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Pane bianco o pane integrale? Dipende dal tuo intestino!

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Pane bianco o pane integrale?

Pane bianco, integrale, di grano duro: potenziale nemico della nostra dieta, alleato del nostro palato! Da anni, dietologi e nutrizionisti suggeriscono di preferire il pane integrale, a supporto di una dieta sana ed equilibrata. Alcuni recenti studi, però, sembrano sfatare questa tesi. Che succede? Vediamolo insieme.

Quali tipi di pane scegliere?

Una ricerca pubblicata sulla rivista Cell Metabolism sembra far decadere una certezza su cui per anni abbiamo basato la nostra dieta: il pane integrale non è migliore del piano bianco. E il pane bianco non è migliore di quello integrale. Nulla cambia, se non la reazione del tuo intestino al tipo di pane che assumi.

In particolare, la ricerca si è svolta su un campione di 20 persone, metà delle quali ha consumato pane raffinato per una settimana, mentre l’altra metà ha assunto regolarmente durante i pasti la tipologia integrale. Dopo una pausa di quindici giorni, i ruoli si sono invertiti. I ricercatori hanno tenuto sotto controllo peso e pressione sanguigna di ogni individuo coinvolto nello ricerca… et voilà, non è emersa nessuna differenza significativa! In altre parole, il pane non sembra influire sullo stato di salute generale.

Non solo! Nonostante sia risaputo e comprovato che il pane integrale abbia un contenuto di fibre più elevato, che gli permette di entrare nel flusso sanguigno più lentamente rispetto al pane bianco, i risultati dello studio sembrano far vacillare anche questa certezza.

Infatti, la metà dei partecipati ha mostrato risposte glicemiche più elevate al pane bianco, mentre l’altra metà – con stupore degli stessi ricercatori – ha registrato livelli più alti di glicemia dopo l’assunzione del pane integrale.

Come è possibile? La soluzione è semplice, asseriscono i ricercatori. “La risposta glicemica è strettamente collegata alla composizione dei batteri dell’intestino piuttosto che alla tipologia di pane assunto. Con una precisione pressoché impeccabile, possiamo prevedere i livelli di glicemia sulla base dei microbiomi dell’intestino di ogni individuo che assume un determinato tipo di pane”.

Ad ogni intestino il suo pane?

Pane integrale e pane bianco? Dipende dal tuo intestino

Ed ecco all’orizzonte una nuova scoperta. I ricercatori sono ottimisti: in futuro sarà possibile indicare la tipologia di pane che più si adatta all’intestino di una determinata persona, in termine di salute e benessere, una volta individuato il microbiota che caratterizza l’intestino di ognuno di noi.

Ciò significa che, in un futuro nemmeno molto lontano, sarà possibile ricevere raccomandazioni nutrizionali relative al pane da assumere in base al proprio microbiota “personale”, senza basarsi necessariamente sui valori nutrizionali di una particolare tipologia di pane.

Non esiste un pane migliore dell’altro, esiste semplicemente il pane migliore per ognuno di noi!

Il pane integrale fa bene: secondo alcuni nutrizionisti è sempre la scelta migliore

Sono molti gli esperti che continuano a difendere la bontà – in termini di salute – del pane integrale su quello raffinato. Il pane bianco, infatti, a causa del processo di raffinazione a cui è sottoposto, perde parte delle fibre contenuto nel grano, così come l’acido folico, la vitamina B6 e la vitamina E, lo zinco e il magnesio.

Inoltre, non manca chi individua alcune pecche all’interno dello studio, in quanto non ha volutamente affrontato gli effetti a lungo termini che provoca l’assunzione di una determinata tipologia di pane. Il pane integrale fa bene (e meglio!), inutile negarlo, dicono gli esperti.

Non bisogna assolutamente dimenticare i benefici per la salute dei cereali integrali. Questi, però, possono avere effetti visibili nel tempo, in particolare per quanto riguarda la salute dell’intestino e la prevenzione di condizioni come il tumore al colon –  dichiara la dr.ssa Elizabeth Lund, ricercatrice presso l’Istituto di Ricerca Alimentare del Regno Unito – “Pertanto, questo studio non implica che le persone dovrebbero rinunciare a consumare alimenti integrali sulla base di questi risultati ” – conclude.

Insomma, prima di etichettare un cibo come “buono” o “cattivo” sono innumerevoli gli effetti fisiologici da considerare. Una cosa, però, è certa. L’alimentazione personalizzata è un obiettivo da raggiungere, per star bene… senza perdere il gusto di mangiare!

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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