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Cisti

Chirurgia generale
Cisti

Cos’è una cisti

La cisti è una cavità di forma e dimensioni variabili, delimitata da una parete propria rivestita internamente da epitelio o da endotelio, che può contenere materiale di diversa natura (liquido, semiliquido, gelatinoso), a seconda del tipo di cisti.

Sono da tenere distinte le pseudocisti o cisti false, in cui la parete è formata da tessuto connettivo di reazione a processi infiammatori con necrosi del tessuto, a travasi di sangue, a processi necrotici e colliquativi dei tessuti (per esempio, nel rammollimento cerebrale, nella necrosi pancreatica acuta).

Molto comuni sono le cosiddette cisti da ritenzione, che si formano in seguito all'occlusione del dotto escretore di una ghiandola a secrezione esterna, alla quale segue un accumulo di secreto con distensione della parete e moltiplicazione dell'epitelio: queste cisti si osservano a livello della cute, del pancreas, delle ghiandole salivari, della mammella, delle ghiandole di Meibomio, delle ghiandole di Bartolino, del rene (per ostruzioni di tubuli).

Sintomi

I sintomi della cisti nell'organismo possono essere vari, in rapporto con la sede e con l'eventuale compressione di formazioni anatomiche vicine (vasi, nervi); quando sono in sedi accessibili all'esame clinico possono venir palpate. 

Cause

Le cisti possono insorgere attraverso una varietà di processi nel corpo, tra cui distinguiamo:
  • Usura
  • Ostruzioni al flusso del fluido
  • Infezioni
  • Tumori benigni o maligni
  • Malattie infiammatorie croniche, genetiche ereditarie
  • Difetti di organi in via di sviluppo dell'embrione
Nella genesi delle cisti possono essere in gioco anche processi malformativi e questa è di solito la causa delle cisti nel fegato, nei tessuti del collo (cisti branchiali, cisti del dotto tireoglosso), nell'apparato urogenitale (cisti dell'epididimo, dell'uraco, del dotto onfalo-mesenterico, paraovariche, cisti dermoidi dell'ovaio, rene policistico): in questi casi, spesso, la formazione della cisti è dovuta all'incompleta regressione di strutture embrionali destinate a scomparire nell'adulto.

In casi rari, il processo malformativo può interessare diversi organi:
Si ha allora la malattia policistica, che nelle forme più gravi è incompatibile con la vita.

Anche le cisti linfatiche sono di natura malformativa.

Si possono formare cisti anche nel corso di infestazioni da parassiti: nell'echinococcosi (è colpito specialmente il fegato ed il polmone), nella cisticercosi.

