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Avrai il Parkinson? Te lo dice un test

Roberto Pisani

Ultimo aggiornamento – 29 Ottobre, 2017

Parkinson: un test per la diagnosi preococe

Passi avanti importanti nella diagnosi precoce del Parkinson. Un semplice test “gratta e annusa” potrebbe essere in grado di identificare una persona a rischio di Parkinson ben 10 anni prima della comparsa dei sintomi della malattia: una scoperta frutto di una lunga ricerca condotta da un team dell’Università del Michigan, che è riuscita ad evidenziare una connessione tra il senso dell’olfatto e il morbo di Parkinson. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Parkinson, ecco come riconoscerlo

Il Parkinson è una malattia neurologica degenerativa, che interessa il sistema extra-piramidale, deputato alla pianificazione e al controllo dei movimenti e si caratterizza per l’impossibilità di svolgere i movimenti in modo fluido.

L’eziopatogenesi della malattia va rintracciata nella morte progressiva dei neuroni della sostanza nera, responsabili della produzione di dopamina che cala drasticamente con l’evolversi della malattia.

I sintomi del Parkinson, dunque, sono strettamente correlati alla diminuzione dei livelli di dopamina e sono caratterizzati da:

  • Tremore diffuso e incontrollato
  • Movimenti più lenti (bradicinesia)
  • Problemi di equilibrio e difficoltà a stare in piedi
  • Rigidità articolare
  • Disturbi cognitivi (difficoltà di memorizzazione)

I sintomi del Parkinson

Non sono note le esatte cause della malattia. Si ritiene probabile una combinazione di fattori genetici e ambientali. Alcuni scienziati ipotizzano anche che alcuni virus possano innescare l’insorgenza di questa patologia. Qualsiasi sia la causa del Parkinson, da oggi, però, si potrà procedere ad una diagnosi precoce di questa patologia: ecco come.

Senso dell’olfatto sviluppato? Diminuiscono le possibilità di essere affetto da Parkinson

Lo studio ha coinvolto persone di diverse aree geografiche per un periodo di oltre dieci anni, più di qualsiasi altro studio condotto in precedenza.

Tutte le persone coinvolte sono state sottoposte al test “gratta e annusa”. Successivamente i ricercatori hanno valutato il numero di persone che si sono poi ammalate di Parkinson suddividendole in tre diverse categorie: persone con senso dell’olfatto scarso, medio e ottimo.

I risultati hanno evidenziato che le persone con uno scarso senso dell’olfatto hanno molta più probabilità di sviluppare il Parkinson. In particolare, i soggetti più a rischio sono risultati uomini bianchi di età superiore ai 75 anni. Questi hanno infatti ottenuto punteggi più bassi nel test rispetto alle donne della stessa età.

Tale evidenza è rimasta sostanzialmente inalterata anche tenendo in considerazione altri fattori di rischio (fumo, consumo di caffè, storia familiare di malattie neurologiche). La valutazione dei risultati ottenuti dal test “gratta e annusa” consente di prevedere lo sviluppo del Parkinson fino a sei anni prima dell’insorgenza della malattia, molto prima di quanto ottenuto finora con gli studi precedenti.

Bisogna precisare che non tutte le persone che hanno ottenuto un punteggio basso nel test “gratta e annusa” hanno poi sviluppato la malattia. Servono quindi ulteriori studi per perfezionare il test e renderlo più attendibile.

Il Parkinson resta una malattia che colpisce una piccola percentuale di popolazione e può svilupparsi nel corso di diversi anni, rendendo difficile la sua diagnosi. Sebbene il test vada ulteriormente perfezionato, rappresenta un primo passo utile a identificare i soggetti con i maggiori rischi di sviluppare il Parkinson.

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Roberto Pisani
Scritto da Roberto Pisani

Sono uno studente di medicina, con la passione verso tutto quello che è legato alla scienza e alla tecnologia. Il mio background medico-scientifico mi ha portato a lavorare come copywriter e copyeditor di articoli scientifici e spero di contribuire alla crescita di questa comunità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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