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Dalla Germania in arrivo il vaccino contro il cancro

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 03 Giugno, 2016

Un team di specialisti all’Università di Gutemberg, a Mainz, avrebbe creato un potenziale vaccino contro il cancro, che potrebbe indurre una risposta immunitaria potenziata in seguito alla somministrazione, in grado di contrastare lo sviluppo del tumore. La chiave del vaccino sarebbe una capsula che contiene i “dati” per attivare le cellule del sistema immunitario.

Come funziona il vaccino?

Secondo la rivista Nature, ciò che rende questo vaccino unico nel suo genere è il suo metodo di funzionamento, molto semplice e in grado di scatenare una potente reazione immunitaria. Il farmaco è costituito da una capsula di molecole di grasso, detti liposomi, che contiene RNA. Una volta iniettato per via endovenosa, il vaccino attiva l’interferone e raggiunge le zone fondamentali per l’attivazione del sistema immunitario, come milza, linfonodi e midollo osseo.

Perché è considerato una svolta?

La particolarità del vaccino non risiede soltanto nel fatto che potrebbe essere utilizzato per qualunque tipo di tumore, ma anche nella caratteristica della capsula che lo contiene, in grado di raggiungere spontaneamente i distretti immunitari del corpo del paziente.

Una volta giunta a destinazione, viene fagocitata dalla cellule dendritiche, che leggendo le istruzioni contenute (RNA), le traducono in un antigene tumorale specifico, che direziona le difese immunitarie in maniera mirata contro il tumore. Il vaccino è considerato universale perché l’RNA da inserire nella capsula può essere intercambiabile in base al tumore da contrastare.

In sostanza, sarebbe come iniettare un antigene tumore-specifico, personalizzato dall’organismo del paziente stesso.

Il vaccino è già stato testato?

Il team di specialisti ha già testato il vaccino sui topi con diversi tipi di cancro, ottenendo risultati più che incoraggianti. La sperimentazione sull’uomo resta ferma a tre pazienti, affetti da melanoma, che presentavano uno stadio molto avanzato della malattia. Il vaccino, a basso dosaggio, si è dimostrato in grado di azionare una risposta immunitaria tale da arrestare la diffusione del cancro.

Come è stato accolto il vaccino dalla comunità scientifica?

Nonostante la sensazionale scoperta sia stata riconosciuta come “interessante e innovativa“, secondo gli esperti bisogna essere molto cauti, perché il dato clinico ottenuto è insufficiente e troppo preliminare. Servono infatti molte più ricerche e test per poterlo considerare un vero vaccino anti-cancro.

Un nuovo modo per combattere il cancro

Nonostante secondo le stime circa una persona su due rischia di ammalarsi di cancro, e 4 tumori su 10 insorgono a causa di abitudini sbagliate, tra il 2015 e il 2016 sono arrivate non poche buone notizie dal fronte delle guarigioni e delle terapie considerate sperimentali.

Secondo il dottor Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori ‘Pascale’ di Napoli, vi sono già delle potenti armi di immunoterapia che stanno dando delle ottime risposte nel trattamento dei pazienti.

Il dottor Ascierto ha spiegato che l’immunoterapia mira proprio ad attivare una risposta immunitaria nell’organismo contro le cellule tumorali. Con il vaccino tedesco si introdurrebbero nell’organismo le proteine del tumore, necessarie per indurre la risposta immunitaria, mentre invece, con le attuali molecole immuniterapiche (ANTI-CTLA e ANTI-PD1), già disponibili, si potrebbero rimuovere i freni che il tumore utilizza per rallentare la risposta del sistema immunitario. Anche in questo caso è in corso un’ampia sperimentazione.

L’immunoterapia, descritta in precedenza, fu annunciata come svolta nel 2013 e da allora ha ampiamente tenuto le promesse fatte. Infatti, secondo Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), gli studi presentati al Congresso Americano di Oncologia (Asco) hanno confermato le potenzialità della terapia.

Quando il tumore insorge, intacca la risposta immunitaria rallentandola. Grazie all’immunoterapia, il 20% dei pazienti con melanoma metastatico è vivo a 5 anni dalla diagnosi, con zero probabilità su cento previste. Ma le novità non finiscono qui. Nell’ultimo anno è stato confermato che l’immunoterapia è ben tollerata dai pazienti affetti da carcinoma polmonare e renale e che ha effetti positivi anche in tumori che colpiscono vescica, testa, collo, gastrici, colon, ovaie, in linfomi e glioblastomi cerebrali.

Da come si può notare, la ricerca corre a ritmo incalzante e con il passare del tempo si parla di terapie promettenti che fino a pochi anni fa non si immaginavano neppure. Ci è dato sperare, quindi, che con il vaccino tedesco, in grado di azionare una potentissima risposta immunitaria contro le cellule tumorali, e l’immunoterapia, che agisce sui freni inibitori imposti dal cancro sul sistema immunitario stesso, si potranno ottenere delle cure contro i tumori in tempi davvero brevi.

Per lo meno, ce lo auguriamo.

 

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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