Tipi

Alcuni tipi di cisti sono:
  • Cisti ovariche – Le cisti ovariche possono essere di varia natura, secondo una classificazione tradizionale si possono distinguere in: cisti follicolari; cisti luteiniche; cisti disontogenetiche; cisti dell'epitelio superficiale; cisti epooforali. Le ultime 3 derivano da isole di tessuto embrionale rimaste in sede ovarica durante lo sviluppo embrionale. Il volume di queste cisti può essere molto vario, da quello di una susina a limiti addirittura giganteschi. Anche la loro struttura che può essere solida, a cavità unica o multiloculare. Le cisti normalmente non causano disturbi rimarchevoli finché le loro dimensioni si mantengono entro certi limiti, crescono molto lentamente e la paziente si accorge della loro presenza quando esse si rendono palpabili attraverso la parete addominale. Altre volte, se nel suo sviluppo la cisti comprime altri organi pelvici, si possono avere sintomi da compressione o da ingombro pelvico. I disturbi mestruali sono sempre più frequenti dei sintomi dolorosi, si possono praticamente osservare tutti i tipi di alterazioni mestruali del ritmo e della durata, fino all'amenorrea e alla conseguente sterilità. La diagnosi viene abbastanza facilmente posta all'esplorazione vaginale; può essere confermata mediante pneumopelvigrafia o celioscopia. La terapia è sempre chirurgica quando il volume della massa è tale da provocare i disturbi accusati, e consiste nell'asportazione della cisti, cercando, per quanto è possibile, di conservare il tessuto ovarico non danneggiato dal processo morboso.
  • Cisti pilonidale – La cisti pilonidale è anche nota come cisti sacro-coccigea.
  • Cisti di Baker – La cisti di Baker, nota anche come poplitea. È la cisti dei menischi dell'articolazione del ginocchio, di solito postraumatiche; sono molto più frequenti quelle a carico del menisco esterno che quelle del menisco interno. Quando si tratta di una cisti a carico del menisco esterno, è possibile apprezzarla in avanti e al di sopra della testa del perone; se la cisti è poi di dimensioni molto notevoli, si possono avere delle zone di erosione a carico del condilo tibiale che possono venire apprezzate radiograficamente. Quando si tratti invece di cisti di medie o piccole dimensioni, esse si evidenziano in miglior modo a ginocchio esteso, mentre a ginocchio flesso possono sparire all'interno dell'articolazione. Le cisti di Baker possono essere talvolta plurilobate e contengono all'interno una sostanza chiara, gelatinosa. La terapia è unicamente chirurgica e consiste in un intervento di exeresi.
  • Cisti sinoviali delle articolazioni e tendini – Si tratta di tumefazioni rotondeggianti che si sviluppano sulla faccia esterna delle sinoviali articolari e tendinee. Si localizzano soprattutto al polso e al ginocchio e si osservano quasi sempre nell'adulto. Insorgono senza una ragione apparente. L'affezione al polso è in percentuale molto più frequente in soggetti esposti a movimenti ripetuti delle dita, mentre la causa traumatica e artrosica è molto dubbia. Le cisti sinoviali sono molto spesso indolori. Altre volte, invece, il dolore è sordo e persistente e si accentua con i movimenti forzati e con la fatica. Queste cisti sono di aspetto rotondeggiante, poco mobili, di consistenza talvolta molle e fluttuante, talvolta dura; la pelle non aderisce alla cisti ed è di aspetto normale. La tumefazione varia come grandezza e può raggiungere al massimo quella di un uovo: quelle più grandi sono localizzate al poplite. La cisti può essere uni o mutiloculare e contiene una sostanza talvolta translucida e gelatinosa (al polso) o un liquido torbido e chiaro contenente talvolta dei granuli (al poplite). Per quanto riguarda l'origine delle cisti, l'ipotesi più probabile è che si tratti di un'ernia sinoviale. Nella cisti poplitea, è possibile che la cisti si formi a spese della borsa sinoviale del gemello esterno, che comunica quasi sempre con l'articolazione e che è in genere fusa con la borsa sierosa situata tra il muscolo gemello esterno ed il muscolo semimembranoso. Molto spesso, esiste una comunicazione tra la cisti e l’articolazione: ciò permette un passaggio di liquido dalla cavità articolare verso la cisti e dalla cisti verso la cavità articolare che così si può vuotare ad intermittenza: questo rappresenta un fattore irritativo della sinoviale articolare. La cisti sinoviale del polso può restare latente per degli anni e può sparire completamente oppure aumentare a poco a poco di volume fino a divenire consistente. In alcuni casi, una forte pressione è sufficiente a farla scomparire. Altrimenti, la terapia consiste in una puntura evacuativa seguita dall'iniezione di preparati cortisonici. Se la cisti è notevolmente voluminosa, è necessario procedere all'intervento chirurgico. L’exeresi deve essere fatta molto accuratamente, altrimenti si andrà facilmente incontro a recidive.
