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Il testosterone alto annebbia la mente degli uomini: uno studio ci spiega perché

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 09 Maggio, 2017

Testosterone alto, cosa accade?

Alcuni già lo sospettavano. Ora, però, abbiamo uno studio scientifico a sostegno di questa tesi: un valore alto di testosterone aumenta la tendenza degli uomini a fare maggiormente affidamento sul proprio intuito, riducendo così le fasi del processo decisionale. L’errore, dunque, sembra essere sempre dietro l’angolo!

Cos’è il testosterone

Il testosterone è un ormone steroideo prodotto dai testicoli, individuato come il responsabile del corretto sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili. Risulta, inoltre, fondamentale per il mantenimento della massa muscolare, di adeguati livelli di globuli rossi, della crescita delle ossa e della funzione sessuale.

I valori di testosterone presenti nel sangue variano in base all’età dell’uomo. In particolare, in una situazione ottimale, dovrebbero essere compresi tra 0,1 e 5 ng / ml durante l’età dello sviluppo, tra 4,5 e 8,5 ng / ml nella fase adulta, per poi ridursi a livelli compresi tra l’1 e il 5 ng / ml una volta superati i 60 anni.

Il livello di testosterone, infatti, diminuisce con l’avanzare dell’età. In età adulta, invece, il testosterone basso potrebbe essere legato all’alcoolismo, all’obesità, ad un’insufficienza renale cronica, a un cancro ai testicoli così come ad una disfunzione della ghiandola pituitaria (ipofisi) o della tiroide oppure alla depressione o all’assunzione di alcuni particolari farmaci. Anche se si è sottoposti a cicli di chemioterapia o radioterapia si potrebbe riscontrare un simile problema, con conseguente calo della libido, diminuzione della massa muscolare e dei peli del corpo, osteoporosi, insufficienza erettile e variazioni nei livelli di colesterolo.

Se invece di bassi, i livelli del testosterone fossero troppo alti?

I risultati della ricerca sul testosterone alto

Gli autori dello studio, provenienti dalla Western University, della California Institute of Technology, della Wharton School e dello ZRT Laboratory, hanno incluso nella ricerca 243 uomini – selezionati senza nessun particolare parametro – ai quali è stata somministrata, in alcuni casi, una dose di testosterone, in altri, una sostanza priva di principi attivi, dunque un placebo.

In seguito, tutti gli uomini hanno eseguito un test di matematica, progettato per misurare la riflessione cognitiva: e qui la scoperta! Gli uomini con testosterone più alto hanno eseguito il test con risultati più deludenti rispetto a chi avesse assunto solo placebo. Non solo! Il “gruppo testosterone”, oltre ad aver dato risposte errate, ha impiegato più tempo nel correggere la prova rispetto al “gruppo placebo”.

I ricercatori ritengono che questi risultati siano legati agli effetti del testosterone nell’aumentare la fiducia che gli uomini hanno in sé. “Siamo certi che questo ormone valorizzi la fiducia che si ha in se stessi. Se sei più sicuro, penserai che la ragione sia sempre dalla tua parte: le risposte saranno sempre più immediate e la capacità di auto correggersi sarà limitata dalla tua mancanza di dubbi” – ha dichiarato Camerer, uno tra gli autore dello studio.

La conclusione rimane dunque aperta, anche per gli autori di questa interessante ricerca. Se le terapie per incrementare il livello di quest’ormone favoriscono la libido e l’erezione, quali saranno gli effetti negativi del testosterone ancora non esplorati? Una cosa è certa: l’assunzione della terapia sostitutiva in soggetti con livelli normali di testosterone non è assolutamente raccomandata. I miglioramenti sarebbero nulli, mentre il rischio di effetti collaterali sarebbe troppo alto.

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Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Con Pazienti.it ho l’occasione di “impugnare la penna” ogni giorno, costruire piani editoriali su misura dei lettori e rispondere attraverso i contenuti a tutte le curiosità di salute di chi ci segue. Il blog e i social rappresentano un canale di comunicazione immediato e ricco di stimoli, che cerco di cogliere pienamente.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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