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Batteri intestinali e malattie del cervello: come sono correlati?

Valerio Gestri | Blogger

Ultimo aggiornamento – 05 Marzo, 2020

batteri intestinali
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Ogni giorno sembra portare notizie incoraggianti riguardo alla salute, per quanto riguarda la cura delle malattie cardiache e del cancro, ma quando si tratta di questioni legate al cervello, le cose sono più complesse.

I ricercatori si trovano in difficoltà quando devono trattare con i disturbi cerebrali, nonostante vengano erogati sempre più finanziamenti per i progetti che cercano di analizzare in profondità la struttura del cervello e la sua chimica.

Può darsi che molti scienziati stiano cercando nel posto sbagliato. Infatti, la soluzione ai problemi legati al cervello potrebbero essere localizzate al di fuori del sistema nervoso, anche se potrebbe sembrare un’ipotesi non intuitiva. Ma ciò che è ora venuto alla luce, grazie al lavoro di alcuni degli scienziati più lungimiranti del mondo, è un insieme di conoscenze che definisce chiaramente il ruolo fondamentale dei batteri intestinali nel determinare le funzioni del cervello.

Il ruolo dei batteri intestinali

Infatti, i 100 miliardi di elementi che vivono nell’intestino sono attivamente coinvolti in tanti aspetti della nostra fisiologia che influenzano direttamente la funzione del cervello in ogni momento. Essi influenzano anche la salute a lungo termine del cervello e la resistenza alle malattie.

I microbi residenti all’interno del corpo regolano l’infiammazione, la risposta del sistema immunitario, la produzione di varie vitamine, la disintossicazione, il metabolismo dei carboidrati e anche la produzione di neurotrasmettitori importanti, come la serotonina e la dopamina. Questi sono processi fondamentali per la salute in generale e per il cervello in particolare. Il National Institutes of Health (NIH) ha deciso di investire $ 140.000.000 per esplorare la correlazione tra i microbi e le malattie del cervello.

Alcune pubblicazioni hanno rivelato che tutta la gamma di disturbi cerebrali, dal morbo di Alzheimer, all’autismo, alla sclerosi multipla, al morbo di Parkinson, all’emicrania, alla depressione e all’ansia, sono correlati con i batteri presenti all’interno dell’intestino. Ad esempio, alcuni ricercatori hanno identificato una gamma unica di batteri intestinali caratteristici dell’autismo e un altro modello completamente diverso per il morbo di Parkinson.

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune. Con la consapevolezza che i batteri intestinali sono molto influenti quando si tratta delle funzioni immunitarie, i ricercatori australiani hanno eseguito il FMT (Trapianto di Microbiota, una maniera naturale di ripopolare il microbiota intestinale, trasferendo i batteri fecali da un donatore sano per ripopolare la popolazione sbilanciata di una persona malata), come trattamento per la sclerosi multipla, con risultati incoraggianti. Infatti, le ricerche sono state proseguite anche dall’Università dell’Arizona che ha appena completato il test per l’efficacia del FMT nel trattare l’autismo.

FMT a parte, ci sono, per fortuna, altri modi meno aggressivi per cambiare i batteri intestinali. In un esperimento condotto dal dr. Emeran Mayer presso la UCLA, un gruppo di donne ha assunto un prodotto a base di latte, spesso arricchito con vari batteri probiotici.

Dopo quattro settimane, i partecipanti sono stati sottoposti a una speciale risonanza magnetica al cervello che ha misurato l’attività cerebrale. I risultati sono stati sconvolgenti: c’è stato un notevole cambiamento nel cervello nelle donne che hanno consumato i probiotici rispetto a quelle degli altri gruppi. In poche parole, queste sostanze hanno provocato un effetto calmante nell’intestino. Dopo aver compreso l’importanza dei batteri presenti nell’intestino in correlazione all’attività cerebrale, non resta che continuare a studiare in questa direzione.

Ecco 8 cose importanti per ricostruire e proteggere i batteri simbiotici

Limitare l’uso di antibiotici, se non è assolutamente necessario

Gli antibiotici sono inutili nel trattamento del raffreddore comune e delle infezioni virali in generale. Assumerli per un periodo prolungato senza un vero motivo può portare all’eliminazione di tutti i tipi di batteri, sia quelli buoni che quelli cattivi.

Aggiungere alimenti ricchi di probiotici e fermentati nella vostra dieta

Il Kimchi, i crauti, lo yogurt, il kefir, le verdure e il kombucha sono fonti naturali ricche di batteri probiotici per il miglioramento della salute.

Assicurarsi di assumere abbastanza fibre probiotiche

Le fibre prebiotiche aumentano la crescita degli organismi probiotici. Gli alimenti ricchi di fibre prebiotiche includono la radice di cicoria, il tarassaco, le cipolle, l’aglio, il jicama (igname messicano) e il topinambur. La gomma d’acacia è prebiotico un molto efficace disponibile nei negozi di alimenti biologici.

Considerare l’assunzione di un integratore probiotico

Nonostante ci siano innumerevoli specie di probiotici offerti nei negozi di integratori, i migliori sono: Lactobaccilus plantarum, Lactobaccilus acidophilus, Bifidibacterium longum e Lactobaccilus brevis.

Ridurre al minimo il consumo di zuccheri e carboidrati

Le diete ad alto contenuto di zuccheri e carboidrati raffinati favoriscono uno squilibrio nei batteri intestinali che è associato all’infiammazione e al rischio di sviluppare il diabete.

Acquistare dei prodotti non-OGM

Uno dei motivi principali dell’attuazione delle colture alimentari geneticamente modificate è il fatto di renderle resistenti al glifosato che induce cambiamenti significativi nella flora batterica.

Smettere di usare l’aspartame

L’aspartame porta a dei cambiamenti drammatici della flora batterica, che sono correlati con un significativo aumento del rischio di sviluppare il diabete, a maggior ragione se questo avviene in concomitanza di un’alimentazione ricca di zuccheri.

 

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Scritto da Valerio Gestri | Blogger

Laureato in Lettere Moderne, ho una pluriennale esperienza nella redazione di contenuti. Dopo aver lavorato come redattore cartaceo e multimediale, collaboro come freelance, coltivando le mie passioni: la scrittura e l'informazione!.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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