  • Cisti sebacea – La cisti risulta formata dalla dilatazione di una ghiandola sebacea (contenente grassi) a seguito dell'occlusione del suo sbocco. L'occlusione avviene ad opera di secreto ghiandolare che si solidifica allo sbocco ghiandolare e impedisce la fuoriuscita del materiale che la ghiandola continua a produrre. Ciò determina un progressivo dilatarsi della ghiandola che giunge ad assumere dimensioni assai cospicue. La cisti è circondata da una capsula di tessuto fibroso; la cute sovrastante è tesa, lucida e, talora, in superficie mostra dei puntini che ricordano i comedoni. Può spontaneamente regredire, sino a scomparire; spesso, si infetta: la cute sovrastante si presenta allora arrossata, dolente. I disturbi determinati dalla cisti sono in pratica solamente di natura estetica. La cura consiste nell’asportazione, che di solito è facilitata da un agevole scollamento della parete cistica dai tessuti circostanti. L’intervento sulla cisti sebacea viene condotto in anestesia locale e lascia una piccolissima cicatrice, spesso invisibile.
  • Cisti epidermica cutanea della pelle
  • Cisti di Bartolino – La cisti di Bartolino, o cisti del condotto di Bartolino, è una piccola escrescenza all’interno dell’entrata della vagina, subito dietro ciascun lato delle grandi labbra. Le cisti sono infatti piccole sacche piene di liquido e solitamente innocue e asintomatiche. Tuttavia, si potrebbe sentite un bozzo morbido e doloroso tra le labbra (le due labbra che circondano l’entrata della vagina). Si potrebbe non sapere di avere una cisti finché non si viene visitate da un professionista che effettua un pap test o un altro tipo di esame ginecologico. Se la cisti cresce molto, può risultare fastidiosa e non trascurabile. Si può provare dolore alla vulva (organo sessuale esterno) in alcuni momenti come durante un rapporto sessuale, durante la deambulazione o quando si è sedute. A volte, la cisti può colpire le grandi labbra (il paio di labbra più esterno intorno all'entrata della vagina). Un lato può sembrare gonfio e più grande del solito. Se la ciste si infetta, può causare un ascesso. Questo si infiamma e si gonfia. Può causare febbre a 38°C o oltre.
  • Cisti pancreatiche – La cisti risulta localizzata nel pancreas con un duplice aspetto, sotto forma cioè di cisti vera o di pseudocisti. La cisti vera e propria può essere a sua volta congenita o acquisita. Il tipo congenito è assai raro e piuttosto assume l’aspetto della malattia fibrocistica del pancreas che possiede una patologia tutta particolare. Tra le forme acquisite, sono da ricordare le cisti da ritenzione, conseguenti quasi sempre a pancreatiti, e le non rarissime forme tumorali del cistoadenoma e del cistoadenocarcinoma. La cisti pancreatica si presenta con maggior frequenza nelle donne, si accresce lentamente, dà scarsi segni della sua presenza che si manifesta in pratica solo con il suo volume. La cura è soltanto chirurgica, per la possibilità che si tratti di un tumore cistico, e può presentare maggiori o minori difficoltà a seconda della localizzazione. Assai più frequentemente, la cisti del pancreas è in realtà una pseudocisti. Essa si forma per lesione di dotti pancreatici a seguito di traumi o di infiammazioni; in quest’ultimo caso, è frequentemente associato anche l’alcolismo. Se localizzata all’interno della massa pancreatica, assume il tipo della cisti da ritenzione; diversamente, erompe oltre la capsula del pancreas e si estrinseca verso le formazioni circostanti che ne formano, con le loro pareti sierose, la parete, rivestita più tardi all’interno da uno strato fibroso. Il contenuto della pseudocisti è succo pancreatico con coaguli di sangue e porzioni di tessuto pancreatico necrotico o in suppurazione. Essa si forma di solito nel corso di 3/4 settimane dopo un trauma o un episodio di pancreatite acuta e dà presenza di sé mediante compressione sui visceri circostanti. Il paziente lamenta un dolore persistente irradiato al dorso, elevazione della temperatura, spesso nausea e vomito; quasi sempre, è possibile apprezzare con la palpazione dell’addome una massa più o meno mobile. La cura è solo chirurgica e può consistere nell'ablazione totale della pseudocisti ove possibile, o nel suo abboccamento con un tratto dell'intestino, oppure nel semplice drenaggio esterno.
  • Cisti di Tarlov – Esse costituiscono la forma più frequente delle cisti odontogene. Traggono origine da processi infiammatori cronici del periapice dentale (granulomi) quando in essi siano presenti cellule epiteliali. I denti, in rapporto con questo tipo di cisti, hanno una polpa necrotica.
  • Cisti luteiniche – Esse sono dovute alla trasformazione cistica del corpo luteo o alla luteinizzazione di cisti follicolari, da cui anche il nome di cisti follicolo-luteiniche. Non portano, se non raramente, ad un'iperproduzione di progesterone, come sarebbe ovvio, data la loro origine, ma ad un quadro di iperestrinismo, cioè un’aumentata produzione di estrogeni, dovuto alla persistente produzione di ormoni estrogeni, da parte delle cellule che formano la teca del follicolo, dette cellule tecali.
Inoltre:
  • Cisti cervicali
  • Cisti di Naboth
  • Cisti meningea o perineurale
  • Cisti all'interno della ghiandola pineale del cervello
  • Cisti delle ghiandole all'interno della palpebra
In pratica, si possono formare cisti in qualsiasi parte del corpo umano. La maggior parte delle cisti è benigna, ma alcune di esse possono produrre sintomi in base alla loro dimensioni e ubicazione. Raramente, la cisti può essere associata a tumori maligni o gravi infezioni.

