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Disturbi della respirazione e del sonno: colpa del cuore? 

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Apnee e Cuore: qual è il Legame?

Dr.ssa Carolina Lombardi, Responsabile Unità Semplice di Medicina del Sonno, Università Milano Bicocca, Istituto Auxologico Italiano IRCCS.


Si chiamano apnee notturne e sono disturbi della respirazione e del sonno, più comuni negli adulti obesi, soprattutto di sesso maschile, mentre risultano più rare nei bambini.

La forma più diffusa di apnea nel sonno è l’apnea ostruttiva notturna (OSA), che di frequente è osservata in pazienti con ipertensione arteriosa. Esiste un legame tra apnee notturne e patologie cardiovascolari o è solo un effetto della grande diffusione delle seconde?

Come riconoscere le apnee notturne

Le apnee notturne sono delle interruzioni di almeno il 90% del flusso respiratorio per la durata di circa 10 secondi, mentre si parla di ipopnee, se il flusso respiratorio è ridotto in ampiezza del 30%. Le apnee vengono classificate come ostruttive, centrali e miste. Le apnee ostruttive sono associate a un aumentato sforzo respiratorio, assente in quelle centrali. Le forme miste, invece, sono inizialmente come quelle di tipo centrale e si concludono come apnee di tipo ostruttivo.

Il sospetto diagnostico di apnea notturna insorge quando il paziente o il suo partner riferiscono storia di russamento, risvegli notturni con “fame d’aria” e sonnolenza diurna. La diagnosi viene posta in base al risultato dell’esame della polisonnografia, con il quale si può stabilire anche la gravità delle apnee in base ai parametri cardiorespiratori registrati.

Polisonnografia, come funziona?

Lo polisonnografia consente di registrare diversi parametri durante il sonno, attraverso elettrodi e sensori. Tra i parametri registrati vi sono:

  • l’attività cerebrale e i movimenti oculari (necessari solamente in alcuni casi);
  • l’attività muscolare;
  • l’attività cardiaca;
  • gli atti respiratori;
  • il livello di ossigeno;
  • il russamento.

Gli elettrodi e i sensori, posizionati su capo, mento, volto (occhi e naso), dito, torace, addome e gambe, non provocano dolore e il monitoraggio dura in genere una sola notte. Se la struttura sanitaria di riferimento possiede un polisonnigrafo portatile, è possibile eseguire l’esame a casa propria.

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Apnee e cuore: qual è il legame?

Molti studi scientifici hanno valutato l’associazione tra apnee e malattie cardiovascolari, mostrando che è frequente il riscontro di OSA nei pazienti con ipertensione resistenti al trattamento e viceversa, ma sono spesso riportate anche le apnee centrali nei pazienti con scompenso cardiaco congestizio.

Inoltre, vi è un’alta prevalenza di OSA negli individui con coronaropatia o aritmie che risultano tanto più severe quanto più severa è l’OSAS. In generale, quindi, è concetto ormai consolidato che l’OSAS possa costituire un fattore di rischio cerebro e cardiovascolare.

In molti casi poi, la corretta impostazione della terapia, che include modifiche dello stile di vita con aumento dell’attività fisica e dimagrimento, accompagnato in alcuni casi da terapia più specifiche per l’OSA, tra cui la CPAP, è in grado anche di ridurre il rischio cardiovascolare.

La terapia CPAP consiste nell’utilizzo di un dispositivo per la ventilazione meccanica a pressione positiva continua, il quale immette aria a una pressione superiore a quella ambientale nelle vie respiratorie, specificatamente identificata nel singolo paziente.

Questa terapia per le apnee notturne viene consigliata dal medico, soprattutto nei casi di OSAS moderati e severi.

Nei pazienti con ipertensione arteriosa, ad esempio, la corretta impostazione terapeutica permette, generalmente, una maggior correzione dei valori pressori nelle 24 ore.

Lo stesso tipo di effetto positivo è stato riscontrato dopo l’inizio della terapia per l’OSA anche nei pazienti con angina/cardiopatia ischemica e aritmie.

Come accennato prima, comunque, è fondamentale che oltre alla terapia con CPAP vengano implementate anche altri approcci terapeutici tra cui smettere di fumare, ridurre il peso corporeo e il consumo di alcol. Nelle forme lievi, questi provvedimenti sono generalmente sufficienti a risolvere il problema, mentre nelle forme più gravi andrenno valutati approcci più specifici, come i byte di avanzamento mandibolare, la CPAP o, in alcuni casi, la chirurgia.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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