare i livelli di questi ormoni e il risultato consente al medico di stabilire se il paziente si trova in una condizione di ipo o ipertiroidismo.

Ricordiamo che gli ormoni T3 e T4 sono prodotti dalla tiroide, mentre il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi e regola l’attività tiroidea. La tiroide, infatti, risponde alla stimolazione da parte del TSH producendo gli ormoni tiroidei, ma è anche vero che esiste un meccanismo di feedback per il quale, se i livelli di ormoni tiroidei aumentano o diminuiscono rispetto alla normalità, l’ipofisi secerne, rispettivamente, meno o più TSH (nel tentativo di stimolare meno o di più la produzione di ormoni della tiroide).

Il dosaggio del TSH, quindi, è un esame importantissimo per la diagnosi delle disfunzioni tiroidee. Quando il TSH è basso, i livelli ematici di T3 e T4 sono alti e si pone diagnosi di ipertiroidismo. Quando il TSH è alto, invece, i livelli ematici di T3 e T4 sono bassi e si pone diagnosi di ipotiroidismo. La misurazione del TSH è un test sensibile e permette di individuare precocemente una disfunzione della tiroide, consentendo di intervenire rapidamente per correggere il difetto.

Nel caso di sospetto di tumore della tiroide o nei regolari controlli dopo una neoplasia tiroidea, si dosa anche la tireoglobulina o la calcitonina (dipende dal tipo di tumore).

Dosaggio degli autoanticorpi tiroidei: se si sospetta una malattia autoimmune

Se il medico sospetta che la ragione dell’ipotiroidismo o dell’ipertiroidismo sia una malattia autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto o il morbo di Basedow-Graves, prescriverà di eseguire i dosaggi ematici degli autoanticorpi tiroidei.

Gli autoanticorpi dosati sono:

  • Autoanticorpi anti-tireoglobulina
  • Autoanticorpi anti-tireoperossidasi
  • Autoanticorpi anti-recettore del TSH

Ecografia tiroidea e agoaspirato: quando si vuole monitorare un nodulo

Per valutare la morfologia e la struttura del parenchima della tiroide, il medico richiede un esame strumentale, l’ecografia tiroidea, che si effettua utilizzando una sonda ad ultrasuoni. Si tratta di un esame per la tiroide davvero importante.

Le immagini fornite dall’ecografia consentono di valutare le dimensioni della tiroide e l’eventuale presenza di noduli, oltre a fornire indicazioni sulle caratteristiche del tessuto tiroideo, sui linfonodi cervicali e sulla vascolarizzazione (eco-color-Doppler).

Gli eventuali noduli rilevati possono avere particolari caratteristiche che meritano un ulteriore approfondimento. L’ecografia tiroidea, infatti, può essere associata alla metodica di agoaspirato, cioè ad un esame citologico che viene effettuato con guida ecografica e consente di pungere il nodulo sospetto e prelevarne un campione di cellule per la valutazione da parte del patologo.

L’agoaspirato tiroideo è l’esame più indicato per valutare la benignità o malignità di un nodulo sospetto.

Scintigrafia tiroidea: per l’anatomia e le funzioni tiroide

Anatomia e funzione tiroidea vengono studiate con la scintigrafia tiroidea, un esame di medicina nucleare che viene prescritto dopo il riscontro di noduli tiroidei sospetti.

Per eseguire l’esame, al paziente viene somministrata una piccola quantità di iodio o tecnenzio radioattivo, che consente di ottenere un’immagine della tiroide e delle regioni che funzionano di più o di meno.

I noduli, infatti, possono essere distinti in “caldi” e “freddi”. I primi captano più sostanza radioattiva, perché maggiormente funzionali. Solitamente, i noduli caldi sono di natura benigna, mentre i secondi sono maligni.

Inoltre, la scintigrafia consente di capire le cause di alcune forme di ipo o ipertiroidismo e di verificare se, dopo un intervento di tiroidectomia, è stato rimosso tutto il tessuto tiroideo.

Avete già effettuato questi esami per la tiroide?

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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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