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Vomito e reflusso biliare? Le cause possono essere molte


Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 16 Gennaio, 2018

Le cause del vomito biliare

Se il vostro vomito assume un colore giallo-verdastro potrebbe trattarsi di reflusso o vomito biliare. Non è raro, infatti, vomitare bile, quel liquido prodotto dal fegato e conservato dalla cistifellea, con la funzione di aiutare il processo digestivo. Quando le valvole situate tra esofago e stomaco e tra stomaco e duodeno non funzionano correttamente, la bile può risalire lungo il tratto digerente e provocare quindi il reflusso biliare. Vediamo ora insieme nello specifico quali sono le cause e i principali sintomi!

Le cause del vomito biliare

Le cause di reflusso biliare, che provoca il più delle volte vomito verde, maggiormente frequenti includono:

  • Conati a stomaco vuoto
  • Postumi dovuti a un eccesso di alcol
  • Avvelenamento del cibo
  • Blocco intestinale

Quest’ultimo può essere causato da diverse patologie, tra cui:

  • Aderenze, ovvero cicatrici che si formano nell’intestino dopo un intervento chirurgico addominale o pelvico
  • Cancro colon-rettale o altri tumori, che possono occludere una parte dell’intestino
  • Diverticolite, un’infiammazione dell’apparato digerente
  • Ernia, che causa un indebolimento dell’intestino, accompagnato da gonfiore addominale
  • Malattie infiammatorie intestinali (IBD), come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa

Può capitare di vomitare occasionalmente, senza che la causa sia per forza una condizione medica. Se, però, notate che il problema si ripete con una certa frequenza, allora vale la pena farsi controllare da un medico. Potrebbe anche trattarsi, come accennato, di un deterioramento delle valvole piloro e cardias, il quale può essere causato da:

  • Complicazioni successive a interventi chirurgici allo stomaco, come un bypass gastrico o una gastrectomia
  • Ulcere peptidiche, che possono alterare il funzionamento del piloro
  • Colecistectomia, ovvero la rimozione della cistifellea
  • Eccessiva stagnazione del cibo nello stomaco o danneggiamento del cardias.

Dolore e bruciore: i primi sintomi del reflusso biliare

Un dolore persistente – e talvolta anche molto forte! – nella parte addominale superiore e il frequente bruciore di stomaco sono i primi sintomi di un problema al tratto digerente. Se a questi si accompagnano nausea e vomito verde (o con presenza di una sostanza giallo-verde), è molto probabile che si tratti di reflusso biliare. Altri sintomi sono:

  • Tosse
  • Raucedine
  • Perdita di peso

Può essere che, talvolta, vi siano delle complicazioni, dovute al fatto che la bile contiene sostanze in grado di danneggiare la muscosa di rivestimento dello stomaco e dell’esofago. Queste complicazioni possono causare:

  • Esofago di Barrett, una patologia per cui il rivestimento dell’esofago viene ricoperto di cellule simili a quelle del rivestimento del duodeno (tale condizione può portare a un tumore esofageo)
  • Esofagite da reflusso, un’infiammazione dell’esofago.

Come curare il reflusso

Per diagnosticare un problema di reflusso biliare, il medico può prescrivere tre diversi esami. In particolare:

  1. Gastroscopia – La gastroscopia prevede l’inserimento nell’esofago, tramite la bocca, dell’endoscopio, ovvero un tubicino dotato di telecamera. Questa telecamera trasmette a un monitor esterno immagini della mucosa esofagea e gastrica e permette di prelevare campioni per la biopsia.
  2.  Test di misurazione del pH esofageo – Il test di misurazione del pH esofageo si esegue, invece, per via nasale o attraverso un endoscopio. Una sonda misura l’acidità dell’esofago, in modo da rintracciare la presenza di reflusso acido (se l’acidità è elevata) o di reflusso biliare (se vi è bassa acidità).
  3. Impedenziometria esofagea – L’impedenziometria esofagea misura sempre il pH con l’unica differenza che la sonda viene inserita direttamente nell’esofago.

I trattamenti per il vomito biliare sono diversi e vengono prescritti in base alla causa. Se si tratta di un avvelenamento da cibo, ad esempio, potrebbe essere necessario assumere liquidi ed elettroliti per via endovenosa in ospedale. Se si tratta, invece, di una condizione quotidiana, il medico potrebbe prescrivere acido ursodesossicolico, un farmaco che modifica la composizione della bile per aiutarla a scorrere più facilmente attraverso il corpo, oppure medicinali che interrompono direttamente la circolazione della bile.

Se i farmaci non sono in grado di risolvere il problema, il passo successivo potrebbe essere l’intervento chirurgico, come un bypass gastrico o l’asportazione della porzione di intestino danneggiato. Un’altra opzione è quella di posizione un tubo di rete metallica all’interno del tratto intestinale per mantenere l’area aperta e alleviare il blocco.

In generale, è possibile ridurre il reflusso apportando alcuni cambiamenti nello stile di vita. È sconsigliato, per esempio, assumere troppi alcolici, fumare o sollevare oggetti troppo pesanti (quest’ultimo per ridurre il rischio di sviluppare un’ernia). È meglio, invece, mangiare frutta e verdura, seguire una dieta ricca di fibre e sottoporsi a screening per tenere la situazione sempre sotto controllo.

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Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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