Diagnosi

Per la diagnosi delle cisti e in relazione alla loro localizzazione (presunta o sospetta), si effettuano alcuni test, come:

Cura

Le cisti sono processi patologici che non regrediscono spontaneamente. Il trattamento per la cura delle cisti dipende dalla causa oltre che dalla loro ubicazione. Le cisti molto grandi possono essere rimosse chirurgicamente. A volte, il liquido contenuto all’interno di una cisti può essere prosciugato o aspirato con l’inserimento di un ago o di un catetere.

La rimozione chirurgica di una cisti a volte è necessaria. Se c’è qualche sospetto che dietro ad una cisti si nasconda un tumore, viene generalmente rimossa chirurgicamente o si esegue una biopsia della parete cisti (capsula), per escluderne la malignità.

Cisti broncogena

La cisti broncogena è una cavità di forma sferica oppure ovoidale che riconosce un’origine malformativa congenita. Presumibilmente, la formazione di tale pallina di grasso è dovuta al fatto che tratti terminali dei bronchioli respiratori vengono, durante lo sviluppo dell'organismo, a essere praticamente isolati dal restante albero bronchiale col quale normalmente comunicano. Questi frammenti di bronco, rivestiti da epitelio bronchiale, seguono uno sviluppo autonomo trasformandosi poco alla volta in cavità di dimensioni crescenti.

La cisti dunque possiede una parete propria nella quale sono più o meno riconoscibili gli strati che compongono i bronchi; all’interno della cavità, si raccoglie aria ed una sostanza semiliquida o pastosa formata dal secreto dell'epitelio bronchiale e da materiale di disfacimento.

Una cisti broncogena può restare silente per molti anni ed essere riconosciuta accidentalmente nel corso di un esame del torace eseguito per altri motivi. Quando essa si rende evidente, ciò è dovuto al fatto che la sua massa comprime formazioni circostanti palesandosi così in modo indiretto. In altri casi, essa si manifesta per le complicazioni alle quali va incontro: infezioni, emorragie, trasformazione in tumori (rarissimamente). Non esiste altra cura efficace che l’asportazione chirurgica della cisti, anche se ciò costa il sacrificio di tutto un lobo polmonare.

Cisti branchiali

Le cisti branchiali sono cisti congenite della regione laterale del collo che si ritiene derivino dall’apparato branchiale. È questa una formazione che si delinea nei primi mesi di vita embrionale ai lati dell’intestino primitivo. Tale apparato, omologo a quello dei pesci, nell’uomo scompare dando però origine a varie formazioni come la tromba di Eustachio, la tonsilla, le paratiroidi. Residui embrionali rimasti inclusi nella regione del collo, nella vita adulta possono aumentare di volume dando origine a palline di grasso.

