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Quando si tratta di polmonite?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

I sintomi della polmonite

La polmonite, da sempre, fa paura. Oggi ancora di più, a causa dell’attuale pandemia provocata dal nuovo Coronavirus 2019-NCoV, originatosi dalla città cinese di Wuhan e diffusosi ormai in tutto il mondo, con l'Italia in prima linea ad affrontare l'emergenza.

Solo nel 2017 a causa della polmonite sono morti 808.694 bambini in tutto il mondo. Gli over 50, purtroppo, non se la cavano meglio. Con la diffusione del Coronavirus, parlare di numeri risulta ancora complicato ma, di certo, è possibile definirli allarmanti. 

Attenzione, però. La polmonite può essere confusa con una semplice influenza: eppure, esistono molti campanelli di allarme che indicano che qualcosa, in quella tosse che non vuole mai passare, si sta complicando. Non sono nemmeno rari i casi in cui vi sia la presenza di una polmonite senza febbre. E riconoscerla diventa ancora più complicato. 

Quando, dunque, si tratta di polmonite? Quali sono i sintomi che è bene tenere sempre monitorati? Quando la causa è da ricercarsi nell'infezione da Coronavirus? Cerchiamo di capirlo insieme.

I sintomi della polmonite: come riconoscerla

«I sintomi della polmonite che si possono avvertire sono molto simili a quelli di una normale influenza» – ha dichiarato il dr. Marco Castellazzi, medico chirurgo – «I sintomi più comuni sono la febbre oltre i 39 gradi, il dolore al petto, le difficoltà respiratorie, come affanno e aumento della respirazione, la tosse secca stizzosa, talvolta con strie di sangue, il mal di testa, la nausea ed il vomito» – ha concluso.

Seppur si è soliti credere che la febbre sia una costante, fate attenzione anche a una temperatura corporea più bassa del normale: questo sintomo è solito comparire tra le persone anziane con un sistema immunitario particolarmente debole. In questi casi, è possibile che si stia manifestando una polmonite senza febbre.

È dunque necessario fare attenzione ad altri sintomi della polmonite, tra cui:

  • Eccesso di sudorazione
  • Senso di spossatezza
  • Diarrea
  • Inappetenza
  • Unghie delle mani tendenti al bianco
  • Senso di confusione
  • Dolore articolare e addominale
  • Battito cardiaco accelerato

E la tosse, invece? Rappresenta un sintomo comune a molte patologie. La discriminante – per capire se si tratta di tosse da polmonite oppure no – è la sua durata. Se dopo cinque o sei giorni dalla sua prima manifestazione non tende a scomparire, non insistete con gli sciroppi e i rimedi naturali. Contattate il vostro medico, che saprà indirizzarvi verso una corretta diagnosi.

Polmonite, la colpa può essere di un batterio

È importante inoltre ricordare che la sintomatologia può variare anche in base agli agenti patogeni che determinano la malattia. I microrganismi più frequenti sono batteri che causano la maggior parte delle polmoniti diffuse sul territorio italiano.

Tra questi, segnaliamo:

  • Streptococco pneumoniae
  • Mycoplasma pneumoniae
  • Chlamydia pneumoniae
  • Legionella pneumophila

Se la sintomatologia dell’infezione da streptococco è maggiormente identificabile, gli altri patogeni – definiti, appunto, come “atipici” – possono scatenare campanelli di allarme molto più sfumati ed essere preceduti da affezioni a carico delle alte vie respiratorie prima di attaccare quelle basse.

Insomma, non è raro che una polmonite possa essere preceduta da una bronchite, una faringite e, perché no, da una laringite. Queste patologie, però, essendo generalmente causate da virus, non vengono curate con gli antibiotici: ecco allora che, nell’arco di sette giorni, si manifesta la polmonite vera e propria, dovuta a batteri non immediatamente identificati.

Polmonite, quando è conseguenza del Coronavirus

Negli ultimi mesi, però, con la diffusione su scala mondiale del Coronavirus, anche i numeri che riguardano la polmonite sono cresciuti in modo esponenziale. Badate bene, però, a non associare in modo diretto la polmonite alla circolazione del nuovo virus.

Come sottolineato dalle autorità sanitarie, infatti, i sintomi più comuni del Coronavirus sono febbre, stanchezza e tosse secca. Sintomi parainfluenzali, insomma. Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. La manifestazione è generalmente lieve, con inizio graduale.

Nei casi più gravi, però, l'infezione può sfociare in disturbi molto più gravi. Sindrome respiratoria acuta, insufficienza renale e polmonite.

Dunque, in generale, le infezioni da Coronavirus riguardano le vie respiratorie superiori. Tuttavia, non è per nulla escluso che l'agente infettivo possa raggiungere anche le vie respiratorie inferiori, causando bronchite - nel migliore dei casi - oppure polmonite virale.

Il rischio di polmonite da Coronavirus è sicuramente maggiore nelle persone anziane, così come nei soggetti malati di cuore e nelle persone con un sistema immunitario debole. Il resto della popolazione, però, non ne è immune. Il rischio, infatti, dipende anche dall'aggressività del Coronavirus infettante: l'attuale COVID-19 si è dimostrato capace di provocare polmonite anche in persone in buono stato di salute.

E i vaccini per la polmonite proteggono dal Coronavirus? Risposta negativa, purtroppo. In particolare, come si legge nelle direttive emanate dall'Istituto Superiore di Sanità, il vaccino anti-pneumococcico e il vaccino contro l’Haemophilus influenzae B (Hib) non forniscono nessuna protezione contro il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2. Nonostante ciò, restano comune raccomandati per tutte quelle categorie di persone considerate a rischio per questa infezione

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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