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Broncospasmo e asma da sforzo, quando a soffrirne sono gli atleti

Redazione

Ultimo aggiornamento – 27 Aprile, 2021

Donna sportiva seduta con sintomi tipici dell'asma

A cura della  dr.ssa Rossella Balducci , medico di medicina generale


 David Beckam, Giorgio Di Centa e Miguel Indurain: un calciatore, un fondista e un ciclista. Che cosa avranno in comune, oltre a essere atleti pluripremiati? Tutti e tre sono soggetti con asma. Questa condizione, però, non ha di certo impedito di ottenere grandi successi sportivi.

Quindi sì, l’asma non rappresenta un limite all’attività fisica

Basta seguire alcune regole di cura e prevenzione

Cerchiamo di capirne di più*.

Broncospasmo: di chi è la colpa?

Se una corsa provoca tosse insistente o se il fiato sembra corto dopo qualche vasca in piscina, non sempre è colpa dello scarso allenamento, così come della mancanza di forma fisica. La causa potrebbe infatti essere l’asma da sforzo.

Una cosa, però, è certa. L’attività fisica fa bene a tutti e, tra i tanti vantaggi, migliora anche la salute dell'apparato respiratorio, purché vi sia un approccio allo sport moderato e graduale. 

Quando però si sottopone l'organismo a esercizi intensi o a prove di resistenza, le vie respiratorie possono contrarsi in un broncospasmo, dando il via ai sintomi tipici dell'asma

Il nemico, però, non è lo sport bensì la cosiddetta asma da sforzo per la cui gestione esistono svariati trattamenti e accorgimenti.

Cos'è l'asma da sforzo

Durante un’attività fisica intensa, le vie aeree si contraggono e diminuiscono il loro lume, provocando il classico broncospasmo, ovvero il preludio a una crisi asmatica definita, in questo caso, asma da sforzo.

La causa? Durante uno sforzo intenso e improvviso, si respira più velocemente e, spesso, con la bocca aperta. L'aria inspirata, che quando si respira con una frequenza normale viene riscaldata dalle narici, entra invece nelle vie aeree a una temperatura minore e meno umida del solito, innescando lo spasmo. 

La mucosa bronchiale, molto sensibile alle variazioni di temperatura e umidità, reagisce anche rilasciando molecole infiammatorie che accentuano ulteriormente il broncospasmo.

L'asma da sforzo si manifesta nel 70-90% circa delle persone che soffrono di asma cronica e, meno frequentemente, in chi non ha ricevuto una diagnosi di asma. È tipica di bambini, adolescenti e atleti professionisti e, soprattutto, di chi pratica sport invernali o di resistenza outdoor.

Le manifestazioni cliniche dell’asma da sforzo sono colpi di tosse, mancanza d'aria e respiro sibilante. Nei bambini la tosse è violenta, tanto che si tende a fermarsi immediatamente e, anche a distanza di tempo, si può sentire il classico sibilo respiratorio (in inglese, whistle). 

Generalmente, questi sintomi compaiono dopo 2-10 minuti dal termine di un esercizio intenso e prolungato, ma non si manifestano quasi mai durante l’allenamento. In genere, poi, scompaiono dopo 30-45 minuti.

L’importanza della terapia inalatoria per il trattamento dell’asma da sforzo: gli spray predosati e le camere distanziatrici

Lo sappiamo: praticare attività sportiva è una delle principali raccomandazioni per seguire uno stile di vita sano. 

Chi soffre d’asma è spesso riluttante all’esercizio fisico, perché teme lo sviluppo improvviso e impetuoso dei sintomi o perché spesso le condizioni in cui ci si allena sono esse stesse causa dell’insorgere della crisi asmatica: il freddo per le discipline invernali, il cloro per le attività in piscina, i pollini e gli inquinanti per gli sport outdoor come il ciclismo.

Ad oggi, però, vi sono molteplici possibilità farmacologiche che consentono di gestire appieno l’asma da sforzo.

In particolare, la terapia inalatoria rappresenta il trattamento d’elezione per questa problematica. Con la terapia inalatoria si possono infatti raggiungere velocemente e direttamente gli organi bersaglio dei farmaci, ovvero i polmoni e il lume delle vie respiratorie, utilizzando la dose minima necessaria di farmaco. 

Per la somministrazione della terapia inalatoria esistono diversi device quali: 

  • Nebulizzatori, che sono i classici dispositivi per effettuare gli aerosol
  • Spray predosati
  • Inalatori di polvere secca

Generalmente si ricorre ai classici spray usati per veicolare molecole attive appartenenti alle categorie di corticosteroidi, broncodilatatori, β-agonisti e broncodilatatori

Sia nel caso di bambini sia nel caso degli adulti, per migliorare l’efficacia della terapia, si consiglia di abbinare allo spray un distanziatore, disponibile in diverse taglie a seconda dell’età del paziente.

In questo modo, il farmaco viene dapprima spruzzato all’interno delle camere distanziatrici e, successivamente, inalato: non è dunque necessaria una fine coordinazione tra l’erogazione del farmaco e l’atto inspiratorio e il tempo utile per l’inalazione aumenta. 

Non solo: utilizzando un distanziatore, le particelle di farmaco possono raggiungere più facilmente le vie aeree inferiori, migliorando l’assimilazione dunque l’efficacia della terapia stessa e, soprattutto, minimizzando eventuali effetti collaterali.Trudel infografica
Attenzione, però. L’efficacia dei farmaci somministrati per via inalatoria può essere però variabile in relazione al principio attivo del farmaco. In base alla tempistica di somministrazione possono essere classificati in:

  • Farmaci antiasmatici di fondo, assunti per evitare l'insorgenza dei sintomi asmatici
  • Farmaci antiasmatici sintomatici, per gestire le crisi d’asma nel momento in cui si verificano

La maggior parte dei pazienti assume entrambi i farmaci. Ma è bene fare un’altra distinzione: infatti, in base ai principi attivi contenuti, i farmaci anti asmatici per la terapia inalatoria si possono classificare in:

  • β2-agonisti a breve durata di azione, ovvero la terapia di scelta per prevenire e/o trattare l'asma da sforzo: vanno assunti circa 15-30 minuti prima dello sforzo e la loro durata d’azione è di più di 2 ore
  • β2-agonisti a lunga durata d’azione, con una durata d'azione fino a 12 ore che iniziano a fare effetto dopo 30 minuti dall’assunzione
  • Cromoni, spesso prescritti in alternativa ai β2-agonisti

Quindi, la pratica di uno sport a un soggetto asmatico non è di certo sconsigliata. Nè è impossibile raggiungere risultati importanti a livello agonistico nonostante si soffra di asma.

Le nuove possibilità di trattamento dell’asma permettono infatti di gestire le problematiche respiratorie, vincere la paura di crisi improvvise durante una gara e di sfatare credenze e luoghi comuni che, soprattutto per i più giovani, potevano essere fonte di disagio ed emarginazione.


* Contenuto di informazione pubblicitaria a cura di Sapio Life srl, distributore in regime di esclusiva sul mercato italiano dei prodotti Trudell Medical International per la linea AeroChamber.

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