Queste si presentano come formazioni tondeggianti, lisce, ben delimitate, di consistenza dura o molto elastica, di volume variabile da quello di un pisello a quello di un mandarino, poste ai lati del collo, davanti al muscolo sternocleidomastoideo; contengono un liquido sieroso limpido o mucoso filante. Possono continuarsi con peduncoli o tramite fistolosi aperti all’esterno o nella faringe. Talora, vanno incontro a processi infiammatori cui possono far seguito flemmoni cervicali. In questi casi, o quando raggiungono notevoli dimensioni, è consigliabile la loro asportazione chirurgica.

Cisti da echinococco

La cisti da echinococco (o cisti idatidea) è una cisti prodotta da un parassita, l’Echinococcus granulosus, che vive normalmente nell’intestino del cane. La malattia colpisce indifferentemente maschi e femmine di qualsiasi età, specialmente se vivono a contatto di cani; è diffusa in modo particolare nelle regioni dove si pratica l’allevamento del bestiame ed è determinata dalla forma larvale (detta idatide) del parassita.

Le uova del parassita, diffuse con le feci del cane, possono giungere all’uomo per mezzo di alimenti inquinati oppure attraverso baci e leccamenti che frequentemente padrone e cane si scambiano. Nell’intestino, le larve albergano brevemente, poi ne perforano la parete e prendono la via della corrente sanguigna o di quella linfatica: in questo modo, possono giungere in tutti i visceri, ma in special modo al fegato e al polmone. Qui, l’idatide si trasforma in una cisti che assume dimensioni diverse e si riempie nel suo interno di un liquido trasparente producendo inoltre altre larve ed altre cisti.

I sintomi determinati dalla cisti da echinococco possono mancare totalmente; se presenti, dipendono dal viscere nel quale la cisti si sviluppa. In generale, si rileva una tumefazione a lenta espansione con dolori. Non sono rari episodi di orticaria dovuti al fatto che dalla cisti possono fuoriuscire sostanze che sensibilizzano l’organismo: su questo fatto, anzi, si basa l’intradermoreazione di Casoni, cioè l’iniezione nello spessore della cute di una piccola quantità di liquido idatideo sterile: se il soggetto in esame è affetto da echinococcosi, si sviluppa localmente in pochi minuti una chiazza arrossata e pruriginosa.

La cisti può andare incontro ad atrofia spontanea e, in tal caso, i sintomi regrediscono. Può complicarsi invece con la sua rottura, che può anche essere mortale per la violenta reazione dell’organismo (shock anafilattico), nella cavità peritoneale, nella pleura, in un bronco.

La cura può essere eseguita pungendo la cisti per svuotare il contenuto sostituendolo con aria: in tal modo, il parassita si viene a trovare in un ambiente sfavorevole e muore. Si ricorre alla terapia chirurgica per asportare completamente la cisti: ciò facilitato dal fatto che l’organismo reagisce alla cisti formando una membrana fibrosa detta pericistio.

Cisti al seno

Le cisti al seno sono dei processi aventi origine nel contesto della ghiandola mammaria. Sono dovute, normalmente, a un processo di degenerazione cistica di una singola unità ghiandolare. Possono essere uniche, e assumere allora anche dimensioni di un’arancia, o multiple, di solito di piccole dimensioni.

La terapia è chirurgica e consiste nell’asportazione della cisti.

Cisti dentarie

Le cisti dentarie (o cisti odontogene) sono cavità tondeggianti, epitelizzate, a contenuto liquido, aventi rapporti genetici e topografici con i denti. Si distinguono in:
  • Cisti radicolari – Traggono origine da processi infiammatori cronici del periapice (granulomi).
  • Cisti follicolari – Traggono origine nel periodo dello sviluppo dalla porzione epiteliale del germe dentario. Si possono avere cisti follicolari prive di formazioni dentali quando il disturbo evolutivo colpisce il germe anteriormente alla formazione dei tessuti duri oppure cisti contenenti frammenti di denti oppure denti interi.
  • Cisti paradentali – Si originano da cellule epiteliali annidate nello spazio alveolo-dentale o nell'osso limitrofo. Si differenziano dalle cisti radicolari per il fatto che il dente in rapporto con la cisti rimane vitale.
Il contenuto della cisti è formato da un liquido filante alcalino, di colore giallo chiaro, trasparente, in cui si possono riconoscere cellule di desquamazione, eritrociti, leucociti, plasmacellule. Tipica la presenza di cristalli di colesterolo. Da un punto di vista clinico, le cisti sono caratterizzate da un accrescimento lento e indolore. A questo periodo di latenza, fa seguito un periodo di estrinsecazione nel quale la cisti si rende evidente per una deformazione del mascellare colpito.

