Quando c’è un’emergenza e si necessita di un intervento medico immediato, nella maggior parte dei casi ci si rivolge al pronto soccorso ospedaliero. In questa sede è operativo un processo di smistamento necessario per capire quali sono le condizioni di salute dei pazienti che chiedono assistenza.
Questo filtro assistenziale è noto come ‘triage’ che deriva dal verbo francese ‘trier’ che significa «scegliere, ordinare» e indica quindi il metodo di valutazione tempestiva usato per attribuire la priorità per l’accoglienza e la terapia dei pazienti. Vediamo insieme tutto ciò che c’è da sapere prima di recarsi in pronto soccorso.
Il triage, un metodo per stabilire le priorità di assistenza
Il triage è svolto da personale infermieristico preparato che procede con una valutazione dei sintomi del paziente e accerta se esistono condizioni potenzialmente pericolose per la vita. Il filtro da parte degli infermieri avviene sotto la supervisione del medico in servizio e secondo protocolli predefiniti e approvati dal responsabile del pronto soccorso o del dipartimento di emergenza-urgenza (D.E.A.).
Nel dettaglio, l’attività del triage si suddivide in due fasi:
- Accoglienza – Visita preliminare con raccolta di dati, eventuale documentazione medica, informazioni da parte di familiari oppure dei soccorritori, rilevamento parametri vitali e registrazione anagrafica.
- Assegnazione codice di gravità – Questi codici sono stati stabiliti dal decreto del Ministero della Sanità del 15 maggio 1992.
Ecco i colori dei codici di gravità e il loro significato:
- Codice rosso: segnala una situazione grave che può arrivare ad un pericolo di vita. In questo caso la priorità è massima ed è necessario un accesso immediato alle terapie.
- Codice giallo: mediamente critico, presenza di rischio evolutivo, possibile pericolo di vita.
- Codice verde: non indica pericolo di vita, assenza di rischi evolutivi, cure rinviabili.
- Codice bianco: nessuna emergenza, pazienti non urgenti e in questi casi è consigliabile rivolgersi al medico di famiglia per evitare il sovraffollamento nei pronto soccorso.
A prescindere dai codici, va coordinata anche la gestione dell’attesa. Le condizioni dei pazienti al pronto soccorso possono infatti cambiare anche durante l’attesa. È bene quindi accertarsi sempre che la situazione sia sotto controllo: occorre una rivalutazione periodica dell’esattezza dell’assegnazione dei codici colore.
Chi deve pagare il ticket al pronto soccorso?
Al pronto soccorso è necessario pagare un ticket (di circa 25,00 euro) quando si tratta di codice verde o bianco. L’esenzione dal ticket sanitario spetta alle seguenti categorie:
- Invalidi di guerra (cod. di esenzione G01 e G02);
- Invalidi per lavoro (L01 e L04);
- Invalidi per servizio (S01);
- Invalidi civili (C01, C02, C04);
- Ciechi e sordomuti (C05, C06);
- Soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni, emoderivati (N01);
- Vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (V01 e V02);
- Donne in gravidanza;
- Minori di anni 14;
- Esenti per reddito (E01, E02, E03, E04)
Da segnalare che in ambito extraospedaliero, si utilizza il codice blu per indicare un paziente con funzioni vitali danneggiate ed è impiegato dal personale di soccorso che effettua manovre di rianimazione o defibrillazione o generalmente da chi soccorre in assenza di medico