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10 frasi che una persona ansiosa dice sempre (vi ritrovate?!)

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 02 Luglio, 2018

10 frasi che una persona che soffre di ansia dice sempre

In Italia quasi due milioni e mezzo di persone soffrono di un qualche disturbo d’ansia: panico, paura, angoscia e fobia sono tra i mali più diffusi di questo secolo.

Ma come si manifesta l’ansia? Come riconoscerla?

Non tutta l’ansia è uguale

L‘ansia può avere forme e manifestazioni anche molto diverse, da quelle più lievi a quelle croniche e più invalidanti. Quando parliamo di ansia è importante fare una distinzione tra ansia fisiologica e quella patologica.

L’ansia normale o fisiologica è quella di cui tutti noi facciamo esperienza, è uno stato di allarme e di tensione transitorio che implica l’attivazione generalizzata di tutte le risorse dell’individuo, tale da consentire la messa in atto di comportamenti utili a contrastare o porre fine allo stato d’ansia in questione, provocato da uno stimolo realmente esistente, conosciuto, o da situazioni che creano ansia.

L’ansia patologica è invece caratterizzata da ansia e preoccupazioni eccessive, altamente disturbanti, in grado di alterare il nostro funzionamento psichico e le capacità di adattamento, spingendoci a reagire ad un evento o un oggetto con l’evitamento o la fuga.
 Spesso, quando si è preda dell’ansia, è difficile far comprendere agli altri il proprio stato d’animo e ciò di cui si ha bisogno. Chi soffre d’ansia tende il più delle volte a voler normalizzare la situazione, a comportarsi come se nulla fosse e ad inviare (più o meno consapevolmente) richieste d’aiuto, a volte di difficile interpretazione, a chi li circonda per fargli capire che qualcosa non va.

Proprio a questo scopo, di seguito vi forniamo una lista delle 10 frasi che una persona ansiosa pronuncia più spesso, messaggi che ci dicono che l’altro sta soffrendo ed ha bisogno d’aiuto.

Cosa dice chi soffre d’ansia

  1. “Scusami”
 – Le persone che soffrono d’ansia hanno spesso il timore di ferire i sentimenti degli altri, di non essere all’altezza delle aspettative altrui e quindi di aver fatto qualcosa di male, fattori che li inducono a scusarsi eccessivamente anche senza che ve ne sia un reale bisogno.
  2. “Sto bene”
 – È la frase che viene ripetuta più spesso proprio dalle persone che soffrono con l’intenzione di non far preoccupare gli altri ma anche per non attirare l’attenzione su di loro cosa che non farebbe altro che aumentarne la reazione ansiosa.
  3. “Ce l’hai con me?”
 – Anche quando tutto sembra andare bene, la persona ansiosa sente la necessità di sviare il discorso e riportare la discussione sul piano emotivo dell’altro. Questa frase esprime anche il bisogno, tipico dei soggetti ansiosi, di essere continuamente rassicurati sulla stabilità del legame e della relazione.
  4. “Ma non c’è troppa gente qui?”
 – Le persone che soffrono di disturbi d’ansia spesso fanno fatica a tollerare la folla, la sensazione di soffocamento che queste occasioni provocano tende a essere risolta con l’evitare delle situazioni che implicano il radunarsi di molte persone. L’ansia suscitata da questi eventi è provocata dalla paura di avere un attacco di ansia o panico mentre si è circondati da tanta gente, fattore che genera un circolo vizioso che alimenta l’ansia e la possibilità che gli attacchi si ripetano.
  5. “Tutto OK, mi sento solo stanca”
 – Quando gli altri ci vedono giù di morale è più facile rispondere che si è semplicemente stanchi piuttosto che raccontare che eventi o situazioni specifiche ci mettono ansia. Nella mente di chi soffre d’ansia, questo tipo di risposta è socialmente più accettabile della verità, in quanto nell’immaginario comune una persona in preda al panico e all’ansia è una persona debole ed in balia degli eventi.
  6. “Ho bisogno di prendere una boccata d’aria” – L’ansia e la paura provocano una serie di reazioni fisiologiche a catena che comprendono l’aumento del battito cardiaco, sensazione di asfissia, sudorazione intensa e vertigini, tutti sintomi che inducono chi è preda dell’ansia a voler uscire all’aria aperta, per respirare a pieni polmoni, allontanandosi dagli occhi indiscreti della gente. Dire “Ho bisogno di prendere una boccata d’aria” serve a confondere le persone che gli sono accanto, nascondendo la natura reale del problema, cioè l’ansia.
  7. “Mi sento strana” – 
Ansia, paura e attacchi di panico, come abbiamo visto, hanno conseguenze dirette sul nostro corpo. Spesso chi ne soffre non è cosciente dei cambiamenti fisiologici che il corpo subisce nel corso di un attacco d’ansia. Quindi può servirsi di questa frase per segnalare la presenza di un problema, del quale però non riconosce la causa.
  8. “Lo faccio io” – Spesso chi soffre d’ansia tende a proporsi come tutto fare, anche senza che gli altri avanzino alcuna richiesta. Questa strategia nasce dall’esigenza di tenere sotto controllo la situazione e di impedire il verificarsi di imprevisti e situazioni che potrebbero generare l’ansia.
  9. “Adesso non sono al 100%”
 – Quando le persone pensano che qualcuno non si senta bene, tendono a lasciarle in pace, senza porre troppe domande. Questa strategia è utile per allontanare da sè ogni sospetto, senza il bisogno di dare ulteriori spiegazioni, che non farebbero altro che perpetrare il circolo vizioso dell’ansia.
  10. “Oggi non son proprio dell’umore” – Anche in questo caso, questa frase riflette il bisogno tipico delle persone ansiose di spazio, di distanza e quindi di eludere le domande dell’altro vissute come intrusive, in modo da trovare lo spazio e il tempo utile a calmarsi e ad alleviare la sensazione d’ansia.

Quelle che vi abbiamo proposto sono solo alcune delle frasi che una persona ansiosa solitamente pronuncia per comunicare al mondo l’esistenza di un problema, una sorta di campanello d’allarme in grado di aiutarci a capire se le persone che ci sono accanto hanno o meno bisogno del nostro aiuto.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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