Alla palpazione, è spesso percepibile crepitazione pergamenacea (segno di Dupuytren) e fluttuazione. Nel loro sviluppo, le cisti seguono le vie di minor resistenza. Nel mascellare superiore, spesso evolvono a spese del seno mascellare e possono raggiungere dimensioni enormi prima di manifestarsi. Una delle complicazioni più frequenti è l’infezione.

La terapia è chirurgica

Cisti dermoide

La cisti dermoide è originata dallo sviluppo autonomo di porzioni dell’ectoderma embrionale. Questa formazione, generalmente piuttosto rara, si localizza nei punti di sutura dei solchi embrionali, nei visceri interni e soprattutto nel mediastino (in mezzo alla cassa toracica) e nelle ovaie.

Spesso, con tale nome, vengono indicate le cisti epidermoidali, assai frequenti e con localizzazioni varie. Nella parete della cisti sono riconoscibili in pratica tutti gli strati che compongono la cute; il suo contenuto è rappresentato da secreti cutanei, peli, elementi di sfaldamento della cute, unghie, denti. 

Questo tipo di cisti può non dare noie particolari; tuttavia, può manifestarsi con sintomi di compressione dovuti alla sua massa e richiedere l'asportazione.

Cisti aracnoidale

Una cisti aracnoidale è più probabile che si sviluppi nella testa, ma può anche insorgere attorno al midollo spinale. Si chiama cisti aracnoidale o aracnoidea perché si trova nello spazio tra il cervello, la colonna vertebrale e la membrana aracnoidea. Questa è uno dei tre strati di membrana che circondano il cervello e la colonna vertebrale. Se una cisti aracnoidea si sviluppa nella testa, crescerà tra il cervello e il cranio o in tasche che si trovano attorno al cervello chiamate ventricoli.

Le cisti aracnoidee sono solitamente riempite da liquido cerebrospinale, un fluido protettivo naturale che circonda il cervello e la colonna vertebrale. Le pareti di una cisti aracnoidea non consentono a questo fluido di defluire nel sistema nervoso, facendolo accumulare all’interno.

Nei bambini, le cisti aracnoidee sono generalmente congenite o presenti alla nascita e sono chiamate cisti aracnoidee primarie. Quelle che si sviluppano più avanti negli anni sono chiamate cisti aracnoidee secondarie

Sono solitamente asintomatiche. Di conseguenza, la maggior parte delle persone che le hanno non se ne rende conto finché non vengono esaminate per altri problemi, come lesioni alla testa.

In alcuni casi, causano sintomi, i quali dipendono dalla posizione e dalla dimensione della cisti. Ad esempio, i sintomi possono svilupparsi se si ha una cisti che preme su nervi o aree sensibili del cervello o del midollo spinale.
Se si trova nel cervello, la cisti può produrre uno o più dei seguenti sintomi:
Se si trova nella colonna vertebrale, può causare sintomi come:
Le cisti primarie, o congenite, aracnoidee sono generalmente causate da una crescita anormale del cervello e della colonna vertebrale mentre si sta sviluppando in utero. La causa esatta di questa crescita non è nota. Potrebbe essere genetica.

