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Condilomi genitali: dai sintomi alle cause, la parola dell’esperto

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Condilomi genitali: cause, sintomi e vaccinazione

Dr. Gianfranco Blaas, ginecologo


Non provocano quasi mai dolore e, in generale, non risultano particolarmente pericolosi: i condilomi genitali, però, sono spesso all’origine di un forte disagio psicologico, determinato anche dal loro essere esteticamente fastidiosi.

Si tratta, infatti, di vere e proprie verruche genitali, contagiose e molto diffuse, dall’aspetto simile ad una cresta di gallo, che tendono a confluire andando ad assomigliare ad una sorta di cavolfiore.

Queste escrescenze si localizzano sulle superfici mucose e cutanee dell’area ano-genitale senza fare alcuna differenza di sesso. Colpiscono indistintamente uomini e donne, trattandosi di un disturbo sessualmente trasmissibile.

In ogni caso – dolore sì, dolore no – i condilomi genitali necessitano un trattamento. Vediamo insieme al dr. Gianfranco Blaas, ginecologo, di cosa si tratta, le cause, i sintomi, le complicanze e, soprattutto, le cure più efficaci.

Come riconoscere le verruche genitali?

Come abbiamo visto, le verruche genitali (condilomi acuminati o creste di gallo) colpiscono chiunque e, molto spesso, si presentano senza nessun sintomo. Dopo un periodo di incubazione, che può variare dai 30 giorni ai 6 mesi, compaiono come escrescenze perlopiù ruvide – in rilievo o piatte – nell’area genitale.

In particolare, i condilomi nell’uomo colpiscono:

  • Asta del pene
  • Glande
  • Meato uretrale
  • Frenulo
  • Inguine
  • Ano

Nelle donne, invece, le zone più colpite sono:

  • Vulva
  • Vagina
  • Ano
  • Collo dell’utero

Se nella grande maggioranza dei casi si presentano senza alcun tipo di dolore, è innegabile che talvolta generino fastidio costante, prurito, rossore ed irritazione.

In alcune condizioni, la verruche possono raggiungere uno stato di infiammazione tale da comportare la fuoriuscita di sangue.
Vi sono casi in cui tutto questo non accade e i condilomi passano assolutamente inosservati: i sintomi, infatti, possono manifestarsi con notevole ritardo o, addirittura, rimanere per sempre sopiti.

Un cenno a parte meritano i cosiddetti condilomi piani, che colpiscono la cervice uterina: sono evidenziabili tramite la colposcopia, effettuata dopo che un pap test ha evidenziato alterazioni cellulari che inducano a sospettare una infezione virale della cervice.

Da qui la conferma che, al di là delle vaccinazioni, non deve essere abbandonata la pratica del pap test che, oltre ad essere uno strumento diagnostico precoce per il cancro della cervice, risulta essere un metodo preventivo indispensabile, dato il percorso evolutivo da infezione virale a cancro uterino.

Quali sono le cause?

La causa dei condilomi acuminati è da ricercarsi nel papilloma virus umano (HPV: Human Papilloma Virus), ovvero una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus, che causa effetti molto diversi a secondo del ceppo virale con cui si entra in contatto tramite rapporti sessuali. Molti di questi non creano nessun tipo di problema. Alcuni causano verruche sui piedi o sulle mani, altri lesioni alle vie respiratorie superiori e altri ancora possono causare forme cancerose, come il tumore alla cervice uterina.

Condilomi genitali: le cause nel papilloma virus umano

I sottotipi del virus vengono classificati con un numero accanto alla sigla HPV, ed è possibile identificarne la presenza nelle vie genitali tramite l’HVP DNA test, una sorta di tampone che isola la presenza di DNA virale in quella sede.

In particolare, i genotipi HPV 16 e HPV 18 causano il 66% dei carcinomi della cervice e il 50-60% delle lesioni precancerose e sono quindi i più diffusi. Altri genotipi HPV come il 31, 33, 45, 52 e 58 sono di frequente riscontro e considerati a “basso rischio”, mente i genotipi HPV 6 e 11 sono responsabili del 90% delle verruche genitali, altamente contagiose e considerate a “medio rischio”.

Condilomi in gravidanza: come comportarsi?

Consideriamo infine i condilomi in gravidanza, poiché vi è la possibilità che il virus HPV passi dalla madre al neonato. È bene però ricordare che la sola presenza di infezione da HPV non giustifica il ricorso ad un taglio cesareo preventivo, dato che l’incidenza di infezioni neonatali non dipende dal tipo di parto.

