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Come superare la claustrofobia in 7 modi

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 28 Marzo, 2017

claustrofobia: 7 modi per evitare gli attacchi di panico

La claustrofobia è una condizione molto comune, che scatena delle sensazioni spiacevoli, quali panico, paura e agitazione in spazi molto stretti e affollati. Le cause di tale disturbo non sono ben note, tuttavia è possibile superare questo problema seguendo diversi tipi di trattamento, anche in base alla gravità della situazione.

I metodi più gettonati sono la terapia comportamentale, l’assunzione di farmaci ansiolitici e le tecniche di rilassamento, come il training autogeno. Ma vediamo nello specifico in che modo è possibile gestire il problema della claustrofobia, in cosa consiste realmente e le possibili cause.

Cos’è la claustrofobia?

La claustrofobia è definita come la paura degli spazi ristretti, ma non necessariamente piccoli, come per esempio una stanza senza finestre o senza vie di uscita, un ascensore o la cabina di un aereo. Tecnicamente, la claustrofobia è considerata un sintomo di ansia e non un disturbo vero e proprio, tuttavia potrebbe essere tale perché spesso le persone che soffrono di claustrofobia non presentano altri problemi di ansia.

In sostanza, la claustrofobia è una condizione molto stressante e non sempre ha una causa ben precisa. Riconoscere il proprio processo di pensiero e utilizzarlo per tenere sotto controllo l’ansia è importante per sbarazzarsi sia dell’ansia stessa, che della claustrofobia.

7 metodi per tenere sotto controllo la claustrofobia

Per poter vivere bene la giornata e superare le eventuali crisi claustrofobiche bisogna affrontare le situazioni che scatenano le sensazioni di ansia e paura. Per poter tenere sotto controllo la claustrofobia si consiglia di:

  1. respirare profondamente contando fino a cinque, sia mentre si inspira che mentre si espira, per un totale di dieci secondi a respiro, in questo modo è possibile ridurre la sensazione di tachicardia;
  2. focalizzare l’attenzione su pensieri positivi quando si presentano delle situazioni che potrebbero innescare il panico;
  3. imparare e mettere in pratica una tecnica di rilassamento;
  4. sempre respirando lentamente, ripetersi come un mantra che ansia e paura sono passeggere;
  5. chiudere gli occhi e visualizzare una situazione priva di stress, che infonde calma e serenità, come per esempio un prato con un ruscello che scorre in una giornata soleggiata;
  6. se si è da soli, potrebbe essere di grande aiuto canticchiare o ascoltare una canzone per focalizzare l’attenzione sulle parole o sulla musica;
  7. tenere sempre a mente che la paura scatenata dalla claustrofobia è irrazionale e che non esiste nessun pericolo imminente.

Le cause della claustrofobia

Come è stato descritto in precedenza, la claustrofobia non è considerata un disturbo, ma un sintomo di ansia, probabilmente perché la maggior parte delle persone che soffre di claustrofobia presenta già altri sintomi collegati a stati ansiogeni.

Infatti, diversi disturbi sembrano giocare un ruolo fondamentale nella claustrofobia, come:

  • disturbo d’ansia generalizzato, che si presenta come uno stato continuo e persistente di preoccupazione per una moltitudine di eventi e situazioni (da qui il termine generalizzato) che risulta eccessivo per intensità, ma anche durata e frequenza;
  • attacchi di panico, che vengono anche definiti “crisi d’ansia” e sono costituiti da episodi di paura improvvisa, ingiustificata e intensa;
  • fobia sociale, che viene avvertita come la necessità di scappare non solo dagli spazi ristretti, ma anche da una stanza affollata.

Definite le cause principali della claustrofobia, è bene evidenziare che non sempre le fobie hanno una radice specifica e che spesso possono essere del tutto irrazionali, come per esempio la paura generalizzata per i ragni, senza un motivo specifico o una situazione scatenante.

La buona notizia è che le cause non sempre sono importanti per tenere sotto controllo la paura. Infatti, secondo diversi studi, è possibile controllare l’ansia anche senza ricercare la causa che la provoca.

Il consiglio generale è di cercare di affrontare al meglio questa situazione con le tecniche e le strategie indicate in precedenza.

Invece, quando il problema dell’ansia è fortemente debilitante, al punto tale da rinunciare a uscire di casa o fare le attività più normali di tutti i giorni, è consigliabile farsi affiancare da uno specialista, per approfondire il disturbo e cercare di risolverlo in maniera molto graduale. Nei casi in cui nemmeno queste tecniche siano risolutive, sarebbe il caso di cominciare a parlare con il proprio specialista di eventuali farmaci ansiolitici e tranquillanti.

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Roberta Nazaro
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