Le cisti aracnoide secondarie possono essere causate da diversi fattori. Questi includono:
  • Lesioni alla testa o al midollo spinale
  • Complicazioni da chirurgia cerebrale o spinale
  • Meningite
  • Tumori
Se il medico sospetta la presenza di una cisti aracnoidea, è probabile che richieda una TAC. Se non causa alcun sintomo o altre complicazioni, il medico può consigliare di lasciarla non trattata. Controllerà la sua crescita. Se inizia a causare problemi, potrà consigliare un trattamento.

Se è situata nel cervello e sta causando sintomi, il medico probabilmente la drenerà. Può raccomandare 2 procedure: con la prima, praticherà una piccola incisione vicino alla cisti e inserirà un endoscopio con una piccola telecamera all’estremità. Utilizzerà questo strumento per aprire delicatamente la cisti, consentendo al fluido interno di defluire. Con la seconda procedura, il medico inserirà uno shunt nella cisti. Ciò consentirà al fluido interno di drenare verso un'altra parte del corpo.

Se la cisti sintomatica si trova nella colonna vertebrale, il medico può raccomandare un intervento chirurgico per rimuoverla completamente. 

Cisti polmonari

Le cisti polmonari sono delle cavità all’interno del polmone che rappresentano un ultimo stadio, come complicazione o come fatto terminale, di una malattia polmonare. Si conoscono infatti cisti che si sono formate in seguito alla guarigione di processi infiammatori, cisti che sono legate a lesioni di natura enfisematosa, cisti infine che conseguono ad infezioni polmonari acute.

Nel primo caso, la cisti rappresenta spesso l’esito di un ascesso polmonare o di una caverna tubercolare. La cisti si presenta come una cavità di dimensioni variabili a pareti lisce, ben deterse, rivestite da un epitelio con caratteri pressoché regolari. Attorno ad essa, il polmone si presenta compresso e addensato. Perlopiù, la lesione non dà segno di sé; in altri casi, può reinfettarsi o manifestarsi con un episodio di emorragia talora abbondante, talora appena rilevabile.

La cisti sviluppatasi sulla base di una lesione enfisematosa non ha in verità diritto a tale nome: meglio la si dovrebbe definire una pseudocisti perché essa si forma per dilatazione eccessiva di una vescicola enfisematosa. Può raggiungere dimensioni assai rilevanti e si presenta come una cavità all’interno del polmone provvista di una parete sua propria, ma delimitata tutt’attorno dai rimanenti alveoli.

I sintomi sono legati alla sua possibilità di dilatarsi enormemente, sottraendo così all’organismo una parte anche molto grande di parenchima polmonare: si va incontro così all’insufficienza respiratoria e anche alla possibilità di rottura della cisti con formazione di pneumotorace.

Un altro tipo di pseuodocisti è la bolla sottopleurica (conosciuta come bleb) che è causata dalla rottura della parete di un alveolo polmonare, a seguito di lesioni infiammatorie o di sforzi, e successivamente dalla sfuggita dell’aria nello spazio tra un alveolo e l’altro: infiltrandosi così, l’aria si raccoglie al di sotto della pleura che riveste il polmone e dà origine alla bolla sottopleurica. Questa non dà segni di sé fino a quando non si rompe determinando uno pneumotorace spontaneo.

Un ultimo tipo di cisti, o meglio, pseudocisti, polmonari è costituito dalle formazioni che talvolta si presentano nei bambini quale complicazione di infezioni broncopolmonari acute. Si presentano come formazioni bollose localizzate in qualunque punto del polmone con superficie interna ad aspetto purulento o, talvolta, liscio e deterso. Queste cisti non danno in pratica alcun disturbo, salvo complicazioni quali la rottura nel cavo pleurico, e hanno la tendenza alla risoluzione spontanea.

Le cisti polmonari del primo tipo richiedono un trattamento chirurgico anche perché molto spesso è difficile la diagnosi differenziale nei confronti dei tumore. Per gli altri tipi i cisti, il trattamento può essere chirurgico o, in caso di pneumotorace, limitato all’aspirazione del cavo pleurico. Negli altri casi, il trattamento è solo medico.
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Prof. Luigi Basso Medico Chirurgo
Prof. Luigi Basso
chirurgo generaleproctologo

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