Quando invece vi è la presenza di una condilomatosi florida spesso si ricorre ad un parto cesareo, in quanto un parto per vie naturali potrebbe portare a grosse emorragie materne.

Il pericolo per il neonato è la comparsa – anche a distanza di tempo – di “condilomatosi ricorrente laringo-tracheale“, che ha come conseguenza dei problemi meccanici di respirazione a causa di un indebolimento della struttura muscolo-cartilaginea della trachea neonatale. Per questo motivo è sempre consigliato un attento follow-up del neonato, quando la madre è affetta da condilomatosi genitale.

Quali sono i benefici e le controindicazioni del vaccino anti-papillomavirus?

benefici del vaccino superano di gran lunga gli effetti negativi. Vi sono attualmente tre tipi di vaccino:

  • Bivalente (contro i ceppi 16 e 18)
  • Quadrivalente (contro i ceppi 6-11- 16-18)
  • Nonovalente, che colpisce anche parecchi ceppi “a medio rischio”

Tali vaccini concorrono a dare una resistenza ai vari ceppi di virus, andando ad aumentare le potenzialità di prevenzione anche verso ceppi meno frequenti.

La maggior parte delle controindicazione legate ai vecchi vaccini era data dallo loro costituzione: questi, infatti, erano creati con virus, batteri o loro parti morti o attenuate, dunque potenzialmente infettanti. Inoltre, erano mantenuti in materiale di conservazione di origine biologica, come il tuorlo di uovo, possibile causa di reazioni allergiche.

L’odierno vaccino contro HPV è invece costituito da un capside (la cosiddetta “scatoletta” che contiene il DNA virale), costituito da proteine sintetiche che non portano alcuna traccia di virus, andando semplicemente ad imitarlo.

Al capside proteico è inoltre associato una specie di “ innesco”, una sorta di miccia costituita da alluminio, che attiva il nostro sistema immunitario contro lo pseudovirus. Quindi, quando una persona si sottopone alla vaccinazione, attiva il suo sistema immunitario che riconosce il virus e lo blocca.

È molto importante ricordare che non sono solo le donne ad ammalarsi per il contatto con HPV. Anche gli uomini, infatti, oltre che a sviluppare i condilomi, possono essere portatori sani dei ceppi di HPV 16 e 18. E proprio per questo motivo, è fortemente auspicabile che in tempi brevi vi sia una reale sensibilizzazione della popolazione sul tema, per far sì che anche i maschi accedano con più frequenza alla vaccinazione. Si ricorda inoltre che il 90% della popolazione sessualmente attiva entra in contatto con il virus HPV: solo una minima percentuale, però, subisce lesioni che sfociano in una malattia.

Fino a poco tempo fa, si pensava che solo le ragazze in età scolare e prima dell’inizio di ogni attività sessuale rappresentassero i “target” della vaccinazione.

In realtà, anche coloro che hanno avuto lesioni (non così gravi come il cancro) da HPV traggono vantaggio dal vaccino: le ricadute diminuiscono così come l’evoluzione verso forme più gravi. Certo, ci vorrà del tempo per dimostrare la valenza e l’importanza di queste aspettative, ma insistere su tale strada vale sicuramente la pena!

Gli effetti negativi della vaccinazione, invece, sono assai scarsi: questi si limitano ad una febbre molto lieve, ad una leggero malessere e dolore nel luogo di iniezione.

Quali sono i trattamenti più efficaci per la cura dei condilomi?

Ad oggi, come per quasi tutti i tipi di virus, non esistono trattamenti medici sistemici efficaci per l’infezione da HPV. Il miglior trattamento possibile è quello escissionale: si consiglia, sotto parere del medico curare, di effettuare una rimozione dei condilomi, tramite radiofrequenza o laser.

Vi sono inoltre dei prodotti immunomodulatori, che hanno dimostrato una buona efficacia su casi di condilomatosi poco estesa. In ogni casi, il futuro della terapia è senz’altro legato alla bioingegneria.

Esiste una correlazione tra condilomi ed alcuni tipi di cancro?

Sicuramente esiste un legame tra condilomi e cancro, soprattutto nei casi di tumori del cavo orale o laringei, che un tempo si pensavano correlati al fumo.

Va da sé che anche alcuni cancri della vulva e del pene sono associati alla presenza di HPV. Teniamo infine presente che la protezione dei genitali con condom sia maschili che femminili non garantisce una protezione totale dall’infezione: il virus, infatti, può essere presente anche sulla cute dello scroto o della zona ano-genitale.

Sicuramente, come ben sappiamo, la pluralità dei partners aumenta i rischi correlati al papilloma virus.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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