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Appendice: quanto è davvero utile?

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 26 Aprile, 2017

appendice: la funzione di questo organo

Per anni abbiamo sentito dire che l’appendice è un organo rudimentale, che ha perso tutta la sua utilità a causa dell’evoluzione. Infatti, in caso di appendicite, il chirurgo non esita a rimuoverla immediatamente e, dopo l’operazione, la vita del paziente continua senza subire grossi cambiamenti. Ma è davvero così inutile?

Cos’è l’appendice?

L’appendice, detta anche appendice vermiforme o cecale, è un sottile tubo lungo circa sette centimetri, che fa parte dell’intestino crasso. Risiede normalmente nella parte destra inferiore dell’addome.

La sua risulta poco importante al nostro organismo, finché non crea problemi come cancro o appendicite. I tumori carcinoidi secernono sostanze chimiche che causano vampate periodiche, dispnea e diarrea, mentre i tumori epiteliali sono escrescenze che possono essere benigne o maligne.

Il cancro all’appendice è abbastanza raro, a differenza dell’appendicite, un’infiammazione che può infettarsi e rompere l’appendice. Questo causa un forte dolore nella parte inferiore destra del ventre, accompagnato da nausea e vomito.

In presenza di infiammazione, si ricorre ad antibiotici (in caso di infezione batterica), che però non bastano da soli a curare un’appendicite, o si procede con un’appendicectomia, ovvero l’asportazione di questo organo. La chirurgia è l’unico trattamento completo per appendicite. Il medico può utilizzare la tecnica tradizionale, che prevede un unico grande taglio, o laparoscopia, la quale utilizza invece diversi piccoli tagli e una macchina fotografica per vedere all’interno. La chirurgia è necessaria anche per rimuovere i tumori dell’appendice. Se il tumore è di grandi dimensioni, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico più aggressivo con la rimozione di parte del colon.

La rimozione chirurgica della appendice non causa problemi di salute osservabili, anche per questo si è sempre ritenuto che essa non avesse molta importanza per la funzionalità dei nostri processi biologici.

La funzione dell’appendice

La funzione esatta dell’appendice è al momento sconosciuta.

Per decenni ci è stato insegnato che questo organo è solamente un residuo del nostro passato evolutivo, che oggigiorno non ha più alcuna utilità per il nostro corpo. Secondo un’altra teoria, invece, l’appendice fungerebbe da magazzino per i batteri buoni e “riavvierebbe” il sistema digestivo dopo le malattie diarroiche.

Un nuovo studio suggerisce che l’appendice potrebbe essere più utile di quanto abbiamo sempre pensato e che potrebbe svolgere un ruolo molto importante nel sistema immunitario.

Secondo la ricerca, l’appendice può effettivamente servire come un serbatoio di batteri intestinali benefici, al fine di evitare che tutti questi batteri sani si perdano in caso di diarrea o di problemi intestinali. Come risultato, si può prendere in considerazione l’idea che gli individui senza appendice impieghino più tempo per recuperare da una malattia intestinale.

La funzione dell’appendice: proteggere i batteri “sani”?

Lo studio, svolto dalla prestigiosa Duke Univesity in Carolina del Nord (Stati Uniti), è stato pubblicato online sulla rivista Comptes Rendus Palevol, nel gennaio 2017.

I ricercatori che si sono occupati del progetto, guidati dal professore associato di Chirugia William Parker, hanno esaminato 533 diverse specie di mammiferi. Hanno preso nota sia della presenza sia dell’assenza di appendice, e delle conseguenze di entrambe le condizioni.

Lo studio ha portato a un’importante osservazione: gli animali che nel loro processo evolutivo hanno sviluppato un’appendice hanno anche concentrazioni più elevate di tessuto linfoide nel sacchetto di pelle che collega i piccoli e grandi intestino. Questo tessuto è associato al nostro sistema immunitario e alla crescita dei cosiddetti batteri buoni, i quali svolgono un ruolo davvero fondamentale nel processo digestivo. Per esempio, aiutano a “scomporre” il cibo nei vari nutrimenti di cui il nostro corpo necessita, stimolano il processo immunitario e producono ormoni e vitamine essenziali.

Inoltre, il fatto che questi animali abbiano sviluppato tale organo e che lo abbiano mantenuto del tempo è un’ulteriore prova, secondo la teoria dell’evoluzione di Darwin, della sua utilità.

L’appendice, quindi, è molto più utile e importante di quanto abbiamo sempre pensato. Grazie alla sua funzione protettiva, permette ai batteri che aiutano il nostro organismo di sopravvivere anche se ci sono in corso malattie intestinali che potrebbero distruggerli.

Ora che conosciamo la reale utilità di questo organo rimane una sola domanda a cui dare risposta…

Perché l’appendice è così soggetta a infiammazioni?

L’appendicite è davvero molto diffusa, basti pensare che colpisce circa il 14% delle persone e che sono 50 000 gli individui in Italia che subiscono ogni anno un’appendicectomia. Potrebbe trattarsi di motivi dietetici, dato che si è notata una maggiore incidenza (quasi totale) nei Paesi Occidentali, mentre in Asia e Africa è considerata una malattia molto rara; ma nessuno studio ufficiale ha dato una risposta precisa.

Speriamo quindi che gli scienziati scoprano presto le cause scatenanti dell’appendicite, in questo modo più persone potranno continuare a sfruttare la sua funzione silente di scudo protettivo dei batteri buoni. Inoltre, per quanto l’appendicite in sé sia piuttosto innocua, non esistono farmaci specifici per il trattamento e se non curata rischia di evolvere in peritonite, una condizione molto più grave.

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Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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